da Londra, Giorgio Spalluto
Quando qualche giorno prima dei Championships il nome di Sabine Lisicki fu accostato a quello delle carneadi britanniche beneficiarie, come la tedesca, di una wild card per il tabellone principale di Wimbledon, si era da più parti plaudito alla scelta saggia degli organizzatori londinesi di voler premiare una ragazza sfortunata che, proprio sui prati di Church Road due anni fa, diede un saggio di tutte le sue immani potenzialità, issandosi sino ai quarti. Si sprecarono all’indomani di quell’exploit i paragoni con Steffi Graf per la ragazzona di origini polacche, capace in poco tempo di issarsi sino alla 22esima posizione del ranking, ottenuta anche grazie al successo nel Premier di Charleston dove mise in fila una dietro l’altra Venus Williams, Marion Bartoli e Caroline Wozniacki.
Gli accostamenti alla grande Steffi non potranno che farsi ancora più consistenti adesso che Sabine è diventata la prima semifinalista a Wimbledon dai tempi della Graf (1999) raggiungendo il penultimo atto nel torneo del suo destino, lo stesso che l’aveva rivelata due anni fa e che sancisce il suo ritorno ufficiale nel gotha del tennis mondiale.
Dopo l’impresa compiuta nei trentaduesimi contro Na Li, cui aveva annullato 2 matchpoint, la tennista di origine polacca ha superato un test probabilmente più ostico, come quello rappresentato da Marion Bartoli, sconfitta con il punteggio di 6-4 6-7(4) 6-1. Encomiabile la francese per come è rimasta attaccata a un match in cui è stata sovrastata dall’avversaria in ogni settore del campo e in cui è sempre costretta a rincorrere una Lisicki partita a mille con un break a zero che preannuncia il ciclone che sta per abbattersi sulla povera “corsa”. Un ciclone molto simile a quello che fuori dal Centre Court sta inondando i restanti campi sprovvisti di tetto. A frenare la progressione della tedesca è proprio un tuono che la fa sobbalzare, tra le risate di un pubblico che quest’oggi può vantare tra le sue fila due straordinari golfisti come Rory McIlroy, fresco vincitore degli US Open e Colin Montgomerie.
“Boom Boom Bine”, così come è soprannominata Sabine, non si fa assolutamente intimidire dal controbreak subito nel secondo game. Strappa nuovamente il servizio alla francese, mostrandosi inavvicinabile nei suoi turni di battuta. La Bartoli deve invece recuperare da 0-30, sull’1-3 e da 15-30 sul 2-4, beneficiando nel momento cruciale del game di un “falco” particolarmente generoso che valuta buono uno schiaffo al volo che tocca un pizzico di riga. Marion rincorre qualsiasi palla e qualsiasi situazione di punteggio, annulla due setpoint sul 3-5, ma nulla può nel successivo turno di battuta della Lisicki, il cui 6-4 finale è un punteggio che le sta molto stretto.
All’inizio del secondo set, la francese profonde il massimo sforzo per cercare di instillare qualche dubbio nella macchina perfetta della teutonica. Al break con cui la Bartoli si porta sul 3-1, risponde Sabine con un game perfetto impreziosito da una palla corta di dritto straordinaria che ricade dolcemente qualche centimetro dopo il nastro. Non solo potenza bruta, quella messa in mostra oggi dall’epigona di Steffi Graf, ma anche una straordinaria sensibilità.
La tedesca impatta sul 3-3 con il 5° ace del suo incontro, realizzando nel nono game il break che sembra definitivamente sopire le velleità di successo della Bartoli e che consente alla Lisicki di servire per il match sul 5-4. Mai vendere la pelle della… francese prima di averla tennisticamente uccisa.
Al termine di un game di intensità straordinaria, Marion torna in partita annullando tre matchpoint alla tedesca che tradisce un minimo di tensione, realizzando in chiusura il primo doppio fallo dell’incontro. Il livello del match è altissimo. La Bartoli concretizza l’inerzia del match tutta in suo favore, aggiudicandosi il tiebreak per 7-4, con una splendida palla corta che le garantisce un insperato terzo set.
La Lisicki reagisce, ricominciando a martellare di dritto e involandosi sul 3-0. Alla Bartoli non riesce l’ennesimo miracolo di questo Wimbledon in cui aveva annullato 3 matchpoint alla Dominguez Lino e uno svantaggio di 3-5 nel terzo con la Pennetta, lasciando campo libero alla tedesca. Un altro break sancisce il 6-1 finale.
E' la settima vittoria in carriera per Sabine Lisicki contro una top ten: ai successi su Anna Chakvetadze (n° 6) a Miami 2008, Venus Williams (n° 5) a Charleston 2009, Svetlana Kuznetsova (n° 5) a Wimbledon 2009, Caroline Wozniacki (n° 9) a Wimbledon 2009, Na Li (n° 6) a Stoccarda 2011, Na Li (n° 4) a Wimbledon 2011, si aggiunge quello odierno ai danni di Marion Bartoli (n° 9).
Sabine è la seconda tennista, beneficiaria di una wild card, a raggiungere le semifinali dopo la cinese Jie Zheng che riuscì nella stessa impresa nel 2008 quando perse nel penultimo atto per 6-2 7-6 da Serena Williams. Precipitata nel marzo di quest’anno addirittura al n. 218, la Lisicki è già sicura di tornare tra le top 30.
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Il tuono che ha fatto sobbalzare Sabine Lisicki
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