Che partita a Madrid! La bielorussa ha tre matchpoint consecutivi ma Serena cancella i primi due ruggendo. Sul terzo, tuttavia, Vika entra in un mare di doppi falli che la condanna. 26esimo successo di fila per l'americana: il record di Venus è nel mirino. 

La partita più intensa dell'anno avrebbe meritato un finale diverso. Invece Victoria Azarenka si è spenta sul più bello, nel modo peggiore, e adesso si trova a un bivio: trarre nuova linfa dalla quasi vittoria su Serena Williams, oppure deprimersi e piombare in crisi. Lo scopriremo presto, magari già agli Internazionali BNL d'Italia. In due ore e 43 minuti, Vika è stata per tre volte a un punto dal match, sul 6-5 al terzo, quando si è portata sul 40-0. L'impresa sembrava servita, sistemata, pronta a restituirci una ex numero 1, l'unica che è in grado di battere Serena Williams anche quando è in palla, sia di fisico che di testa. Invece c'è stato un mix di colpe e di grandezza dell'americana. Perchè se tutti ricorderanno l'ace mancato sul terzo setpoint (palla giudicata buona e poi fuori), foriero di tre doppi falli consecutivi, va ricordato che nei primi due matchpoint era stata Serena a fare i miracoli. Ancora una volta, ha dimostrato di essere la più brava di tutte, non solo di questa epoca. Come ogni match femminile che si rispetti, ci sono stati continui alti e bassi nel punteggio. Talmente tanti che la Azarenka, nello spogliatoio, non saprà da dove cominciare con le recriminazioni. Nel tie-break del primo set, per esempio, è stata avanti 5-1 prima di concedere ben 6 punti consecutivi che hanno spedito avanti l'americana. Ma non ha mollato, fedele al suo stile, e ha vinto il secondo set, peraltro dopo aver rimontato un break di svantaggio.


LA SERIE POSITIVA RESTA A GALLA

Ha tenuto duro anche nel terzo, rincorrendo la Williams e annullando un matchpoint nel decimo game. Col senno di poi, probabilmente, sarebbe stato meglio perdere lì. Avrebbe avuto meno scorie, meno tarli mentali. Invece ha trovato il break all'undicesimo gioco ed è arrivata lassù, a pochi millimetri dalla libidine. Victoria è tornata Vika, lo aveva mostrato anche al primo turno contro Venus Williams. E tutto sommato una sconfitta contro Serena è sempre tollerabile. Se Serena ha vinto 19 Slam contro i due della Azarenka, beh, c'è un motivo. Fatte le debite proporzioni, era accaduto lo stesso quando Maria Sharapova è stata più fredda di Caroline Garcia in un match molto interessante, replay della sfida di quattro anni fa al Roland Garros, foriera del famoso tweet di Andy Murray. Stavolta è stata la russa a partire meglio, ma la francese ha alzato la qualità del suo tennis e nel terzo dava l'impressione di avere più benzina. Ma nei momenti decisivi, si sa, il braccio di Maria non trema mai (è finita 6-2 4-6 7-5 per lei). Come quello di Serena, che ha intascato il 26esimo successo di fila, sua seconda miglior striscia vincente dopo quella del 2013. Curiosamente, ha eguagliato il primato personale della Azarenka, che nel 2012 si fermò proprio a 26. La serie positiva più lunga del 21esimo secolo, a sorpresa, non appartiene a Serena, bensì alla sorella Venus, che nel 2000 vinse ben 35 partite di fila prima di perdere da Lindsay Davenport nella finale di Linz. Il prossimo obiettivo sarà superare la sorella e scrivere un altra pagina di storia. Per riuscirci deve vincere Madrid, ripetersi a Roma e passare almeno un paio di turni al Roland Garros. Per chi chiude gli occhi sui matchpoint altrui e li cancella a suon di missili, è tutt'altro che impossibile. Se poi c'è anche un pizzico di fortuna….

 

CIRCUITO WTA – LE STRISCE PIU' LUNGHE DEL 21ESIMO SECOLO

Venus Williams – 35 (Da Wimbledon 2000 a Linz 2000, interrotta dalla Davenport)

Serena Williams – 34 (Da Miami 2013 a Wimbledon 2013, interrotta dalla Lisicki)

Justine Henin – 32 (Da Toronto 2007 ad Australian Open 2008, interrotta dalla Sharapova)

Victoria Azarenka – 26 (Da Sydney 2012 a Miami 2012, interrotta dalla Bartoli)

Serena Williams – 26 (Dai WTA Championships 2014 a oggi / ancora in corsa)

PREMIER MANDATORY MADRID – IL TABELLONE