La vicenda che ha cambiato le sorti del tennis. Il Dr. Igor Cetojevic cercò Djokovic perchè lo vide per caso in TV. “Il telecronista diceva che soffriva di asma. Ma avevo capito che non era così”.
La collaborazione tra Djokovic e Cetojevic si è chiusa con Wimbledon 2011
Di Riccardo Bisti – 13 marzo 2013
“Io sto bene, soprattutto se mi paragonate a Djokovic. Lui ha circa 16 infortuni: problemi alla caviglia? Ma non erano tutte e due? E la schiena. E il fianco. E i crampi. L’influenza aviaria. Antrace. Sars. Senza dimenticare tosse e raffreddore”. Una frase passata alla storia. L’ha pronunciata Andy Roddick allo Us Open 2008, polemizzando sui continui problemi fisici di Novak Djokovic. I due si affrontarono e fu un match pieno di tensione. Raramente abbiamo visto un Djokovic così invelenito. Oggi il serbo sembra una macchina da guerra, ma fino a qualche anno fa lottava continuamente con il suo corpo. Spesso si è ritirato dai tornei, menzionando problemi di tutti i tipi: gastroenterite, crampi, vertigini, visione offuscata, problemi respiratori e colpi di calore. Non è mai sembrato che recitasse, ma c'era la sensazione (diffusa) che gli infortuni comparissero non appena la situazione si faceva difficile. Qualche cinico pensava che Djokovic fosse un malato immaginario, abile nel trovare scuse per sottrarsi alle responsabilità. Persino Roger Federer, sempre diplomatico, si concesse una punzecchiatura. Quando Nole si ritirò dall’Australian Open 2009 (era campione in carica), menzionando i crampi, lo svizzero disse: “E’ deludente. Non è la prima volta che lo fa”.
La rivoluzione è nata tre anni fa, nel gennaio 2010, con una sceneggiatura degna di un film. Oggi Igor Cetojevic è ben noto nel mondo del tennis, ma all’epoca era un medico come tanti. Un bel giorno, parole sue, “non avevo niente di meglio da fare”. Accese la TV e si giocava l’Australian Open 2010. In campo c’erano Novak Djokovic e Jo Wilfried Tsonga. Non era appassionato di tennis, ma si mise a guardare solo perchè in campo c’era un connazionale. Avanti di due set, il serbo aveva sempre meno fiato e perse al quinto. “ll telecronista disse ‘Djokovic è di nuovo alle prese con l’asma’ – racconta Cetojevic – ma le mie esperienze con la medicina cinese mi fecero capire che l’asma non c’entrava nulla. Ogni volta che il commentatore la menzionava, dicevo: ‘No, non è così!’. La maggior parte dei sintomi asmatici arrivano al mattino, e quel match si giocava di pomeriggio. Inoltre, se avesse avuto davvero l’asma, non avrebbe potuto giocare due ottimi set prima che apparissero i problemi respiratori”. La storia si fa sempre più appassionante. “Ho sospettato che il problema respiratorio di Djokovic derivasse da uno squilibrio nel suo apparato digerente, in particolare da un accumulo di tossine nell’intestino crasso. Nella medicina tradizionale cinese, i polmoni fanno coppia con l’intestino”. Spinto dalla moglie, Cetojevic ha combinato un appuntamento con Djokovic. Lo storico incontro è avvenuto nel luglio 2010, a Spalato, durante il match di Coppa Davis contro la Croazia. Gli ha fatto indossare un dispositivo che misura stress, tossine ambientali, onde cerebrali e allergie alimentari. “Dalle analisi è risultato che Nole era molto sensibile al glutine, una proteina presente nel grano, uno degli alimenti più comuni nella sua dieta. Come tanti giovani, era cresciuto mangiando alimenti come pane, pasta, pizza e frittelle”.
