Con la vittoria di Andy Roddick a Miami si è chiusa la prima parte della stagione sul cemento, diamo i voti ai protagonisti…

 

di Daniele Rossi – foto Getty Images

 

 Roger Federer voto 7,5

Il voto è una media tra il 10 per la vittoria agli Australian Open e il 5 per Indian Wells e Miami. La trionfale cavalcata di Melbourne è ancora negli occhi di tutti e non può che essere giudicata come praticamente perfetta.

Ma se in Australia si è visto un Federer “mostruoso”, concentrato e motivato come non mai, negli States si presenta la sua controfigura apatica e svogliata.

Un quarto e un terzo turno non sono all’altezza della sua fama, ma bisogna anche considerare con quale spirito Roger giochi questi tornei, che beato lui, può permettersi anche di snobbare.

Inoltre c’è da dire che ha trovato due avversari, Baghdatis e Berdych, in totale stato di grazia e ricordiamo anche che lo svizzero ha avuto in entrambi i casi dei match point in suo favore, quindi non si è certo trattato di una resa incodizionata.

Federer comunque arriva alla stagione sulla terra battuta ancora come re incontrastato, in pochi ci avrebbero scommesso un anno fa. Lo aspetta al varco la conferma al Roland Garros: per la prima volta quest’anno ci arriva da campione in carica, quindi con meno pressioni, in più i suoi principali avversari non sono certo in forma smagliante.

Vuoi vedere che Roger piazza un’altra zampata delle sue?

 

Rafael Nadal voto 6,5

Finale a Doha, quarti a Melbourne, semifinali a Miami e Indian Wells.

Per uno come lui, abituato a vincere in lungo e in largo, non proprio un bottino esaltante, tanto più che non ha difeso la vittoria nè agli Australian Open né a Indian Wells.

L’infortunio al ginocchio lo limita ancora, ma pian piano sta tornando: soffre, sbuffa, fatica e urla, ma in qualche modo la partita la porta a casa, almeno fino a quando l’avversario non è di un certo spessore. Eh sì, perchè Rafa sta continuando a collezionare tanti piazzamenti, ma “zero tituli”.

I top ten, escluso Tsonga, hanno ormai capito la chiave per batterlo e Nadal non sembra riuscire a trovare contromisure o varianti al suo gioco che gli permettano di togliersi d’impaccio quando le cose si fanno critiche.

Finchè il fisico lo regge torna a essere il cannibale degli anni passati, ma non appena la sua prestanza atletica comincia a scemare, scende la notte, come dimostrano le partite perse in rimonta con Ljubicic e Roddick.

L’imminente stagione sull’amata terra rossa forse ci dirà se Nadal è in grado di vincere ancora o se la sua parabola discendente è già iniziata.

 

Novak Djokovic voto 5,5

Sarà anche diventato il numero 2, ma l’inzio di 2010 per Nole non si può certo definire indimenticabile. A Melbourne si fa battere ai quarti da Tsonga e dai dolori di stomaco; a Rotterdam cede a Youzhny in semifinale, ma si vendica del russo battendolo nella finale di Dubai.

Risultati sì positivi, ma raggiunti giocando a tratti molto male, con dei problemi davvero sconcertanti al servizio e accusando paurosi passaggi a vuoto.

Dopo essersi fatto trascinare al quinto set in Coppa Davis da Isner (sulla terra!), in America combina un disastro dietro l’altro: fuori a Indian Wells al terzo turno contro Ljubicic, dopo aver sofferto le pene dell’inferno contro Fish e Kohlschreiber e fuori addirittura al primo a Miami, battuto nientemeno da Olivier Rochus.

E’ chiaro che il serbo sta attraversando un momento molto difficile. Ha perso sicurezza nel suo gioco (in particolare al servizio), è sempre nervoso e instabile e spesso ha guai fisici.

A cosa siano dovuti questi problemi ancora non si è capito, probabilmente Nole non sta riuscendo a gestire la pressione.

