Dopo un'attesa di 10 anni, la Società Tennis Bassano è finalmente Campione d'Italia. Il punto decisivo arriva da Paolo Lorenzi. Festeggiamenti scatenati, doccia per tutti!
Andreas Seppi ha regalato alla Società Tennis Bassano il fondamentale punto del 2-0
(Foto Costantini – FIT / E’ di Costantini anche la foto in home page)
Dall’inviato a Rovereto, Riccardo Bisti – 9 dicembre 2013
Il sogno si è compiuto. Ed è giusto, bello e simbolico che il punto decisivo sia arrivato da Paolo Lorenzi, anzi, “Paolino”, come lo chiamano affettuosamente a Bassano del Grappa. Il senese fu uno dei primi tesserati dalla Società Tennis Bassano quando è iniziata l’avventura della Serie A1. Non ha mai tradito, mostrando una fedeltà d’altri tempi, tanto da poter essere schierato come elemento “bandiera”. Sul punteggio di 3-0, soltanto un miracolo avrebbe potuto consentire la clamorosa rimonta al Circolo Canottieri Aniene. La sfida tra Lorenzi e Flavio Cipolla, probabilmente, non sarebbe stata comunque decisiva. Ma Paolino ha voluto vincere a tutti i costi, portando a casa il successo dopo aver dominato, sofferto, arrancato e rischiato una clamorosa sconfitta. Ci sono volute 2 ore e 36 minuti per sigillare il punto del 4-0, maturato con il punteggio di 6-1 6-7 7-6. Sembrava una passeggiata, poi è diventato un incubo. Cipolla è sceso in campo con un’ora di ritardo, forse perché scarico a causa del punteggio quasi compromesso, forse perché non si aspettava un Lorenzi così incisivo dopo che nei giorni scorsi aveva combattuto con un problema al braccio. Invece ha pressato a più non posso e ha dominato fino al 6-1 4-1, con doppio break. Sembrava tutto facile, fin quasi banale. Ma le vittorie sono più belle se condite da un pizzico di sofferenza. E che sofferenza! Cipolla ha preso a giocare benissimo e ha risucchiato i due break di svantaggio. Eloquente il punto che lo ha issato a 4-4, con Lorenzi incapace di chiudere un punto a rete e infilato da un passante in corsa. Persino il compassato pubblico dell’Aniene si è esaltato. Ma il tennis è uno sport mentale, e (anche) per questo bellissimo. E allora è successo l’imponderabile: due break consecutivi (5-4, 5-5) hanno condotto al tie-break, vinto da Cipolla per sette punti a cinque. In altri tempi, Lorenzi avrebbe mollato. Invece ha continuato a lottare, pur in condizioni fisiche così così. Ha adottato un sistematico serve and volley, che sembrava non bastare. Soprattutto quando Cipolla ha centrato il break ed è salito 3-2 e servizio. Invece Paolino non si è arreso e, trovato, l’immediato controbreak, ha condotto la partita fino al tie-break, vinto senza grossi patemi. Il grande rimpianto di Cipolla sta nelle tre palle break sciupate sul 5-5. L'ultima, in particolare, grida vendetta. Aveva uno smash, non difficile per lui. Invece ha soltanto appoggiato la palla ed è stato infilato da un passante in corsa.