Il Djokovic ancora imbattuto nel 2013 è nato allora. Cetojevic gli ha imposto una dieta che sarebbe perfetta per un’ottantenne. Ha iniziato a mangiare barre di frutta, cereali senza glutine con bacche fresche, noci e tè a base di erbe. Djokovic era magro di suo, ma ha subito perso peso. Qualche dubbio gli è venuto, ma Cetojevic lo ha incoraggiato ad andare avanti. Era sicuro che la salute sarebbe presto migliorata. Oltre all’alimentazione, gli ha fatto capire l’importanza di un buon riposo notturno e gli ha insegnato alcune tecniche di rilassamento per restare calmo e concentrato durante una partita. Proprio come ha fatto a Indian Wells, prima contro Fognini e poi contro Dimitrov. Per sua stessa ammissione, fino al 2010 aveva un complesso d’inferiorità verso i due giganti Federer e Nadal. Quando i match diventavano complicati e importanti, aveva la tendenza a crollare. Cetojevic gli ha detto di fare respiri profondi, dimenticare il passato e concentrarsi sul presente. “C’è voluto un po’ di tempo affinchè si fidasse di me. Quando c’è riuscito, i progressi sono stati rapidi. Gli ho insegnato alcune tecniche di respirazione che lo aiutano a dormire e a concentrarsi sul presente piuttosto che su un punto appena giocato, magari andato male. Lui è stato un ottimo allievo”. Nel 2011, Nole ha messo la freccia ed è diventato numero 1 al mondo. Quell’anno ha vinto 10 tornei (tra cui tre Slam) e ha infilato una striscia di 43 vittorie consecutive. E’ stata una delle migliori stagioni nell’Era Open. La partnership, tuttavia, è durata poco. Cetojevic non ama i ritmi forsennati del tennis, a partire dai viaggi intercontinentali, e il sodalizio è terminato dopo la vittoria a Wimbledon 2011. Oggi si sentono ogni tanto. Cetojevic è stato il primo a stupirsi della bontà del suo lavoro. All’Australian Open 2012 ah giocato una semifinale di 4 ore e 50 contro Murray, poi la storica finale di 5 ore e 53 minuti contro Nadal. “Io potrei parlare all’infinito sull’importanza di ridurre il consumo di glutine, zucchero e bevande gassate. Forse potrei convincere qualcuno – dice Cetojevic – Ma se lo fa Djokovic, mostrando i risultati, migliaia di persone recepiscono il messaggio”. Federer e Nadal stanno già maledicendo quella nottata in cui Cetojevic ha acceso la TV. Non poteva restare a letto? Non poteva cambiare canale? No. Il destino aveva deciso così.
ANCHE LE RISATE
Il rapporto professionale tra Djokovic e Cetojevic è stato molto serio, improntato alla massima professionalità. Ma non sono mancate le risate. Una volta, dopo aver vinto un torneo, il suo team aspettava l’auto del torneo per tornare in hotel. Per ingannare l’attesa, il fisioterapista Miljan Amanovic ha visto un poster di Novak e gli ha disegnato un paio di baffi. Quando ha visto tutto, Nole ha detto: “Aspetta un po’”. Ha tirato fuori il pennarello che utilizza per gli autografi e ha aggiunto un po’ di barba. “Gli organizzatori non avrebbero mai immaginato che quel poster era stato deturpato dal diretto interessato” racconta Cetojevic.
INDIAN WELLS: DJOKOVIC b. DIMITROV 7-6 6-1
Il match contro il bulgaro è stato un buon esempio di quel che è diventato Novak Djokovic. Ha iniziato malissimo, sbagliando un colpo dopo l’altro fino a ritrovarsi 1-4 a 0-30 sul proprio servizio. A un certo punto, aveva commesso 13 errori gratuiti contro i 2 del bulgaro. Senza mostrare il minimo segno di cedimento, ha aspettato il suicidio di Dimitrov, puntualmente arrivato quando è andato a servire sul 5-3. Lì il bulgaro ha commesso quattro doppi falli, rimettendo in partita l’avversario. Un altro doppio fallo ha inuaugrato il tie-break, vinto 7-4 dal serbo, che poi ha dominato il secondo. “Le palle rimbalzano alte e il campo è piuttosto lento, diverso da Dubai – ha detto Djokovic- favorisce gli specialisti della terra rossa, ma le condizioni sono uguali per tutti”. Negli ottavi se la vedrà con Sam Querrey, che lo ha battuto a Parigi Bercy. “Non ho grandi ricordi di quella partita: giocai bene all’inizio, poi ho perso concentrazione. Sam è pericoloso, può giocare bene su tutte le superfici e lo ha dimostrato. Mi aspetto di giocare nella sessione serale, con un clima elettrizzante”.
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