Da Wimbledon, Alessandro Terziani e Daniele Rossi – foto Getty Images
Angelique Kerber, n.4, supera in due set equilibrati Simona Halep, n.5, e raggiunge nuovamente la semifinale a Wimbledon quattro anni dopo. La tedesca, da lunedì, è già sicura di riprendersi la seconda posizione mondiale già occupata dopo gli ultimi vittoriosi Australian Open. La Kerber è l’unica semifinalista a non aver ancora perso un set.
La partita odierna ha visto sempre la Kerber in vantaggio nel punteggio. Primo set decisamente anomalo con ben 9 break in 12 giochi. Dopo il primo turno di battuta della Kerber, vinto a zero dalla tedesca, le giocatrici hanno perso il servizio ben 8 volte di fila. Sul 5-4 per la Kerber la Halep ha finalmente tenuto il servizio per la prima volta. Sul 6-5 per la tedesca, alla rumena è fatale il nono break del set. Un set scorso via veloce dove mai le due giocatrici sono andate ai vantaggi. Si è quasi sempre iniziato lo scambio con la Kerber più potente e aggressiva della Halep. Un tennis a velocità non elevate che ha consentito di vedere anche qualche bella variazione di gioco, comprese alcune deliziose smorzate, che ha divertito il pubblico.
Secondo set sulla falsariga del primo con 4 break consecutivi nella parte centrale, dal 3-2 al 5-4 per la Kerber, e le due giocatrici sempre attaccate nel punteggio. Si giunge al tie-break giocato in malo modo dalla Halep che mette insieme solo due punti. La tedesca, di sangue polacco, può esultare dopo un’ora e mezzo di gioco.
Kerber b. Halep 7-5 7-6(2)
Nell'accogliente catino del campo 1, Venus Williams scrive ancora una volta la storia. In semifinale dopo sei anni (l'ultima nel 2009, quando perse in finale da Serena), in qualità di giocatrice più anziana in tabellone (il suo esordio su questi campi è datato 1997!).
Il match si è probabilmente deciso nel tie-break del primo set, dopo che la Shvedova era stata in grado di tenere un buon ritmo da fondo. Nel gioco decisivo la kazaka si issava sul 5-3, prima di commettere due banali errori di diritto che lanciavano l'americana verso la conquista del parziale per 7 a 5.
La Shvedova accusava il colpo e si dimostrava davvero troppo tenera al servizio (3 ace, 4 doppi falli e appena il 45% di punti vinti con la seconda, contro il 56% dell'avversaria). Una girandola di break, premiava Venus che scappava sul 5-1, prima del sussulto d'orgoglio della Shvedova, qui passata alla storia per aver rifilato un golden set alla Errani nel 2012. L'allenatore di Angelique Kerber, Torben Beltz, faceva in tempo a vedere gli ultimi game, in cui Venus suggellava la vittoria con un netto 6-2. Una finale dal sapore vintage con la sorella Serena è un'eventualità sempre più probabile.
L'approdo di Venus in semifinale è una bella storia, ma anche l'ennesimo campanello di allarme per un tennis femminile il cui livello medio si è clamorosamente abbassato, lasciando spazio ad exploit più o meno sorprendenti che stanno ormai diventando la regola.
"Come gioco rispetto a sei anni fa? – ha scherzato Venus – Non mi ricordo, sei anni sono secoli! La cosa più difficile in questi anni è stato non avere il controllo del proprio corpo – si riferisce al morbo di Sjogren – ma non mi sono mai arrabbiata, non puoi cambiare queste cose. Il ritiro è una via facile, e a me non piacciono le vie facili. La Kerber – ha continuato Venus sulla sua prossima avversaria – sa giocare sull'erba, di sicuro mi farà colpire tante palle'. E a proposito del fatto che la più giovane semifinalista abbia 28 anni: 'Non è una coincidenza, perchè ad una certa età puoi usare l'esperienza ed è grazie a quella che puoi toccare il tuo massimo'.
V. Williams b. Shvedova 7-6(5) 6-2
La numero uno mondiale Serena Williams regola Anastasia Pavlyuchenkova, n.23, e raggiunge la sorella Venus in semifinale. Era dal 2009, quando Serena vinse in finale proprio contro Venus, che questo non accadeva.
