Lunedì prossimo, Maria Sharapova lancerà la sua linea di caramelle anche nel paese natale. “La Russia è ancora molto importante per me. Ma non vi aspettate che scenda in politica!” 
Uno dei tanti cartelli promozionali delle caramelle Sugarpova

TennisBest – 26 aprile 2013

 
Per la sua prima avventura veramente extra-tennistica, Maria Sharapova si è affidata a strumenti familiari: tacchi alti, rossetto e colori sgargianti. Con questa immagine sexy e ammiccante, la russa ha lanciato la sua linea di caramelle “Sugarpova”. La scelta di puntare sulle caramelle non è casuale: “Quando mi sono trasferita in America avevo sette anni, sono andata in un cinema e ho trovato una vasta gamma di caramelle gommose – ha detto Masha, in questi giorni impegnata al torneo WTA di Stoccarda – in Russia non avevo mai visto nulla di simile. Mi piaceva molto l’idea, così ho deciso di lanciare la mia linea di caramelle. Mi sembra una cosa giovane e divertente". Le Sugarpova si trovano in confezioni colorate e sono composte da 12 varietà di gusti e sapori. La vendita è iniziata negli Stati Uniti, poi si è diffusa in altri paesi, tra cui Gran Bretagna e Giappone. 20 anni dopo, anche la Russia avrà le caramelle che tanto avevano affascinato la piccola Masha. Lunedì, infatti, si rercherà a Mosca e lancerà il suo prodotto anche nel paese natale. Maria è nata a Nyagan (“Il più bel posto del mondo”), e ha detto che il mercato russo era nella sua mente sin dall’inizio. “Penso che i russi apprezzino molto la qualità – ha detto – apprezzano i marchi prestigiosi, ma sono in grado di capire cosa è un buon prodotto e cosa no”. La Sharapova ha vissuto anche a Sochi, dove si terranno le prossime olimpiadi invernali.  “Quando ero piccola, nessuno la conosceva. Dovevo spiegare che abbiamo le montagne e il Mar Nero. Sono lieta che avremo le Olimpiadi, così non dovrò più spiegare da dove vengo. Potremo far vedere a tutto il mondo la bellezza di Sochi”. Per lanciare le caramelle Sugarpova in Russia, la Sharapova ha rilasciato un’intervista al Moscow Times. Vale la pena leggerla, perché è diversa dai soliti: “Devo essere aggressiva, la mia prossima avversaria è forte” ecc…
 
Perché hai scelto le caramelle per il tuo primo business?
Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di avere molte collaborazioni con aziende importanti: ho lavorato su scarpe e borse Cole Haan e ho condiviso idee di marketing con Tag Heuer. Mi sono resa conto che avrei voluto fare qualcosa in cui l’ultima decisione spettava a me. E che dipendesse solo da me. Per la creazione ci sono voluti due anni di lavoro, forse più del previsto, ma ho voluto assicurarmi che le cose si facessero per bene.
 
Si dice che tu abbia un debole per i dolci. Quali sono i tuoi preferiti?
Sono un’atleta professionista, quindi devo stare attenta a trovare il momento giusto per i dolci. Quando ero piccola, dopo ogni allenamento, chiedevo sempre ai miei genitori di comprarmi qualcosa di dolce, magari un lecca lecca.
 
Sei in grado di trasferire la tua grinta agonistica anche nel mondo degli affari?
Ci sono diversi tipi di business. La somiglianza tra il tennis e le caramelle sta nella competizione. Voglio che Sugarpova sia la migliore marca di caramelle al mondo. Quando mi è venuta l’idea, ho fatto molte ricerche online sulla qualità delle caramelle e ho chiesto agli amici quale fosse la loro marca preferita. Nessuno ha citato un marchio: si ricordavano la forma, dicendo cose tipo: “Quella rotonda”, “Quella a forma di orso”. Ho pensato che fosse una buona opportunità: nessuno conosceva una marca, allora avrei potuto inserirmi in quel settore.
 
