A 10, 12 anni, anche i più importanti tornei europei devono essere considerati una tappa, non un obiettivo. Quello che il nostro talent scout nota invece….

foto JBLS Photography – Tina Jansone

Una tappa obbligata per un talent scout tennistico è senza dubbio l’under 12 di Auray, torneo a cui vado sempre volentieri, sia per la ospitalità della gente sia per la bellezza del posto, la sua personalità e le sue caratteristiche. La Francia è bellissima, la gente squisita ed aperta, e se potessimo traportare i parigini altrove sarebbe uno spicchio di Paradiso…
Ad Auray ogni anno vedi tanti ragazzini e ragazzine che giocano bene e hanno grande potenziale. E sono proprio le ragazzine che guardo di più: tranquilli, non sono un maniaco… E’ solo che a 12 anni le ragazze sono più precoci dei maschietti. Però, prima di darvi dei nomi, vorrei fare un piccolo ragionamento. Ogni anno il livello medio è migliore fin dalle qualificazioni; i match sono spesso equilibrati ad un buon livello. Ebbene, proprio questo mi spaventa un po’. Non e’ troppo presto?
Diciamo che in media diventi un buon giocatore verso i 20, 21 anni. Se ci arrivi relativamente ‘fresco’, è un conto; ma se ci arrivi già mentalmente stanco, quasi stressato, diventa un problema perché è difficile che la testa regga per un’altra decina di anni e forse più, e se vuoi vivere di tennis, i soldi sono nel circuito.
Incuriosito da questa mia supposizione, mi sono rivisto a Tarbes i tabelloni degli ultimi 20 anni e sono pochissimi i vincitori del torneo che sono diventati molto forti, mentre sono molti di più ma sempre pochi quelli che hanno partecipato. Auray anche segue lo stesso trend.
Quello che non mi piace non è tanto se un ragazzo lo ha vinto o è uscito subito, ma il fatto che oggi questi tornei sono diventati un obiettivo, un punto di arrivo per questi bambini. Non più una tappa, uno step per migliorarsi, bensì quasi una questione di vita o di morte.
E’ come se a scuola il tuo obiettivo fosse essere il primo della classe in terza elementare, e non imparare a diventare una donna o un uomo che un giorno avranno una famiglia.
Le statistiche sono importanti in tutti i campi, e il tennis non fa eccezione; però come tante cose nella vita bisogna saperle leggere soprattutto quando si ha a che fare con una variante come la… palla.
Nel tennis poi è particolarmente difficile perché puoi vincere facendo meno game e meno punti del tuo avversario. Un anno a Wimbledon Martin Jaite conquistò per 7-6 il primo set contro Guy Forget, vincendo solo un punto sul sevizio del francese nel tie break ! (Forget, per la cronaca, vinse al quinto). O ancora: ti dicono ‘hai fatto 6 doppi falli’. Sì, ma quando li hai fatti ? Sul 40/0 per te, conta poco; sul 30/40 tanto. Ogni punto è diverso. Nonostante questo le statistiche sono una grande guida e davvero pochi vincitori di questi tornei sono diventati forti giocatori; di più se consideriamo tutti quelli che li hanno giocati, ma non tantissimi.
Uno degli ultimi vincitori di Tarbes diventato forte è il nostro Luca Nardi, di cui sono tifosissimo, ma tanti altri si sono persi.

Mi dicono che sono bravo nel mio mestiere: può essere, non voglio fare troppo il modesto anche se di cantonate ne ho prese tante; ma in questi tornei io cerco il gioco, il potenziale, mi piace vedere il comportamento in campo e fuori dal campo la personalità. Del risultato alla fine non mi importa molto, e questo sistema ha sempre funzionato bene.
Non sempre, come dicevo sopra, i primi della classe alle medie hanno poi successo nella vita adulta – e meno male, altrimenti io oggi dormirei alla Stazione Termini per quanto ero scarso. Quello che credo giusto è piuttosto tentare di indovinare chi interpreta al meglio questi tornei che vanno dagli under 10 agli under 18.
Ricordiamoci che sono tornei “under” che in inglese vuol dire sotto: e nella vita di solito preferisco stare sopra che sotto. I giocatori di tennis sono come i cavalli da corsa ; alcuni sono precoci altri sbocciano più tardi. Se i più tardivi non li rispetti, e li forzi, li distruggi, sia mentalmente sia fisicamente.
Prendiamo due leggende come Nadal e Federer. Rafa era precoce ed è diventato Nadal. Federer molto meno, e a Tarbes perse al secondo turno, cominciando a vincere a 17, 18 anni. L’avessero forzato, fatto lavorare troppo, sarebbe diventato Federer? Io credo di no. Chiudo dandovi qualche nome per il futuro.

Maschile

Jacub Kincl, ceco, ha vinto, gioca bene ed è più formato fisicamente. Tomas Gabor, inglese piccolo e talentuoso. Thiago Carmasol, francese con tanto talento ma troppo “francese”: cioé se la tira, come diciamo a Roma, ma sa giocare.
Jules Haenhel,10 anni, francese, grande potenziale, lo seguirò. Kai Hodkinson (Gran Bretagna), non appariscente ma molto concreto: sa vincere.
Samuel Tigani, italiano ancora piccolo, ma anche lui sa giocare.

Femminile

Tina Jansone (Lettonia), fisicamente superiore, e ben allenata, è però una di quelle che ha l’obiettivo di vincere questi tornei… Karla Barzakova (Bulgaria) molto verde ma ha potenziale: fra l’altro il papà e’ stato due volte campione mondiale di catch, meglio non litigarci…
Josephine Silfsverschoid (Svezia), dieci anni, talento immenso, direttamente proporzionale all’ impronunciabilità del cognome: la mia preferita.
Lyubov Pronenko (Russia): molto alta per la sua età ma non male. Ana Maria Rebić (Croazia): vedi sopra. Carlotta Arginelli, italiana, ancora piccola ma molto molto brava, mi è piaciuta tantissimo. Una bella speranza per il nostro tennis.