I campionati israeliani fanno deflagrare un pandemonio tra Shahar Peer e la giovane Deniz Khazaniuk, rea di aver rilasciato dichiarazioni lesive sul resto del team di Fed Cup. “Sei la vergogna di Israele”
Deniz Khazaniuk è nata il 24 ottobre 1994 ed è attualmente numero 555 WTA
Di Gianluca Roveda – 29 dicembre 2012
Il team israeliano di Fed Cup è stato a lungo limitato a due giocatrici: prima ci sono state Anna Smashnova (ex moglie di Claudio Pistolesi) e Tzipi Oblizer. Poi è giunto il periodo di Oblizer e Shahar Peer. Più recentemente, soltanto Shahar Peer e Julia Glushko. Da qualche anno, il team si trova nei gruppi zonali e affronta un duro girone a 16 squadre che si gioca subito dopo l’Australian Open. Tra queste, ne emergono un paio che si qualificano per i play off che mettono in palio un posto nel World Group II. Dal 2011, il maxi girone si gioca a Eliat, nel sud del paese. Nel 2013, oltre al fattore campo, le giocatrici avranno a disposizione un torneo ITF da 75.000 dollari per adattarsi alle condizioni. Nel 2012, il team israeliano era composto da Shahar Peer, Julia Glushko, Keren Shlomo e Deniz Khazaniuk. Avrebbe dovuto essere anche Valeria Patiuk, ma un infortunio l’ha tenuta fuori dai giochi. Non è andata troppo bene: inserite nel girone con Gran Bretagna, Portogallo e Olanda, il team ha vinto solo una partita ed ha chiuso in nona posizione. Due giorni dopo gli incontri (in cui avevano giocato solo Peer e Glushko), il quotidiano israeliano Maariv ha pubblicato una lunga intervista con la Khazaniuk, alla sua prima presenza in squadra. L’intervista era piena di critiche. La Khazaniuk si lamentava del conportamento delle compagne, l’etica del lavoro e la disorganizzazione del capitano, Lior Mor, il trattamento umiliante ricevuto dalle compagne e un atteggiamento generalmente infantile.
LE PAROLE DELLA KHAZANIUK
“Se il capitano Mor vede questo scempio da anni e ha scelto di non far nulla, beh, dovrebbe vergognarsi. Non ha alcun programma di lavoro. Fa tutto sull’impulso del momento. Una sera gli ho fatto semplici domande sul programma del giorno dopo, quando avremmo mangiato e quando ci saremmo allenate. Mi ha risposto che non lo sapeva e che avrebbe deciso all’ultimo, durante il briefing di inizio giornata”
“Mor e il coach Tomer Dank mi hanno trattato in modo disgustoso. Hanno cacciato dagli allenamenti il mio allenatore Yigal Kushmar e non mi hanno lasciata andare in bagno da sola, ma solo con il resto del team. Ci alzavamo alle 9.30 e andavamo ad allenarsi alle 11, mentre le altre squadre erano già in campo alle 8. Di sera, anzichè andare a dormire a un orario normale, cercavano ristoranti per uscire” (In verità, Israele giocava nella sessione pomeridiana al via alle 16, mentre metà delle squadre erano impegnate nella sessione mattutina delle 10, ndr)
“Le altre giocatrici mi hanno accolto male. Anzichè farmi sentire bene come una nuova arrivata, mi sono saltate addosso per tutto il tempo e mi hanno umiliata. Andavo a letto con un brutto senso di impotenza. Mi trattavano come se fossi la loro cameriera. Sin dall’inizio, Shahar, Julia e Keren mi avevano detto che ero nuova e quindi avrei dovuto lavorare per loro, portare gli asciugamani e soddisfare ogni loro richiesta”
“C’era un’abitudine nel team. A fine giornata, il capitano avrebbe deciso chi era stata la migliore delle quattro, e chi si era distinta di più avrebbe avuto delle caramelle. Shahar e Julia si sarebbero ammazzate per avere quelle caramelle”.
“Adesso che conosco la Peer, penso che sia un grande bluff. L’ho rispettata per non aver rilasciato molte interviste, ma ho scoperto che preferisce non esporsi molto proprio per nascondere la grandezza del suo bluff”.