In ogni caso Djokovic e il suo staff devono porre rimedio a questa situazione, perchè il talento senza la testa giusta non basta.

 

Andy Murray voto 6,5

Anche qui una media tra il 9 per gli Australian Open e il 4 per il resto della stagione.

A Melbourne fa terra bruciata fino alla finale con Federer: il re ha giocato ad altissimi livelli, ma ancora una volta il suo atteggiamento troppo passivo ha presentato il conto.

Poi malissimo a Dubai (fuori al secondo turno con Tipsarevic) e a Miami (fuori al primo contro Fish), nel mezzo discreto a Indian Wells, dove raggiunge i quarti ma viene rullato da Soderling.

Era salito al terzo gradino del ranking, ora è scivolato quarto e anche lui sembra in crisi di gioco e di risultati. Forse la finale persa in Australia ha lasciato più scorie di quanto si pensasse.

Per lui ora giungono tempi ancora più difficili: la terra battuta non è certo la sua superficie preferita, mentre gli altri “fab four” ci vanno a nozze. Urge una reazione immediata, altrimenti si fa dura.

 

 

 

Andy Roddick voto 9

Il ritorno di A-Rod. Sembrava perso e in lento declino e invece Larry Stefanki è riuscito nel miracolo di rivitalizzarlo, dandogli nuovi stimoli e soprattutto una completezza tecnico-tattica che mai aveva avuto prima e che ora ha pochi rivali.

Vince a Brisbane, poi in Australia si arrende solo al quinto set contro un grande Cilic nei quarti.

Perde contro Verdasco la finale di San Josè ed esce presto a Memphis, poi ecco i due tornei capolavoro a casa sua.

Gioca due i due Master 1000 americani in modo praticamente perfetto, lasciando solo che la favola di Ivan Ljubicic abbia un lieto fine a Indian Wells.

La vittoria di Miami è oro puro per lo statunitense, che ora dovrà affrontare l’odiata terra. Su questa superficie Andy non ha mai combinato niente di buono, ma non è da escludere che, con il suo nuovo gioco sempre più vario ed efficace, possa togliersi qualche soddisfazione.

 

Robin Soderling voto 7

Lo svedese sembra che debba dimostrare ad ogni partita che non è solo una meteora, ma un giocatore ormai di livello consolidato.

Ci sta provando, parte malissimo perdendo con Granollers a Melbourne, però si riscatta prontamente vincendo a Rotterdam.

A Indian Wells e Miami raggiunge le semifinali, perdendo in entrambi i casi con i futuri vincitori. Preziosi punti in cascina prima della stagione sulla terra battuta, in cui dovrà difendere la finale di Parigi dell’anno scorso.

 

Marin Cilic voto 6,5

Partenza a razzo, arrivo a ruote sgonfie. Vittorie a Chennai e Zagabria, con in mezzo la brillante semifinale di Melbourne.

Poi si perde, raggiunge i quarti a Dubai (Melzer), poi un disastro a Indian Wells (umiliato da Garcia-Lopez) e benino a Miami, battuto da Verdasco al quarto turno. 

Troppo discontinuo, i veri campioni sono ancora lontani.

 

Ivan Ljubicic voto 8

In realtà il voto è circoscritto all’impresa di Indian Wells, perchè per il resto combina poco o nulla.

A Miami si ritira addirittura al primo turno.

La vittoria in California rimane comunque una fantastica storia di sport e un esempio da seguire.

 

 

Thomas Berdych voto 6,5

Come si diceva un tempo “gli manca sempre di fare trentuno”. A Miami infila Federer, Verdasco e Soderling, ma in finale si arrende troppo facilmente a Roddick.

Nonostante i progressi rimane ancora incompiuto, anche perchè gli anni ormai sono quasi 25 e non si può più parlare di giovane promessa.

A parte l’exploit in Florida, nulla di buono da ricordare, agli Australian Open aveva perso in tre set secchi da Korolev al secondo turno.

 

A Venerdì per le pagelle sul circuito femminile!

 

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