La favola di Monica Puig diventa realtà: sarà la prima donna portoricana a vincere una medaglia ai Giochi Olimpici. Si è regalata la finale giocando un altro gran match contro Petra Kvitova, e ora può addirittura sognare di regalare a Porto Rico il primo oro olimpico della storia del Paese. Per farcela, dovrà battere Angelique Kerber. Una favola che ricorda lo splendido Nicolas Massu di Atene 2004.

Ad ascoltare i tennisti, ripetono sempre di sentirsi pronti per qualsiasi risultato, ma la realtà racconta molto spesso una storia diversa. Non è così nel caso della portoricana Monica Puig, che si è presentata a Rio de Janeiro con l’obiettivo di tornare a casa con una medaglia. L’ha scritto anche su Twitter, “fighting for that dream”, come se ripeterlo le servisse come motivazione, e può sorridere perché con l’ennesimo gran match della sua settimana ha battuto Petra Kvitova per 6-4 1-6 6-3, regalandosi una finale Olimpica che alla vigilia era difficile anche solo da immaginare. Significa obiettivo centrato, e anche se per il colore bisognerà attendere almeno altre 24 ore e la finale contro Angelique Kerber, la medaglia ci sarà. Ha un peso specifico immenso, non solo per la carriera della la 22enne di San Juan, che per la prima volta sta riuscendo a dare continuità un tennis che – onestamente – non ha nulla a che vedere con un best ranking fuori dalle prime 30, ma perché – udite udite – la renderà la prima atleta donna nella storia del piccolo stato di Porto Rico a mettersi al collo una medaglia alle Olimpiadi! In precedenza, dal 1948 in avanti, il Paese caraibico ne aveva raccolte in tutto otto, ma sempre grazie agli uomini e soprattutto senza mai salire sul gradino più alto del podio. Un obiettivo al quale adesso vale la pena pensare. Perché la Puig formato Rio 2016 ha poco da temere, e non può non ricordare il Nicolas Massu di Atene 2004, non a caso uno dei primissimi a farle i complimenti su Twitter. La storia del Cile alle Olimpiadi è ancora più incredibile: in tutta la loro storia hanno vinto per solo due volte una medaglia d’oro, entrambe ad Atene 2004 e grazie al tennis, con Massu e il doppio Massu/Gonzalez. Doppio a parte, una favola che sembra di rivivere dodici anni dopo, con un Paese intero a sognare il medesimo lieto fine.

UN ORO PER RISCRIVERE LA STORIA
La semifinale contro la Kvitova ha avuto un sacco di momenti delicati, dallo 0-3 iniziale, ribaltato fino a strappare un primo set molto prezioso, ai tanti game lottati del terzo set, passando per un secondo dominato in lungo e in largo dalla ceca. Petra aveva tutto dalla sua parte: esperienza, spessore, capacità di gestire certe situazioni, qualità, ma non ha fatto il conto con l’immensa voglia di vincere della Puig. Una medaglia della Kvitova (che resta in corso per il bronzo) non avrebbe sorpreso nemmeno il mondo del tennis, figurarsi l’intera Repubblica Ceca. Quella della Puig, invece, prende i classici due piccioni con una fava. Un insieme di motivazioni che l’ha trascinata in un terzo set che l’ha vista due volte avanti di un break, ma sempre riacciuffata. O almeno fino al 4-3, quando ha strappato di nuovo la battuta alla ceca e si è presentata a servire nel game più importante della sua carriera. Prima due punti, e 30-0. Poi due errori dovuti a un po’ di ovvia tensione, e 30-30. Ma poi per il braccino non c’è più stato spazio. Con un servizio vincente si è presa il match-point, e quando la Kvitova ha spedito fuori l’ultimo diritto ha iniziato a saltellare di gioia, con un sorriso a trentadue denti che andrebbe fatto vedere a molti suoi colleghi al maschile, che per un motivo o per un altro (ma in fondo, Federer a parte, per uno solo), hanno preferito saltare i Giochi. Niente punti e niente soldi, per loro, voleva dire niente prestigio. La Puig, invece, avrebbe fatto di tutto per non mancare alla sua prima Olimpiade, e sta vivendo delle emozioni che non scorderà mai. Dispiace che il torneo brasiliano non assegni punti, perché significa che aver battuto Muguruza e Kvitova nell’arco di quattro giorni non le farà scalare nemmeno un posto in classifica. Ma, almeno per stavolta, al ranking può fare tranquillamente a meno di pensarci. In palio non c’è un balzo in classifica o un bell’assegno, ma la storia di un Paese che sta sognando un oro insieme a lei.

TORNEO OLIMPICO RIO DE JANEIRO – Semifinali femminili
Monica Puig (PUR) b. Petra Kvitova (CZE) 6-4 1-6 6-3
Angelique Kerber (GER) b. Madison Keys (USA) 6-3 7-5