dalla nostra inviata a New York Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo
A farla facile si potrebbe dire che ancora una volta, come già avvenuto lo scorso anno, nessun azzurro sopravvive al primo turno. 8 sconfitte e 0 vittorie tra 2009 e 2010.
Tutto vero. I numeri descrivono una situazione sconfortante. E purtroppo nessuna soluzione sembra palesarsi all’orizzonte. Ma prima di rituffarsi nell’annosa questione del perché i giocatori italiani non ottengono risultati minimamente soddisfacenti sul cemento, meglio considerare i singoli casi.
Che Starace fosse sfavorito contro lo spagnolo Almagro non è una novità. 39 posizioni di differenza: da 16 a 55. E Potito, non l’ha mai nascosto, ha sempre odiato questa superficie, propinando ogni volta la scusa più o meno presunta di inspiegabili difficoltà di appoggio.
Di fatto, l’incontro di oggi con Almagro è stato più lottato e sofferto di quanto la classifica non potesse far presagire. Sforzi di adattamento al terreno da parte del giocatore campano ci sono stati: colpi impattati sulla linea di fondo, ricerca del comando del gioco. A tradirlo il servizio… o meglio la qualità del suo colpo di avvio. Troppo prevedibile per l’avversario perché sempre spinto, senza cercare quel fastidioso kick di cui Potito è maestro. E naturalmente il servizio dello spagnolo, come lo stesso Starace ha ammesso: “Il suo servizio non si legge. Con la battuta ha ottenuto molti punti senza giocare e questo ha fatto la differenza”.
Conquistato il primo set con un prodigioso incrociato di diritto in allungo (6-4), Starace ha combattuto ma ceduto con lo stesso punteggio il secondo. Nel terzo la svolta: il break subito sul 4 pari, quando era in vantaggio 40-15, e la “perdita” della valvola, come il giocatore stesso ha urlato al cambio di campo. Lo sfogo con lanci di racchette e calci alle sedie. Il 6-4 del terzo è siglato dallo spagnolo con 4 ace, personale regalo del nostro. Ma nel quarto ricomincia la lotta, e quando tutto sembra finito, 5 a 4 Almagro e servizio, l’atleta di coach Rianna piazza il contro break. Sarà tuttavia solo illusione. Le speranze di Poto si spengono al tie-break. 4-6 6-4 6-4 7-6 il risultato finale in 2 ore e 38.
Contemporaneamente, sul campo 10, andava in scena la terza sfida Italia-Spagna di questo Us Open: Andres Seppi contro Marcel Granollers. Partito con il turbo (6-2 in 27 minuti), l’azzurro era riuscito a recuperare in extremis anche il secondo dopo aver annullato un set point sul 5 a 4 (7-5). Poi un crollo inesorabile, costato addirittura l’incontro, inspiegabile per chi era a bordo campo e commentato da Andreas con queste parole: “Sono partito bene senza fare niente di speciale. Poi nel terzo credo di essere andato sopra ritmo ma è nel quarto che ho avvertito delle contratture dietro la coscia che mi hanno ostacolato i movimenti. Arrivato al quinto ho provato a prendere tempo: ho chiesto l’intervento del fisioterapista, sono andato in bagno ma non c’è stato niente da fare. Ho perso più per il caldo che per l’avversario e di questo mi dispiace”.
2-6 5-7 6-3 6-2 6-3 il finale. I numeri, in questo caso,perdono di significato.
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