L’intervista ha fatto molto rumore nel piccolo mondo del tennis israeliano. La Khazaniuk è stata pesantemente criticata per aver parlato dell’argomento sui media senza affrontare i capi della Israeli Tennis Association (ITA). Shlomo Tzoref, che all’epoca guidava il settore professionistico, disse un paio di giorni dopo che tutte le accuse della Khazaniuk sarebbero state verificate, pur sottolineando che aveva sbagliato ad esprimersi in quel modo. La ITA ha poi annunciato che avrebbe preso provvedimenti per il comportamento della Khazaniuk, che con le sue affermazioni aveva rotto il codice etico. Un settimana dopo, Peer e Mor hanno minacciato di citare in giudizio sia la Khazaniuk che il giornale, chiedendo scuse e rettifica. In realtà, la faccenda non è mai finita in tribunale. La vicenda ha ripredo vigore qualche mese dopo, a ottobre, quando la ITA ha nominato Amos Mansdorf come nuovo capitano di Fed Cup al posto di Mor. La ragione ufficiale era la necessità di qualcuno interamente dedicato al tennis e non qualcuno disponibile per solo due settimane all’anno (Mor svolge un altro lavoro). Tzipi Oblizer, forse più adatta al ruolo, ha detto di essersi candidata ma che non ha avuto l’incarico per il veto di una giocatrice. E’ stato poi confermato che le giocatrici (di sicuro la Peer, e forse la Glushko) avevano voce in capitolo per la scelta del capitano. Contestualmente alla nomina di Mansdorf, la ITA avrebbe dovuto nominare il team per il 2013. Non avrebbe dovuto essersi la Khazaniuk, a seguito della raccomandazione del Comitato per i professionisti. A metà ottobre, tuttavia, la commissione che aveva indagato sulla vicenda ha detto che non c’era alcun motivo per sospenderla. Al massimo, meritava una reprimenda. E’ stato il risultato di una lettera di scuse inviata alla federazione e alla stessa Peer, in cui scriveva che le sue parole erano state male interpretate e che aveva parlato sull’onda emotiva. Ha poi aggiunto che non voleva offendere la Peer e che ha fatto male a parlare con la stampa anzichè risolvere il problema per via interna.
La Peer non ha parlato della questione per mesi. La Glushko aveva rilasciato un’intervista in cui aveva detto che tutte le affermazioni della Khazaniuk erano false. “Non ho altro da aggiungere”. Pare abbastanza chiaro che la Khazaniuk non abbia chance di giocare in Fed Cup, almeno fino a quando ci saranno Peer e Glushko. Nei giorni scorsi si sono svolti i campionati israeliani, già vinti sette volte dalla Peer. La numero 1 del paese e la Khazaniuk si sono affrontate in semifinale ed è finita 6-0 6-1 per la più forte. Dopo il match, la Peer ha fatto cenno all’avversaria di stare zitta, ha rifiutato di stringerle la mano e le ha detto “Sei una vergogna per lo Stato di Israele”. La Peer ha poi dichiarato: “Le ho detto ciò che penso di lei. Se lei vuole dirvelo può farlo. Da parte mia ho fatto quello che dovevo, parlo sul campo e non con la stampa. Lei non si è offesa e si è visto sul campo. Non ho niente contro questa ragazza, l’ho aiutata in Fed Cup eppure lei ha deciso di andare contro il team, la federazione e la sottoscritta in particolare. Così ho preferito parlare sul campo. Ho fatto quello che dovevo”. La Peer si è poi aggiudicata il titolo, dicendo di non aver letto quello che avevano scritto i giornali sull’accaduto. “Non ho nessun rimpianto, ho fatto quello che sentivo. Deniz ha detto bugie e sono stata zitta per un anno”. Da parte sua, la Khazaniuk ha abbassato i toni. “Capisco che sia arrabbiata. Non me la sono presa. Mi ha detto che sono una vergogna per il paese. Non ho risposto, probabilmente era furiosa. Non la sto giudicando”. Pensate se una vicenda del genere succedesse in Italia…
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