Stavolta il Meldonium non è fatale
Il doppista bielorusso Sergei Betov se la cava: positivo al Meldonium cinque giorni prima della Sharapova, ne aveva un quantitativo talmente piccolo da far pensare che lo abbia assunto quando non era ancora proibito. Per questo, niente squalifica. Masha non ha avuto la stessa fortuna., buon doppista bielorusso, è risultato positivo al Meldonium, stessa sostanza fatale a Maria Sharapova, ma è stato scagionato. Motivo? Il quantitativo della sostanza era talmente basso (meno di un microgrammo per millilitro) da far pensare che lo avesse preso prima dell’1 gennaio, quando la sostanza non era ancora vietata. Il test risale al 21 gennaio e Betov era stato sospeso in via precauzionale il 12 marzo, ma le ultime indicazioni WADA hanno fatto prevalere la tesi del “più probabile che non” in merito alla data dell’assunzione prima dell’1 gennaio. “Il signor Betov non sapeva, nè avrebbe potuto sospettare, anche con la massima cautela, che il Meldonium fosse ancora nel suo organismo”. Il 28enne bielorusso, numero 77 ATP nel ranking di specialità, aveva perso al primo turno dell’Australian Open. Nonostante sia stato decretato il non luogo a procedere, gli hanno tolto il prize money. Lo stesso principio non può essere applicato alla Sharapova, poiché la quantità di Meldonium che le hanno trovato era decisamente superiore al minimo fissato dalla WADA. Come saprete, la russa è in attesa di processo e a sua discolpa ha detto di non essere al corrente del fatto che la sostanza fosse stata bandita a partire dal 2016.