Rafa Nadal piange. Roger Federer e (soprattutto) Novak Djokovic se la ridono. Nel giorno in cui Serena Williams ufficializza il ritorno a Indian Wells, il mondo del tennis accoglie un'altra notizia. Un po' a sorpresa, il torneo olimpico si giocherà sul cemento. Lo ha annunciato l'ITF. Non se lo aspettavano in molti, convinti che il Brasile (le Olimpiadi si terranno a Rio de Janeiro) avrebbe optato per la terra battuta, non tanto per favorire i giocatori locali (in questo momento non c'è un solo giocatore brasiliano in odore di medaglia), quanto per una questione culturale. Il Sud America ha una forte tradizione sulla terra battuta, vuoi per le imprese di Guga Kuerten (tre volte vincitore a Roland Garros), vuoi perchè quasi tutti i tornei si giocano sul rosso. Tra questi, anche l'ATP 500 di Rio de Janeiro in programma tra due settimane, con la presenza di Rafael Nadal. A Rio si gioca anche un torneo femminile, sempre sul rosso. In realtà, a ben vedere, nulla faceva presagire un torneo Olimpico sulla terra battuta, se non le sensazioni degli appassionati. L'unico appiglio era il disegno del Campo Centrale, diffuso nel novembre 2013, dove il campo era colorato di rosso. Un po' poco per ipotizzare la superficie, anche perchè il cemento può tranquillamente essere dipinto in mille modi. Ma tanti pensavano che si giocasse sulla terra, anche lo stesso Nadal. Lo scorso anno, in occasione del torneo ATP di Rio, disse: “E' difficile ipotizzare cosa succederà da qui al 2016, ma sono molto motivato all'idea di giocare le Olimpiadi a Rio de Janeiro. Il fatto che si giochi sulla terra battuta mi darà una motivazione extra”.
NOVE CAMPI E 1.000 PUNTI IN PALIO
L'Olympic Tennis Centre, la cui realizzazione costerà 46 milioni di dollari, è ancora in fase di costruzione. I lavori dovrebbero terminare entro l'estate e prevedono la costruzione di un campo centrale da 10.000 posti (anche se il sindaco di Rio Eduardo Paes aveva polemizzato con l'ITF: a suo dire, avevano chiesto un centrale da 20.000 posti), altri due Show Court da 5.000 e da 3.000, più ulteriori sei campi con tribune per 250 persone. L'impianto resterà a disposizione della collettività anche dopo il torneo olimpico con sette campi: saranno smantellati soltanto i due Show Court secondari. L'altra novità riguarda la distribuzione dei punti ATP. A differenza di Londra 2012, quando Andy Murray intascò 750 punti, il vincitore di Rio ne porterà a casa 1.000. In altre parole, avrà grossomodo la stessa valenza di un torneo Masters 1000, con pochissime variazioni: il tabellone sarà a 64 giocatori (anziché 56) e la finale al meglio dei cinque set, formula progressivamente abbandonata dai tornei ATP. Entrando nello specifico, la superficie sarà il Decoturf americano, stessa dove si giocano i tornei ATP-WTA di quel periodo, in particolare il Canadian Open, Cincinnati e lo Us Open. In questo modo, i giocatori non dovranno modificare di una virgola la loro preparazione. La scelta ha una sua logica tecnica, ma è criticabile. Il Brasile è un paese storicamente legato alla terra battuta. Estremizzando, è come se a Londra avessero giocato sul rosso o a Mosca…all'aperto. Si tratta di una scelta antistorica che rifila un'altra spallata alla terra battuta, già martoriata dai calendari ATP-WTA. E così le Olimpiadi di Barcellona 1992 resteranno le uniche di sempre ad essersi giocate sulla terra battuta: fino al 1924 si era giocato sempre sull'erba, mentre dal 1988 (anno del rientro del tennis nel programma olimpico) hanno sempre scelto il cemento salvo a Londra 2012 e, appunto, Barcellona 1992. Chissà cosa avrà da dire Rafa Nadal….