L’ultima volta che il nome di Scotland Yard era stato associato al mondo del tennis riguardava la Tennis Integrity Unit, che annovera tra le sue fila alcuni ex agenti della famosa polizia londinese. Adesso Scotland Yard indaga sulle accuse, gravi e precise, dopo i problemi di salute della 18enne Gabriella Taylor, baby-tennista britannica costretta a ritirarsi da Wimbledon Junior per una misteriosa malattia che l’ha colpita all’improvviso. Inizialmente si pensò che avesse contratto in virus all’estero, ma dopo una terapia intensiva durata quattro giorni le hanno diagnosticato un rarissimo caso di leptospirosi, malattia causata da un batterio che si può trasmettere…tramite l’urina di un ratto. La scorsa settimana, la polizia ha avviato un’indagine perché sussiste il sospetto che la Taylor sia stata deliberatamente avvelenata per bloccarne la corsa a Wimbledon, peraltro dopo un ottimo torneo. Ammessa al torneo junior con una wild card, la Taylor ha vinto tre buone partite, tra cui un secco 6-1 6-1 a Rebeka Masarova, numero 2 del tabellone. Nei quarti, è stata costretta al ritiro sul punteggio di 6-4 1-1 per l’americana Kayla Day (n. 5 del tabellone). La tesi più accreditata sembrerebbe l’attacco di un’organizzazione di scommesse, ma non è esclusa la possibilità che sia stata presa di mira da un’avversaria o magari da qualcuno legato a qualche avversaria (coach, o magari genitori).
Paul e Milena, genitori di Gabriella, sono sconcertati per il rischio corso dalla figlia. Gliel’hanno detto senza mezzi termini: avrebbe potuto morire. “Prima di Wimbledon era in perfetta forma – ha detto la madre – non aveva problemi di salute e stava giocando molto bene. Era in grande fiducia e non vedeva l’ora di conquistare il titolo. Ha raggiunto i quarti, poi si è trovata ricoverata in terapia intensiva, vicina alla morte. Quando ci hanno spiegato di cosa si trattava, non ci potevamo credere”. Di solito la leptospirosi provoca sintomi influenzali piuttosto lievi, ma c’è il timore che la Taylor abbia contratto una forma ben più grave, che in casi particolarmente rari può causare danni irreparabili. Dalle indagini è emerso che durante Wimbledon alloggiava presso il National Tennis Centre di Roehampton e i suoi unici spostamenti erano tra la struttura e Wimbledon. “Si trovava in un ambiente sano. Procurarsi un’infezione del genere era semplicemente impossibile. Si tratta di un virus talmente raro in Gran Bretagna, che abbiamo ragione di credere che non sia stato un incidente. Le sue borse, dove teneva le bevande e gli integratori, sono spesso rimaste incustodite e quindi qualcuno avrebbe potuto contaminarle”. Mamma Taylor ha detto che la figlia era perfettamente consapevole di quello che mangiava, e in effetti non risulta che abbia mai mangiato presso il ristorante giocatori di Wimbledon durante il torneo.
IL RISCHIO DI NON AVERE RISPOSTE
C’è dunque il sospetto che qualcuno abbia voluto danneggiare la Taylor. “Non sta a me dirlo – prosegue la madre – vorrei soltanto che la polizia prosegua nell’indagine, poi sapranno loro come procedere”. I poliziotti hanno già dato un’occhiata alla casa dei Taylor, a Southampton, e hanno portato via alcune bottiglie d’acqua per sottoporle a un’analisi forense. Il problema è che i batteri hanno un periodo di incubazione che perdura 15 giorni, dunque sarà praticamente impossibile raccogliere qualche indizio, visto che i fatti risalgono a più di un mese fa. Un portavoce di Scotland Yard ha ammesso l’esistenza di un’indagine a seguito di una denuncia per un presunto avvelenamento. La denuncia è pervenuta negli uffici di polizia lo scorso 5 agosto, e l’incidente sospetto si è verificato a Wimbledon nel periodo compreso tra l’1 e il 10 luglio. “La vittima è stata male il 6 luglio, ma non si sa né dove né quando il veleno è stato ingerito. La giovane donna, 18 anni, ha ricevuto cure ospedaliere e si sta ancora riprendendo. Al momento non ci sono stati arresti e le indagini continuano”. In questi giorni la Taylor è tornata a Marbella, in Spagna, sua sede di allenamento, e ha lentamente ripreso a giocare a tennis. Attualmente numero 381 WTA, aveva sostanzialmente abbandonato l’attività junior per dedicarsi ai tornei professionistici. “Quello che le è successo mi ha aperto gli occhi su un mondo che non sapevo esistesse – ha concluso la madre – fino ad oggi siamo stati molto ingenui ma da adesso staremo molto più attenti nel verificare tutto quello che mangia e beve. Gabriella è molto delusa, le ci vorrà parecchio tempo per recuperare fisicamente e mentalmente. Ha rischiato di morire”. Molti studiosi hanno dubbi sul fatto che sia stato un atto deliberato, ma la famiglia tende a escludere che la Taylor abbia toccato il suolo o, peggio, bevuto acqua contaminata con urina di animali. Secondo alcuni professori universitari, cercare di avvelenarla in quel modo sembra un po’ strano, tenendo conto che ci sarebbero modi diversi (e più diretti) per avvelenare qualcuno. In fondo, spiegano, la leptospirosi si può contrarre anche nuotando sull’acqua contaminata. E visto che i sintomi compaiono dopo una settimana, due settimane, forse un mese, diventa quasi impossibile capire cosa sia successo per davvero.