Continua a farsi notare il ribelle austriaco Dominic Thiem: dopo Tsonga, è andato vicino a battere anche Murray. Intanto ha già litigato con la sua federazione… 
Dominic Thiem ha esaltato il pubblico di Rotterdam

TennisBest – 14 febbraio 2014

(Servizio effettuato da Riccardo Bisti il 19 ottobre 2013)
 
Mancano i giovani. Tra i ragazzi nati dopo il 1 gennaio 1993, l’unico tra i top-100 è il ceco Jiri Vesely, che però deve ancora dimostrare il suo valore (non ha ancora vinto una sola partita a livello ATP). E allora, in un venerdì sera autunnale, gli occhi del guardone sono stati attirati da Dominic Thiem, ragazzone austriaco che per poco non faceva lo sgambetto a Jo Wilfried Tsonga. Il francese, reduce dall’ottima semifinale a Shanghai, è pieno di motivazioni perchè sta lottando per il Masters. Eppure ha sofferto le pene dell’inferno per battere Thiem, sicuro protagonista negli anni a venire. Il 20enne della bassa Austria (è nato a Wiener Neustadt) tira uno splendido rovescio a una mano, un mix di eleganza ed efficacia di cui c’era bisogno, in un tennis sempre più bimane. Wawrinka, Kohlschreiber e Tommy Haas non sono più giovanissimi, e un ricambio tecnico ci voleva. E poi è nato il 3 settembre, proprio come Carla Suarez Navarro, migliore esponente di questo colpo nel tennis femminile. Tenendo conto che Filippo Volandri è nato il 5, vien da pensare che i primi giorni di settembre siano terreno fertile…Thiem gioca bene, con personalità, ha un bagaglio tecnico completo e sembra già pronto per sfondare. In un’intervista di 12 mesi fa, disse che gli sarebbe piaciuto chiudere il 2013 tra i primi 200 ATP. Oggi è 149, ma salirà ancora. Il 2013 è stata una stagione decisamente positiva: tanti appassionati italiani lo ricordano in estate a Modena, dove ha raggiunto la finale al future del Club La Meridiana. Per fermarlo, ci volle un grande Marco Cecchinato. Poi sono arrivati i quarti di finale all’ATP di Kitzbuhel (dove ha vinto il derby generazionale contro Jurgen Melzer), altri exploit italiani (vittoria a Este e finale a Como), e qualche settimana fa, il primo titolo challenger. Si è imposto a Kenitra, in Marocco, battendo Gabashvili in finale.
 
Il pubblico della Stadthalle lo aveva già apprezzato, poichè aveva passato il primo turno sia nel 2011 che nel 2012. Due anni fa mise fine alla (seconda) carriera di Thomas Muster, in un coinvolgente passaggio di consegne nel tennis austriaco. L’anno scorso battè Lacko e perse da Matosevic. Stavolta ha fatto un passo in più, ed è uscito dal campo tra mille rimpianti. A fine partita, l’onnipresente bordocampista di ORF Sport Plus (la TV austriaca che segue l’esempio) lo ha intervistato sulla panchina, ancora deluso per il 6-4 3-6 7-6 che ha tenuto in vita Tsonga. “E’ stata una partita impressionante – ha detto Thiem – ma adesso sento un gran vuoto nella mia testa. C’era un clima da Coppa Davis e posso essere soddisfatto di essere arrivato al tie-break del terzo set. Ma a quel punto è andata meglio a lui”. Dominic recrimina per il primo set, in cui si è trovato avanti 3-2 e 0-40 sul servizio di Tsonga, ma non ha sfruttato la chance. Perso il primo, si è riscattato nel secondo e ha tenuto botta nel terzo. Sul 4-4 si è trovato 0-30 in risposta, ma poi sul 4-5 ha annullato un matchpoint con un eccezionale dritto vincente. E’ da questi dettagli che si capisce la qualità di un giocatore. E quella di Thiem sembra pura, anche perchè a Vienna non c’era il suo allenatore Gunther Bresnik, impegnato a Stoccolma con l’altro allievo Ernests Gulbis. Nel tie-break ha rimontato da 0-4 a 3-4, ma poi è venuta fuori la classe del francese. Grande delusione per i 7.700 spettatori che hanno fatto un tifo d’inferno, lanciandosi addirittura in un “popopopo” ben noto agli italiani. Nelle prime file c’era un bambino che saltava come un pazzo ad ogni punto di Thiem. Scene di giubilo che non si vedevano dai tempi di Thomas Muster. Nemmeno Jurgen Melzer, che pure è stato un top-10, ha saputo accendere cotanto entusiasmo.
 
Thiem piace perchè ha una faccia pulita e un tennis ancora più limpido. Nonostante la giovane età, è già stato oggetto di polemiche per una vicenda legata alla Coppa Davis. Non ha fatto parte del team austriaco che un mese fa ha perso il World Group contro l'Olanda. Non ha dato disponibilità perchè il suo coach, Gunther Bresnik, ha messo in atto un braccio di ferro con la federtennis austriaca (OTV) per i compensi. In due parole, voleva che venisse pagato di più rispetto ai compagni. Non certo per la partita, ma per i mancati emolumenti degli anni scorsi. La vicenda è sfociata in una mancata convocazione (il capitano Clemens Trimmel disse che Melzer non ha mai percepito nulla dalla federtennis, eppure gioca sempre), ma si è ricucita proprio nei giorni scorsi. Qualche giorno fa, Thiem ha siglato un accordo con la OTV e dal 2014 sarà sempre disponibile. Il presidente di Osterreich Tennis Verland è Ronnie Leitgeb, ex allenatore-manager di Thomas Muster e Andrea Gaudenzi. Leitgeb rimase al fianco di Gaudenzi quando il faentino intraprese una battaglia con la FIT di Galgani per i compensi legati alla Davis. Forse memore di quell’episodio, ha pensato bene di tendere la mano all’entourage di Thiem. L’Austria ha tra le mani un potenziale personaggio e non vuole commettere errori. Che fosse forte si era capito già un paio d’anni fa, quando giunse in finale al Roland Garros junior (persa contro Bjorn Fratangelo) e poi vinse l’Orange Bowl. L’approccio con i professionisti è stato morbido, senza particolari squilli di tromba. Una crescita costante e rapida, che dovrebbe spalancargli le porte per un 2014 da protagonista. “Ma oggi era tutto facile – si schernisce – c’erano 8.000 persone che facevano il tifo per me e non avevo nulla da perdere. E comunque non sono nè il nuovo Muster nè il nuovo Melzer. Ho il mio stile”. Uno stile che piace e che potrebbero portarlo lontano. In tempi ragionevoli.

(*) Articolo pubblicato il 19 ottobre 2013)