Che consiglio daresti a chi vuole fare affari in Russia?
Quando sono partita negli Stati Uniti, avevo in mente di farlo anche in Russia. I russi sono bravi a capire la qualità dei prodotti. Magari comprano un prodotto per una volta, ma se si rendono conto che non è buono, non diventano certo clienti abituali. Per questo era importante promuovere Sugarpova nel mio paese. E’ stata la Russia a venire da noi, perché avevano visto il prodotto e ne hanno intuito la qualità. Si sono fatti vivi dopo che siamo partiti negli Stati Uniti e in Australia.
 
E cosa diresti a un giovane russo che vuole lanciarsi nel mondo del business?
Per me è stato importante creare un marchio tutto mio, che potessi rappresentare per le sue qualità. Quando hai un’idea e la porti in giro per il mondo, e ottieni reazioni di vario tipo, puoi rappresentare cose diverse agli occhi della gente. Bisogna avere la propria visione delle cose e portarla in giro senza timore, soprattutto quando sei giovane. Io sono una buona tennista, ma non sono assolutamente un’intenditrice di caramelle. Ho imparato tante cose durante la creazione del marchio. Ho dovuto acquisire conoscenze ed esperienza per raggiungere la posizione attuale, dove i negozi di dolciumi di tutto il mondo vogliono avere le caramelle Sugarpova. Non pensavo che saremmo partiti così bene. Ero convinta che ci sarebbe voluto più tempo. Ma penso di essere stata aiutata dal fatto di sapere cosa avrebbe rappresentato il brand: un marchio di qualità, dalla bontà, all’imballaggio, al modo in cui si presenta.
 

Essendo una russa di primo piano, avverti la pressione di migliorare l’immagine della Russia all’estero?
Non ho mai avvertito questa pressione. Sono nata in Russia e sono orgogliosa di venire da lì. Ho ancora dei parenti in Russia, la rappresento quotidianamente. Amo tante cose della Russia: la cultura, la forza di rialzarsi dai momenti difficili. Credo che quest’ultima sia una caratteristica unica. Sono circondata da stranieri, soprattutto americani, ma quando sono a casa con i miei genitori, o parlo con i miei nonni, sento che la Russia è una parte molto importante della mia vita. Sento molto la responsabilità di giocare per il mio paese, anche se l’ho lasciato molto tempo fa.
 
Hai qualche idea su come potrebbero migliorare i rapporti tra Russia e Stati Uniti?
Penso che siano migliorati, al di là di quello che faccio. Io sono una piccola parte di tutto questo. Onestamente, qualsiasi cosa dica, non è importante per i milioni di persone che vivono in entrambi i paesi.
 
Deduco che tu non sia interessata ad entrare in politica come ha fatto Marat Safin…
Si, ne resto fuori! E’ qualcosa che non vedo nel mio futuro. Mi vedo più nell’area del design e della creatività, piuttosto che nella politica.
 

Chi sono i tuoi modelli di riferimento?
Domanda difficile. Crescendo non ho mai avuto modelli veri, sia dentro che fuori lo sport. Quando una bambina viene da me e mi dice “Voglio essere come te”, io penso “Che bello, ma dovrebbe cercare di essere migliore di me”.  Ammiro le persone forti, ammiro le azioni che ritengo giuste, ma non credo che ci sia qualcuno veramente bravo in tutto.
 
Puoi descrivere un problema o una sfida che hai dovuto affrontare, e come l’hai risolto?
Nel tennis, il momento più duro è stato l’infortunio alla spalla quando avevo 21 anni. Per un tennista è abbastanza strano avere un problema di quel tipo e doversi sottoporre a intervento chirurgico così giovani. Sono stata ferma per nove mesi. E’ stata una grande sfida perché avevo già vinto due Slam e avrei potuto smettere di giocare. Ma volevo tornare. Volevo vivere di nuovo certi momenti. E’ stato un episodio che mi ha fatto capire cosa fosse davvero importante per me.