Potremmo chiamarlo “Tecno Us Open”. Come se non bastasse l'introduzione dello Shot Clock a monitorare il tempo tra un punto e l'altro, oltre alla nascita del nuovo Louis Armstrong Stadium, Flushing Meadows offrirà un'altra gustosa novità: per la prima volta, la tecnologia “hawk eye”, occhio di falco, sarà estesa a tutti i 16 campi di gioco. Nel comunicato stampa di lancio, la USTA ha detto che in questo modo sarà garantita l'equità per tutti i giocatori. L'anno scorso, il supporto tecnologico era garantito "soltanto" su sette campi. Equipaggiamento completo sui quattro principali (Arthur Ashe, Louis Armstrong, Grandstand e Campo 17), mentre i campi 5, 10 e 13 avevano una replay room all'interno dell'Arthur Ashe Stadium. Visto che la sperimentazione ha avuto ottimi riscontri, è stato deciso di implementare la tecnologia su tutti i campi. Il falco "svolazzerà" su tutti i match dei tabelloni principali, doppio misto compreso. “Crediamo che sia la cosa giusta da fare – ha detto il direttore del torneo David Brewer – è la cosa più corretta per i giocatori. Dobbiamo cercare di proporre condizioni più simili possibile tra un campo e l'altro, non importa se si tratta dell'Arthur Ashe o del Campo 15. Ci piace pensare che troveremo il parere favorevole di tutti”. L'iniziativa era in cantiere da molti anni, anche perché lo Us Open era stato il primo Slam (nel 2006) a lanciare occhio di falco. “Per questo siamo molto orgogliosi di questo supporto logistico”. Non è stato semplice mettere in atto il progetto, ma le cose sono cambiate (in meglio) quando sono stati costruiti nuovi campi nella zona sud (su tutti, il Grandstand). In questo modo è stato possibile collocare fibre, cavi e tutte le strutture necessarie. È stato molto più semplice così che tentare di installare tutto retroattivamente. La struttura è la stessa: i quattro campi principali avranno un team dedicato, sul posto, per mostrare i replay in tempo reale. Per tutti gli altri campi, le immagini saranno inviate a un ufficio centralizzato all'interno del centro TV.
DUE PERSONE PER OGNI MATCH
Ogni partita sarà monitorata da un ufficiale di gara e un tecnico. Entrambi avranno la possibilità di ascoltare il microfono del giudice di sedia in modo di determinare la palla messa in discussione. Quando il giocatore chiederà il challenge, il tecnico localizzerà il colpo e l'ufficiale di gara confermerà che si tratta della palla giusta. A quel punto, l'immagine sarà inviata al campo interessato per essere mostrata sui tabelloni video. Visto che si tratta di un lavoro logorante, e che richiede una certa concentrazione, l'ufficiale e il tecnico osserveranno un solo campo alla volta e avranno diritto a un'ora di pausa ogni due ore. Detto che occhio di falco dichiara un margine d'errore di 3,7 millimetri, lo Us Open è così sensibile all'argomento perché fu proprio un match a New York ad accelerare la necessità di utilizzo della tecnologia. Il quarto di finale del 2004 tra Jennifer Capriati e Serena Williams fu clamorosamente condizionato da alcune chiamate arbitrali, tutte favorevoli alla Capriati, che peraltro si impose 2-6 6-4 6-4. Hawk Eye esisteva già, ma non era ufficialmente utilizzato. Le immagini diffuse a uso e consumo del pubblico mostrarono gli imbarazzanti errori dei giudici di linea, avallati dal giudice di sedia. La diffusione a macchia d'olio della tecnologia (che ha ancora una limitazione: costa troppo e non tutti possono permettersela) sembra portare verso un epilogo inevitabile: l'abolizione dei giudici di linea, almeno nei tornei più ricchi e importanti. D'altra parte, con gli strumenti a disposizione, la presenza di un team che può arrivare a 9 persone intorno al campo pare qualcosa di anacronistico, se non dannoso. Le Next Gen ATP Finals di Milano, in cui è stato utilizzato Hawk Eye Live, hanno ottenuto ottimi riscontri. La speranza è che il processo possa compiersi quanto prima, in modo da evitare le brutture di cui spesso sono protagonisti gli ufficiali di gara, inevitabilmente soggetti all'errore umano. Magari perderemo le lagne, gli show e le proteste dei giocatori, ma se il risultato è una partita più regolare, beh, è decisamente meglio così.