PRIMO BLOCCO – La crisi di Amburgo: un torneo ultra-secolare, di grande tradizione, non ha neanche un top-20 in gara. “Per rilanciarsi, dovrebbe passare al cemento” dice Jacopo Lo Monaco, che espone un paio di idee sul circuito ATP: “Ci vorrebbe una percentuale fissa per le varie superfici, inoltre toglierei l'obbligo di giocare i Masters 1000: i tennisti si devono presentare sempre al meglio”. Torna in ballo il nome di Etienne De Villiers: tra le varie iniziative, aveva inaugurato il nuovo format del doppio. Così lo ha salvato? Capitolo Next Gen: “Non sopporto questo nome – dice Jacopo, che ha seguito il successo di Andrey Rublev a Umago – sta imparando a giocare, ma la sua idea di tennis è ancora vaga: tira forte, non ha grandi schemi e non sa difendere. Però a Umago non ne ha avuto bisogno: non avevo mai visto Fognini così sulla difensiva in un match sulla terra battuta”. Il russo, resta comunque il suo Under 21 preferito. “E lo dico da tempo. Per il resto, mi domando come mai Shapovalov abbia più notorietà di Ruud, pur essendo indietro in classifica”. Il giovane Akira Santillan ha ripreso a giocare per l'Australia. “Non mi piace che un giocatore abbia questa opportunità – dice Jacopo – sin da giovane, devi decidere chi rappresentare e poi basta. Ritengo che 12 anni sia un'età congrua per decidere la nazione. E sono d'accordo con la norma ITF che impedisce di giocare per una nazione dopo averlo già fatto per un'altra. Anzi, è il minimo”.
SECONDO BLOCCO – L'intervista-verità di Bernard Tomic e la sua “non passione” per il tennis. “Non vedo dove sia il problema: se non gli piace il tennis, sono affari suoi. Probabilmente amava il tennis molto di più da bambino, quando serviva meno sforzo per vincere sempre. Se oggi si impegnasse al massimo, non otterrebbe risultati tanto migliori”. L'australiano dice di aver ottenuto il 50% del suo potenziale, ma secondo Jacopo non esiste un top-100 ATP che si muova peggio di lui. “Quindi non sono d'accordo: ha limiti precisi e difficilmente migliorabili”. Tomic ha anche menzionato le sue possibilità economiche, irridendo chi lo critica. Si può giustificare così tanta arroganza? Su questo punto, le nostre opinioni divergono. Novak Djokovic saluta il 2017: “La sua assenza è un peccato, ma per riavere il Nole degli ultimi mesi è meglio che si fermi e si rimetta a posto”. Un solo dubbio: in che misura si tratta del problema al gomito, e quanto influiscono altri fattori? A chiudere, le vostre domande:
– Isner vince un ATP senza battere top-100, Berrettini vince un Challenger battendone due: non sarebbe il caso di dare un peso diverso a partite e tornei, basandosi sul valore dei partecipanti?
– Come mai Venus Williams si è sciolta in finale dopo aver giocato un grande Wimbledon? Riuscirà a vincere un altro Slam?
– E' giusto rivalutare i vecchi successi erbivori di Rafa Nadal?
– Chi sono i tennisti che ci assomigliano di più come stile?