GLI APPUNTI DI CORRADO – Il challenger di Milano vissuto in prima linea. L’educazione di Martin, le corde di Volandri, la postura di Quinzi e molto altro… 
Filippo Volandri tira le corde della sua Head Prestige ad appena 11 kg!

Dall’Harbour Club, Corrado Erba – 25 giugno 2013
 

Avere un torneo ATP, seppur piccolo, che si gioca nel tuo circolo, è interessante. Le distanze si riducono notevolmente e ti ritrovi i giocatori fianco a fianco negli spogliatoi e sui divani del circolo. Qualche spigolatura di Breriana memoria.
 
Il venerdì prima dell’inizio delle qualificazioni, mi è toccato in sorte avere un'ora sul centrale dopo l’allenamento di Andrej Martin, futuro finalista. Ebbene, quando mi ha visto entrare in campo, il biondino ha messo mano allo straccio e ha si è messo a passarlo sul campo, l’ho fermato appena in tempo: “Al limite dovrei passarlo io a te”, gli ho spiegato.
 
Che fanno i tennisti quando non giocano o si allenano? Straordinariamente silenziosi e (fin troppo) seri, il più delle volte restano attaccati a tabled, Ipad, Iphone e strumenti del genere. Buffo, ma non si sente volare una mosca.
 
Il ristorante più gettonato del torneo, come tradizione, è il Trotter di Via Rembrandt. Il titolare, Michele, è lo sparapalle più appassionato e rumoroso (il gruntometro andrebbe in tilt) di tutto il nord Lombardia. Più o meno ci sono passati tutti, il sabato sera, prima il clan di Volandri e appena dopo Crugnola, con fidanzata e coppa del doppio.
 
Tullio Colangelo, papà di Fabio, nonché preparatore atletico di molti giocatori, ha avuto la malagurata idea di mettersi in un angolo del campo, una sorta di buca dell’orchestra situata tra il centrale e la tribuna, durante il primo match di doppio delle wild card Crugnola e Giorgini. Vista la prima vittoria, il duo ha preteso che Tullio rispettasse la posizione durante tutti i match che li hanno visti, a sorpresa, conquistare il titolo. Tullio è stato rinominato “L’uomo della buca”.
 
Il sabato mattina, visto che l’allenatore era in ritardo, il semifinalista Gombos si è fermato a vedere, con viva curiosità, il match tra Michele del Trotter e Daniele Rosa, direttore comunicazione della Bayer. Tra gemiti in stile Shining, insulti più o meno amichevoli e ramate in tribuna, Gombos mi ha confessato di essersi divertito moltissimo.
 
Come a Roland Garros, il record per la racchetta meno tesa del torneo è andata a Filippo Volandri, che sulla sua Prestige appositamente customizzata (colore rosso opaco, manico 1,5 su misura e bumper più corto del normale) ha montato le sue Luxilon Original a 11 Kg!
 
Visto Quinzi scoppiare a piangere negli spogliatoi dopo la rocambolesca sconfitta (3 match point) contro l’australiano Alex Bolt. Personalmente il ragazzino ha una voglia matta di vincere e una testa di primo livello, ma se non mette a posto la postura, in primis, a mio parere rischia di avere seri problemi. C’è da dire che il suo match di primo turno ha veicolato all’Harbour Club una folla mai vista.