IL CASO – I media di tutto il mondo riprendono questa bella storia: un tifoso di Roger Federer si sarebbe risvegliato dal coma dopo 11 anni, e avrebbe seguito in TV la finale dello Us Open. Ma ci sono alcuni dettagli che non tornano…

E' una storia troppo bella e troppo perfetta per sembrare verosimile. Un tifoso spagnolo di Roger Federer sarebbe entrato in coma nel 2004, si sarebbe risvegliato un mese fa, avrebbe chiesto (quasi subito) del suo idolo e si sarebbe guardato la finale dello Us Open contro Novak Djokovic. La storia è apparsa per prima sul sito spagnolo Punto de Break ed è stata ripresa dai media di tutto il mondo, anche molto importanti (su tutti, USA Today)…ma non quelli spagnoli! Se date un'occhiata alle pagine web del Pais, Marca, As e Mundo Deportivo, non ne trovate traccia. E la storia in sé lascia molti dubbi. La riassumiamo, così come è stata riportata da migliaia di fonti. C'era un ragazzo spagnolo, più esattamente di Siviglia, grande tifoso di Federer. Il 12 dicembre 2004, giorno del suo 19esimo compleanno (così scrive Punto de Break, altre fonti dicono 18esimo), lui e i suoi amici avrebbero deciso di trascorrere un weekend in una casa in montagna (forse in Sierra Morena? Perché non hanno scritto dove?) per festeggiare. Tuttavia, il gruppo avrebbe avuto un incidente: l'auto avrebbe invaso la corsia opposta e ci sarebbe stato un impatto frontale con un altro veicolo, per poi rotolare per diversi metri su una scarpata, con questi esiti: tutti illesi, a parte qualche ossa rotta, mentre Jesus Aparicio, il protagonista, avrebbe battuto la testa e sarebbe caduto in coma. Jesus Aparicio è un nome di fantasia, perché né lui e né la madre avrebbero voluto rivelare la loro identità per motivi di privacy. Questo significa che nessuno li può cercare, nessuno li può contattare, nessuno può chiedere ulteriori dettagli. Dobbiamo rifarci al racconto originale. Come detto, Jesus era un grande tifoso di Federer e non si perdeva un match. Gli amici raccontano che stava pianificando un viaggio a Londra per la successiva edizione di Wimbledon. Dopo l'incidente, la famiglia si sarebbe stretta attorno a lui. La madre, Rosario (anche questo è un nome di fantasia), ha detto: “E' stato un duro colpo per tutti, ma non abbiamo mai smesso di credere che questo giorno sarebbe arrivato. Tutte le notti gli parlavo all'orecchio e gli dicevo di stare tranquillo, che io ero accanto a lui”. Il 27 agosto, mentre lei si trovava nel bagno della camera, ha sentito la voce del figlio che la chiamava.

LA SPERANZA DI ANDARE A WIMBLEDON
Jesus avrebbe rapidamente recuperato la parola e le risposte agli stimoli. Credeva di avere ancora 19 anni e ricordava perfettamente il momento dell'incidente e persino la faccia del conducente dell'auto che gli veniva addosso (ma lui era al volante? Era sul sedile del passeggero? O magari su quelli posteriori?). Il racconto dice che il ragazzo ha diverse cicatrici in testa a causa delle “operazioni” a cui è stato sottoposto. Dopo che gli hanno raccontato cosa è successo in Spagna e nel mondo in questi 11 anni, ha chiesto di Roger Federer. “Quando mi hanno detto che ha 34 anni, gioca ancora ed è numero 2 del mondo, non ci potevo credere. Sapevo che era molto forte, ma non avrei mai immaginato che avrebbe vinto così tanto”. Jesus sarebbe rimasto sveglio tutta la notte per seguire la finale dello Us Open contro Djokovic. Non lo aveva mai sentito nominare, così come non sapeva che Rafael Nadal aveva vinto 14 Slam (nel 2004 Rafa era ancora a secco). Il sogno di Jesus? Riprendersi e poter assistere a Wimbledon, come aveva pianificato 11 anni prima. “Sarebbe il sogno della mia vita”. Durante il periodo in coma, ricorda di aver sognato più volte di aver visto Federer dal vivo e di farsi autografare una maglietta. Siamo convinti che lo svizzero, campione di umanità, non avrebbe problemi ad accoglierlo e conoscerlo, proprio come fece un paio d'anni fa con Beatriz Tinoco.


