Il carneade russo Sergei Kotriuk ha violato per 41 volte il regolamento anti-corruzione ed è stato radiato. Voleva fare il coach. Ancora una volta, un pesce piccolo.
La tentazione di un facile guadagno può accecare diversi tennisti di secondo piano
Di Riccardo Bisti – 7 giugno 2013
Sergei Krotiouk? Chi è costui? E' presto detto: un modesto tennista che compirà 35 anni il prossimo 21 giugno e passerà il peggior compleanno della sua vita. La Tennis Integrity Unit, corpo investigativo che prova a proteggere il tennis da scommesse illegali e partite truccate, lo ha colto con le mani nella marmellata. Sanzione esemplare: squalifica a vita con effetto immediato e 60.000 dollari di multa. La squalifica dal tennis a 35 anni non dovrebbe un grosso problema, mentre la multa si. Soprattutto se in carriera hai intascato meno di 100.000 dollari in 15 anni. Krotiuk (mai oltre il numero 468 ATP, oggi n. 789) voleva fare il coach e continuare a girare il mondo, magari in palcoscenici più importanti dei futures, laddove il montepremi è rimasto uguale negli anni, mentre il costo della vita è spaventosamente aumentato. La TIU ha trovato prove per 41 violazioni del regolamento anti-corruzione (UTACP). In particolare, Krotiouk ha violato tre articoli: il D.1.d (divieto di alterare o provare ad alterare il risultati di qualsiasi incontro), il D.1.e (divieto di invitare un giocatore a non dare il meglio di sè) e il D.1.g (divieto di offrire denaro o benefici con l’intento di influenzare negativamente la prestazione di un giocatore). In altre parole, Krotiouk ha provato a corrompere qualche collega, offrendogli soldi in cambio di una partita aggiustata. Non è dato sapere chi siano i giocatori, i tornei e in cosa consistevano esattamente le violazioni. La TIU si trincera dietro il consueto giuramento di riservatezza: “Nel rispetto della riservatezza del processo, nessun dettaglio dell’udienza o della sentenza sarà reso pubblico”.
Il caso è stato discusso tra il 15 e il 18 aprile a Londra ed è stato valutato dal giudice indipendente Richard H. McLaren. Krotiouk è il terzo giocatore squalificato a vita dalla TIU, il primo da quando l’ente è passato sotto la guida dell’ex poliziotto Nigel Willerton, che qualche mese fa ha preso il posto di Jeff Rees (ex agente di Scotland Yard). Prima di lui erano stati sanzionati l’austriaco Daniel Koellerer e il serbo David Savic. Tutti pesci piccoli. Ma torniamo a Krotiouk. Il russo, di fatto, è un ex giocatore. La sua carriera è iniziata nel 1998 e ha vinto un solo torneo future, nel 2000. Giochicchiava ancora, ma si era messo in testa di fare il coach. Ci credeva a tal punto da mettere un annuncio sul noto sito di statistiche “Stevegtennis”. Leggere il suo annuncio, col senno di poi, fa quasi ridere. Ve lo riportiamo: “Sono un coach professionista per giocatori professionisti (disposti a viaggiare). Ho 34 anni e cerco ragazzi dai 17 anni in su, con lo scopo di viaggiare per i tornei individualmente o creando un team di 2-3 giocatori. Il mio lavoro comprende coach, sparring, preparazione fisica, preparazione mentale, viaggi ai tornei. Posso lavorare in diversi paesi. Ho il diploma in educazione fisica e parlo correntemente l’inglese”. Krotiouk parlava di esperienza ultradecennale, in cui avrebbe lavorato con alcuni top 50 ITF, top 250 ATP, top 100 WTA e ha fatto da sparring a giocatrici di alto livello come Vera Zvonareva, Elena Dementieva e Anna Chakvetadze. “Il mio obiettivo è produrre un top 10”. Non è dato sapere cosa ci fosse di vero. L'unica certezza è che per un periodo ha allenato il russo Alexey Tikhonov, top 70 tra gli under 18 ma incapace di sfondare tra i professionisti. Non gioca dal 2008, molto prima dei fatti contestati a Krotiouk, che risalgono al periodo 2012-2013.
Vien da pensare che Krotiouk, ormai un ex giocatore, puntasse a girare per il mondo per raccogliere contatti e cercare di aggiustare più partite possibili. Ancora una volta, nella rete finisce un pesce piccolo, piccolissimo. Ancora meno noto di Koellerer e di Savic. Resta l’amarezza per l’eccessiva riservatezza sul contenuto delle accuse. Lo scorso anno, quando la radiazione di Savic fu confermata dal CAS di Losanna, fu pubblicata la sentenza e – sia pure tra mille censure – Federico Ferrero riuscì a identificare i nomi di diversi giocatori coinvolti. E non si trattava di nomi di secondo piano. Eppure non ci sono state condanne. Probabilmente la TIU ha indagato, ma non ha trovato prove sufficienti. L’impressione è che il giro d’affari causato dalle scommesse sia troppo allettante per essere circoscritto a Daniel Koellerer, David Savic e Sergei Krotiouk. E’ un’appassionante lotta tra guardie e ladri, in cui i ladri partono avvantaggiati (con un po’ di attenzione è possibile farla franca) e in cui l’opinione pubblica non è autorizzata a entrare. Un po’ di trasparenza in più, anche per educare i giovani tennisti sui rischi che corrono a infilarsi in certe strade, sarebbe auspicabile. Notizie come questa, invece, finiscono rapidamente nel dimenticatoio. E non va bene.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...