Rivoluzione! Con il sistema “SpinEffect”, Wilson ridurrà il numero di corde orizzontali. “E’ il segreto per aumentare la rotazione”. Lo spin crescerà del 10%. DI LORENZO CAZZANIGA
Wilson presenta il sistema "SpinEffect"
Di Lorenzo Cazzaniga – 2 ottobre 2012
Il progresso non si può fermare. Vale anche per le racchette da tennis. Babolat sta rifinendo il suo innovativo Play&Connect, mentre il centro R&D di Prince promette nuovi miracoli con i telai 2013. E, in termini di novità assoluta, si fa notare anche il sistema SpinEffect di Wilson che verrà utilizzato in due modelli Steam (99S e 105S) versione 2013. Ma in cosa consiste questo nuovo sistema?
SUPER EFFETTI
In sostanza è stato cambiato lo schema di incordatura. Rispetto ai canonici 16×18 e 18×20, in questo caso abbiamo un… 16×15. Già, avete letto bene, 16×15. Quindi meno corde orizzontali rispetto alle verticali, una scelta che, come suggerisce il nome, dovrebbe aiutare soprattutto a creare maggiore rotazione nei colpi. “Abbiamo tecnologie che ci permettono di valutare come si comporta il piatto corde all’impatto con la palla – spiega John Lyons, Global Product Director di Wilson –. Abbiamo testato diverse soluzione, mantenendo uno schema di incordatura simmetrico (16×14, 14×12, 12×10) ma abbiamo scoperto che il segreto per aumentare la rotazione dei colpi non era ridurre lo schema di incordature simmetricamente, ma diminuire le corde orizzontali che bloccano le corde verticali nel momento di cui devono deflettere e soprattutto tornare nella posizione di origine. Con un minor numero di corde orizzontali, c’è anche meno frizione. Dopotutto, visto che il piatto corde resta parallelo al terreno quando si colpisce, sono le corde verticali che si muovono quando si cerca di imprimere maggior spin”.
SNAP-BACK
La scelta è stata dunque quella di un piatto corde con un maggior numero di verticali rispetto alle orizzontali: “Una scelta che ci ha costretto anche a cambiare il processo produttivo delle Steam 99S e 105S in maniera tale che non si deformino dopo l’incordatura – continua Lyons -. Non è un semplice cambio nel sistema dei passacorde”. Perché il segreto per ottenere maggior rotazione è lo snap-back, sostanzialmente il ritorno della corda alla sua posizione originale dopo la deflessione data dall’impatto con la pallina: “Abbiamo studiato dei video ad altissima velocità – spiega Lyons – lanciando palline verso una racchette in posizioni statiche, una con schema 16×18, l’altra 16×15. Entrambe incordate con Luxilon Alu Power, abbiamo paragonato lo snap-back. In particolare, non abbiamo misurato solo la deflessione della corda, ma anche la velocità con la quale si defletteva e tornava nella sua posizione originale. Ebbene, il modello da 16×15 non solo permetteva una deflessione maggiore, ma tornava indietro in maniera davvero violenta. Ed è normale perché con una minor frizione tra le corde, queste si deflettono e tornano in posizione più rapidamente, consentendo di imprimere una maggior rotazione alla palla. Ma non solo: guardano il video ad alta velocità, le corde dello schema 16×18 non tornano perfettamente nella posizione originale. Certo, si perde qualcosa nella durata, ma non così tanto come si potrebbe pensare. Se utilizzate un buon monofilamento, non sarà un grande problema”.
NUMERI, NUMERI, NUMERI
Ma questo incremento di rotazione a quanto può ammontare? Continua Lyons: “La corda su uno schema da 16×15 deflettono 3,3 volte di più e tornano in posizione ad una velocità superiore del 69%, a confronto della stessa racchetta con uno schema da 16×18 e, chiaramente, con la stessa corda monofilamento montata sopra. Per la precisione, sullo schema 16×18 abbiamo rilevato una deflessione della corda di 6 millimetri ad una velocità compresa tra 1,4 e 1,5 mm/secondo, su quella 16×15 rispettivamente di 20 millimetri e 2,5 mm/secondo. Non sapremmo dire quale dei due fattori agisce maggiormente, ma insieme offrono una rotazione del 10% più elevata ”. Di questo passo si potrebbe pensare che diminuendo sempre più le corde orizzontali, possa aumentare lo spin. In realtà, si rischierebbe anche di perdere eccessivo controllo: “Lo schema 16×15 è quello che garantisce il miglior equilibrio”. Alla Wilson sono anche andati oltre, cercando di testare sul campo, le basi teoriche offerte dagli studi in laboratorio. Hanno quindi radunato 24 tester di vari livelli di gioco e offerto di giocare con due racchette totalmente anonime: una era la Wilson Steam 99S, l’altra una Babolat Pure Drive. Hanno chiesto di colpire dei diritti, sempre filmati ad alta velocità. Il risultato? Con la Steam 99S, la palla viaggiava con una rotazione maggiore di 141 RPM (revolutions per minute, unità di misura delle rotazioni di una sfera). E, nonostante la maggior rotazione dovrebbe ridurre la velocità della palla, i colpi eseguiti con la Steam 99S volavano a 1,3 miglia orarie più veloci. E in effetti, la rotazione è data da tre fattori:; l’angolazione dello swing nel movimento, la velocità della testa della racchetta e lo snap-back della corda. “Ma sui primi due possiamo fare ben poco – conclude Lyons -. Per il terzo fattore invece, abbiamo creato lo SpinEffect”. Sulla carta, tutto perfetto. Ora non aspettiamo altro che provarle sul campo perché, come ama dire Brad Gilbert “a tennis si gioca ovunque, tranne che sulla carta”.
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