Primo set con le giocatrici che servono alla grande e non faticano a tenere i propri turni di battuta. Sul 4-4 è però Serena che rompe l’equilibrio piazzando il colpo da ko con una striscia vincente di otto punti.
Secondo set fotocopia esatta del primo. Sul 4-4, senza che nessuna delle due giocatrici abbia concesso nulla sul servizio, arriva puntuale e chirurgico il break a favore di Serena. La Williams serve per il match sul 5-4 e guadagna la semifinale senza particolare affanno dopo un’ora e 10 minuti.
La giocatrice russa non ha demeritato, ma nei momenti decisivi ha prevalso il carattere e l’esperienza della campionessa statunitense. Decisamente cinica la Williams che ha vinto con il minimo sforzo mettendo a segno una palla break per set senza mai rischiare sul proprio servizio. Il maledetto 22° Slam sembra sempre più vicino, sempre che Serena sia guarita dalla sindrome Vinci di cui quest’anno hanno già beneficiato Kerber a Melbourne e Muguruza a Parigi.
S. Williams b. Pavlyuchenkova 6-4 6-4
Il fatidico 'sì' avverrà come previsto il 9 luglio, il giorno della finale femminile. Dominika Cibulkova aveva fissato le nozze con lo storico fidanzato Miso Navara senza considerare l'eventualità di avere altri impegni in quel di Londra. Il pericolo spostamento adesso è scongiurato, dopo che a seguito della vittoria con la Radwanska, aveva paventato un possibile cambio di data in caso avesse fatto ulteriore strada nel torneo. Non ha di questi problemi Elena Vesnina, sposatasi l'anno scorso, che invece grazie ad un prestazione quasi impeccabile, corona il suo più grande risultato in carriera rifilando alla piccola slovacca un doppio 6-2.
Match decisamente senza storia: erano entrambe reduci da lunghe battaglie finite entrambe 9-7 al terzo, ma la Cibulkova è da subito sembrata appannata e fuori ritmo, al contrario della Vesnina, aggressiva e implacabile, capace di fare la differenza sia col servizio che col diritto (79% di punti vinti con la prima, 57% con la seconda e 22 vincenti totali a referto). Il suo caratteristico grunting (una sorta di 'Ahia') ha dominato sui 'Pome' della Cibulkova, chiudendo in appena un'ora e 16 minuti di gioco. Qualche lacrima di commozione, il segno della croce e baci al suo angolo per la 29enne nata in Ucraina e allenata dal padre Sergey, che si riscopre singolarista di livello, dopo che negli ultimi anni si era tolta grandissime soddisfazioni in doppio con la compatriota Makarova (due Slam in bacheca e forti probabilità di andare a megaglia alle Olimpiadi di Rio).
Sarà la quinta semifinalista non testa di serie a Wimbledon dopo Zheng nel 2008, Kvitova e Pironkova nel 2010 e Lisicki nel 2011. Con Serena la aspetta una mission impossibile: i precedenti sono 4-0 per l'americana che non le ha concesso nemmeno un set.
'Sono molto sospresa di questo risultato – ha detto una raggiante Vesnina in conferenza stampa – è come un sogno che si avvera. Cosa è cambiato? Credo molto di più in me stessa, cerco di non mettermi pressione e di divertirmi in campo. Eravamo entrambe reduci da partite maratona e ho pure giocato il doppio, ma ho cercato di non pensare alla stanchezza ma solo al fatto che fosse la mia chance e che dovevo assolutamente sfruttarla. La semifinale con Serena – ha proseguito – è speciale, non potrei chiedere di meglio. Per batterla devi essere solida, forte mentalmente e cercare di metterle pressione. La Kerber in Australia ha sfruttato le sue occasione e questo ha fatto la differenza'. E infine una chiosa sulla scabrosa vicenda dello sport russo, finito nel ciclone doping: 'Sono molto dispiaciuta per gli atleti puliti che non potranno andare a Rio, questo non è giusto. So che ci sono stati dei problemi col programma antidoping ma non è giusto che gli atleti puliti non possano gareggiare, si allenano per quattro anni per le Olimpiadi, è l'occasione della loro vita'.
Vesnina b. Cibulkova 6-2 6-2