UNA STORIA CON ALCUNE OMBRE
Mentre centinaia di media riportavano pedissequamente la notizia, qualcuno ha lasciato spazio a dubbi. Possibile che sia tutto vero? Tra gli stessi commenti all'articolo è intervenuto Sergi Torres di mediodeportivos.com, portale che gestisce una decina di siti internet a sfondo sportivo, tra cui il tennistico “Punto de Break”. “Da MediosDeportivos e in particolare Sergi Torres, come coordinatore di rete di MediosDeportivos, chiariamo: La storia è stata raccolta da Josè M. Gutierrez Moron di prima mano, come è stata presa da lui, per questo non si trova su Google. Si proteggono i nomi delle persone su esplicita richiesta della famiglia. La notizia potrebbe essere stata filtrata (“colar”, in spagnolo, significa anche “far passare con l'inganno", ndr) a Josè M. Gutierrez ma non è intenzione né del nostro editore né di Punto de Break pubblicare storie false”. Tale messaggio difende la serietà della testata però semina il dubbio che qualcosa potrebbe non essere andato liscio tra fonte e giornalista. La storia insegna che esistono casi in cui una persona può risvegliarsi da uno stato vegetativo (o di minima coscienza, differenza sottile e difficile da diagnosticare) anche dopo molti anni. Alcuni sono famosi: su tutti quello dell'americano Terry Wallis, che nel 1984 ebbe un incidente automobilistico sulle montagne dell'Arkansas e aveva proprio 19 anni. Si è risvegliato nel 2003 e questa storia ha diverse similitudini con quella del misterioso Jesus. Similitudini che in certi casi sembrano addirittura somiglianze. C'è poi la storia del ferroviere polacco Jan Grzebsky, caduto in coma nel 1988, con il Muro di Berlino ancora in piedi, e risvegliatosi nel 2005. Qualcuno ritiene che la trama del famoso film "Goodbye Lenin" sia stata ispirata a lui (difficile: il film è del 2003, il risveglio risale al 2005). Si tratta di storie vere, senza pseudonimi e con tanto di prove fotografiche. Alcuni elementi, messi insieme, indeboliscono la storia di Jesus: i recuperi sono stati molto lenti e mai completi. Com'è possibile che lui, a 17 giorni dal risveglio, abbia guardato a casa sua la finale dello Us Open tanto da esprimere pareri e il desiderio di andare a Wimbledon? E poi, perché i giornali spagnoli (almeno le edizioni web) hanno ignorato la notizia? Forse perché non avevano certezze sulla veridicità? Non abbiamo gli strumenti per poter dire con certezza se la storia è vera o falsa, ma di sicuro ci sono elementi per dubitare. Se la storia è vera, complimenti a chi l'ha scovata. Fosse falsa, l'errore giornalistico in buona fede ci può stare. E' però incredibile che la notizia, sia stata ripresa, senza alcuna verifica, in tutto il mondo. Se andate su Google e digitate “'Jesus Aparicio' Federer”, troverete oltre 26.000 risultati! Zero verifiche, traduzioni più o meno approssimative e nessuna riflessione sulle stranezze della vicenda. Emergerebbero tante riflessioni sul giornalismo e sul suo stato di salute (valide se anche la storia fosse vera), ma non è questa la sede. Noi abbiamo ritenuto doveroso porci la domanda e restare – per ora – con un punto interrogativo: Jesus Aparicio esiste o è una bufala?