“Se giocherò bene, so di avere una chance”. Parola di Rafael Nadal alla vigilia del 47esimo scontro diretto con Novak Djokovic, in programma nel pomeriggio italiano di oggi (ore 16, diretta Eurosport) nella finale dell'ATP 250 di Doha. Dopo una lunga rincorsa, il serbo lo ha agganciato con il successo nelle semifinali del Masters. Djokovic ha vinto gli ultimi quattro match, peraltro piuttosto nettamente, e sogna di effettuare il sorpasso nel piccolo Qatar, dove nemmeno la presenza di due dei giocatori più iconici del tour è bastata per far registrare il sold-out, almeno nelle semifinali. Nadal si è già imposto nel 2014 e per lui sarà la finale numero 99 nel tour. In semifinale si è imposto 6-3 6-4 sul sorprendente Illya Marchenko, mentre a seguire Djokovic ha superato Tomas Berdych col punteggio di 6-3 7-6, peraltro dopo aver rimontato un break di svantaggio nel primo set. Per il serbo sarà la 16esima finale consecutiva. L'ultima volta che aveva perso prima del match-clou risale proprio a dodici mesi fa a Doha. Da parte sua, Nadal è reduce dalla vittoria all'esibizione di Abu Dhabi e sta confermando le buone sensazioni degli ultimi mesi. “Ho fatto buone cose, raggiungere la finale al primo torneo ufficiale dell'anno è un'ottima cosa – ha detto – soprattutto per la fiducia. Ho avuto la conferma che la parte finale del 2015 è stata realistica. Sto continuando a giocare bene”. Non c'è mai stata partita: subito avanti nel primo set, Nadal ha poi trovato il break decisivo al quinto game del secondo, contro un avversario che pure aveva eliminato David Ferrer all'esordio.
DJOKOVIC SULLE TRACCE DI LENDL
C'era sicuramente più attesa per la sfida tra Djokovic e Berdych, se non altro perché il ceco è top-10 fisso da parecchi anni. In realtà è una delle “vittime” preferite di Djokovic (ci ha perso 22 volte su 24) anche se era partito bene, trovando il break in avvio. Ha resistito fino al 3-1, poi qualche errore e un pizzico di sfortuna hanno dato ossigeno a Djokovic, bravo a chiudere in meno di due ore. Non si può certo dire che arriverà più affaticato di Nadal, che aveva dovuto tribolare un po' nei turni precedenti. Comunque vada la finale, Djokovic si è avvicinato al record di finali consecutive dell'Era Open. Tra il 1981 e il 1982, il ceco ne giocò ben diciotto di fila. Anche per questo, pur non tifandolo, Piero Montecchio scelse proprio Lendl come personaggio da analizzare nella sua avventura a “TeleMike”. “Era il giocatore che mi dava più risultati da memorizzare” ci ha confidato una ventina d'anni dopo. “Sono particolarmente orgoglioso di questa statistica – ha detto Djokovic – ma provo a non pensare a cosa sarebbe successo se avessi perso o non fossi arrivato in finale. Ad ogni modo volevo iniziare l'anno in questo modo, giocando la finale contro uno dei miei avversari più pericolosi. Giocare contro Nadal è sempre una sfida, anche perché ci siamo sfidati in parecchie finali”.
IL FAVORITO E' NOLE
Le quote sono molto sbilanciate a favore del serbo, la cui vittoria è data a 1.20. Significa che scommettendo 100 euro se ne guadagnerebbero solo 20. Ben più alta (e quindi meno probabile) la quota per il successo di Rafa. Il pronostico è certamente condizionato dai precedenti: Djokovic ha vinto gli ultimi quattro e otto degli ultimi nove. L'ultima sconfitta risale alla finale del Roland Garros 2014, ultimo Slam incassato dallo spagnolo. Per trovare l'ultima vittoria di Nadal in un match al meglio dei tre set, bisogna andare alla semifinale del Canadian Open 2013, giocata a Montreal e vinta per un soffio. Insomma, è chiaro che negli ultimi due anni il serbo abbia messo la freccia e tenga ritmi impossibili per Nadal. Lo spagnolo fa bene a crederci, ma il risultato non dipende da lui. La frase riportata a inizio articolo è buona per l'autostima, ma non è la verità. Il risultato finale dipenderà esclusivamente da Djokovic. Se giocherà come sa, anche Doha sarà sua.
ATP DOHA – Semifinali
Novak Djokovic (SRB) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 7-6
Rafael Nadal (SPA) b. Illya Marchenko (UCR) 6-3 6-4