Termina la striscia positiva di Djokovic. Uno spettacolare Federer lo tramortisce nel primo set e lo mette al tappeto nel secondo. Sarà stata la barba lunga, o semplicemente le condizioni indoor, ma lo svizzero ha infilato una prestazione sontuosa. Tuttavia, il Masters non è finito… 

Che Federer. Che spettacolo. A dare un senso a questo Masters, a mettere in piedi una partita degna di questo nome, non poteva che essere lo svizzero. Passano gli anni, si avvicina il giorno del rimpianto. E se negli Slam il fisico non riesce più a supportarlo fino in fondo, sulla breve distanza è ancora in grado di palesarsi così come agli albori. In tutta la sua maestria. E regalare spettacolo. Incontro forse non indicativo, il 7-5 6-2 rifilato Novak Djokovic nel gruppo intitolato a Stan Smith, sicuramente non decisivo per entrambi. Incontro che avrebbe avuto esito diverso, fosse stato uno scontro diretto. Ma gli applausi rimangono, scroscianti e meritati. E rimane anche la perplessità per il secondo set giocato dal serbo, apparso sin troppo nervoso e spaesato, una volta vistosi sull'orlo del precipizio. E se tre delle sei sconfitte di questa stagione mostruosa sono venute proprio contro il 34enne Roger, le prospettive per i mesi a venire, per il circuito, non sono affatto rosee. Eppure l'inizio dell'incontro sembra raccontare la stessa storia di sempre. Nole comincia subito coi suoi palleggi sfiancanti, esasperati da un campo cui lentezza stronca sul nascere qualsiasi qualsiasi velleità di gioco a rete. E ottiene subito la palla break. Roger non si scompone, serve bene, aggredisce meglio e il pericolo è scampato. Aleggia la paura di sbagliare, la paura di perdere. Si procede spediti, pochissimi i punti concessi al servizio. Roger concede altri soli cinque punti. Nole, fino al 5 a 6, ne ha concessi due in più. Il tiebreak pare inevitabile, quasi una sentenza. Ma ecco la svolta dell'incontro. Djokovic serve e improvvisamente smarrisce i suoi colpi. A sorpresa, arrivano i setpoint. Il primo lo dilapida lasciandosi prendere dall'entusiasmo. Il secondo o trasforma nel migliore dei modi. Una demivolèe che emoziona il pubblico. Emoziona financo Edberg. E ammutolisce un incredulo Nole.

UN BALSAMO DI NOME FEDERER
Il serbo appare in chiara difficoltà, come raramente si era visto nel 2015. Cerca di allargare il gioco, di cambiare le carte in tavola, ma Federer ha intenzione di infierire. I suoi colpi viaggiano che è un piacere e subito, in apertura di secondo set, arrivano tre palle break. Consecutive. Nole annulla le prime due, sulla terza ci pensa Roger, con fortuna e maestria. Una palla corta, cortissima e insidiosissima, che fa inciampare Nole nella terra di nessuno. E lo svizzero è in fuga. E' il momento di chiudere, per Roger: serve per confermare il break ed è ancora l'eccessivo entusiasmo che lo porta a lasciar scappare un paio dei suoi colpi. Il controbreak è immediato, senza che nemmeno Nole debba impegnarsi. Ma non è serata, per il serbo. La sua testa sembra essere da tutt'altra parte. Si rivolge spesso al suo angolo, orfano di Becker. E si ritrova nuovamente sull'orlo del precipizio. Arrivano altre due occasioni, per Federer, per andare nuovamente in fuga. Per far scorrere i titoli di coda. E la fuga per la vittoria arriva. Ottenuta e disegnata con un rovescio sontuoso. Non ci sono più segni di vita, dall'altra parte della rete, l'ex numero uno al mondo prima conferma il break a zero e poi, sul 2 a 5, decide che non è il caso di allungare la serata. Con Mirka in tribuna che pare assonnata, arriva subito al matchpoint. Nole riesce solo a rimandare la sentenza, al termine dello scambio più lungo dell'incontro. Ma pochi minuti dopo corona la sua pessima prestazione con l'ennesimo errore non forzato. E Roger alza le braccia al cielo, sorridente e barbuto. E si regala la semifinale. E regala, al pubblico e al torneo, una parentesi di ottimo, bellissimo tennis. Ce n'era proprio bisogno. 

 

ATP WORLD TOUR FINALS – Gruppo Stan Smith

Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (GIA) 6-1 6-1

Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 6-2

Kei Nishikori (GIA) b. Tomas Berdych (CZE) 7-5 3-6 6-3

Roger Federer (SUI) b. Novak Djokovic (SRB) 7-5 6-2