Dopo l'ultimo punto è scoppiato l’entusiasmo. Giusto il tempo di stringere la mano a Cipolla, e i tifosi del Bassano hanno potuto compiere il gesto tanto desiderato: invadere il terreno di gioco e ballare, danzare, festeggiare. C’erano tutti, a partire dai super-dirigenti Loretta Andreatta e Roberto Rossi, coloro che più di tutti (insieme ai capitani) hanno creduto e investito nel progetto. Per loro era diventata un’ossessione. Per togliersi il tarlo, hanno avuto bisogno di schierare Andreas Seppi, Jesse Huta Galung e due giocatori dal gran rendimento come Marco Crugnola e Alessio Di Mauro. E’ curioso, il destino del siciliano: si è aggiudicato il secondo scudetto in carriera, e in entrambe le occasioni non è mai sceso in campo in finale dopo essere stato decisivo nella fase a gironi. Ed è stato bello che Marco Moretto lo abbia ricordato durante la premiazione. L’Aniene torna a casa senza rimpianti. Forse poteva strappare questo punto, magari vincere un doppio, ma onestamente il Bassano era più forte. E ha meritato questo titolo. Adesso è giunto il momento dei festeggiamenti. La gente ha potuto assistere a quelli sul campo, ma in pochi hanno visto cosa è successo negli spogliatoi del palazzetto di Rovereto. Chiunque capitasse a tiro, è stato invaso da una secchiata d’acqua, giornalisti compresi. Una gioia incontenibile. Il più emozionato era Marco Moretto, il più loquace tra i due capitani. “Non so dire cosa ho pensato dopo l’ultimo punto. E’ stato un indescrivibile concentrato di emozioni. Sono troppo felice che l’ultimo punto sia arrivato da Paolino, in forza al nostro club da 10 anni. Gliel’ho anche detto prima della partita. Adesso lo posso dire: durante il weekend, non ho mai avuto il timore di poter perdere. I ragazzi erano troppo concentrati, sapevamo che sarebbe stata la volta buona”. Questa vittoria è il compimento di un percorso non facile, fatto di sconfitte e sfortune. Anche quest’anno è stata una sofferenza, poiché i giallorossi hanno dovuto giocare i quarti a causa dello 0-6 a tavolino di Udine-Crema che ha rivoluzionato gli accoppiamenti. Ma c’è stato un momento, in questi due mesi di campionato, in cui avete pensato di non farcela? “Soltanto uno: il pareggio contro il Circolo Tennis Rovereto. Dopo quella partita mi sono preoccupato, perché pareggiare in formazione-tipo contro una squadra non in lotta per lo scudetto mi ha fatto pensare se davvero meritavamo questo successo”.
Da lì in poi è stata una cavalcata inarrestabile, anche quando le vacanze di Seppi, gli impegni agonistici di Huta Galung e i problemi fisici di Lorenzi hanno costretto a formazioni rimaneggiate. Ma Crugnola e Di Mauro, così come i ragazzi del vivaio, si sono fatti trovare pronti. Nel clan bassanese, nessuno vuole pensare al futuro. E’ tempo di festeggiare, godere, gioire a più non posso. Ma è d’obbligo pensarci, almeno per il cronista. “Per come la vedo io, questo scudetto è il compimento di un percorso, il coronamento di un sogno – dice Moretto, strappato per un attimo ai festeggiamenti – questo non ci vieta di aprire un altro ciclo, ma dipenderà soprattutto dalle risorse economiche. Speriamo che gli sponsor abbiano voglia di investire su di noi. Dipenderà soprattutto da loro”. Termina così, nella pancia del Palazzetto dello Sport di Rovereto (ultima finale ai piedi delle Dolomiti?) una discreta edizione del Campionato. I problemi ci sono, ma le squadre hanno dato il meglio fino all’ultima palla. Ed è stato bello ascoltare le dichiarazioni di Marco Barbiero durante la premiazione. “Capisco molto bene la gioia di Bassano, anche noi abbiamo vissuto una sensazione del genere tre anni fa, quando ci siamo liberati di un’ossessione. Usciamo senza rimpianti, abbiamo dato tutto…e siamo contenti per voi”. Quando le telecamere di SuperTennis si erano già spente, ha tributato un abbraccio a Moretto e Fioravanzo. Un abbraccio sincero e onesto, così come è stata corretta questa finale. I giudici di linea hanno combinato più di un pasticcio, ma non ci sono state contestazioni né incandescenze. Il futuro è un’incognita, un profondo punto interrogativo. Se davvero la FIT renderà operativi i cambiamenti già annunciati, il livello si abbasserà ulteriormente e almeno la metà dei club potrebbe incontrare seri problemi per allestire la squadra. Allo stesso tempo, alcune deluse del 2013 stanno già pensando a rinforzarsi. Ma questa è un’altra storia. Adesso è il giorno di Bassano. Il grande giorno di Bassano.
SERIE A1 UOMINI – FINALE
SOCIETA' TENNIS BASSANO – CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE 4-0
Marco Crugnola (ST Bassano) b. Vincenzo Santopadre (CC Aniene) 6-4 6-4
Andreas Seppi (ST Bassano) b. Potito Starace (CC Aniene) 5-7 7-6 6-3
Jesse Huta Galung (ST Bassano) b. Simone Vagnozzi (CC Aniene) 7-6 6-3
Paolo Lorenzi (ST Bassano) b. Flavio Cipolla (CC Aniene) 6-1 6-7 7-6
SOCIETA' TENNIS BASSANO CAMPIONE D'ITALIA
Paolo Lorenzi attorniato dai tifosi della ST Bassano dopo il punto del 4-0
(Foto Costantini – FIT)
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