Sarà lui il numero 1 coreano a Cagliari: la storia e il profilo del semifinalista di New York, dalla scuola frequentata con Duckhee Lee al sogno di diventare un calciatorie

Il papà insegnante, la sorella regina di bellezza

Si fa largo alternando sbracciate col dritto e deliziosi drop, non si tira indietro nella battaglia e i risultati iniziano a dargli ragione. Si chiama Soonwoo Kwon il nuovo numero 1 della Corea del Sud e principale minaccia per l’Italia nel turno preliminare di Coppa Davis in programma il 6-7 marzo. L’avventura dell’asiatico, che si avvicina a grandi passi verso la top-80 del ranking Atp, è partita da Sangju, piccola città ma famosa per la curiosa tradizione nella produzione di cachi essiccati. Come spesso accade, a far sbocciare l’amore per una disciplina non così diffusa in certe zone è stato un componente della famiglia.

Papà Younghun, tra una lezione e l’altra di geografia impartita agli alunni delle scuole superiori, usava la racchetta per svuotare la testa e regalarsi qualche ora di svago. Soonwoo inizia relativamente tardi, a 10 anni, ma recupera il tempo perso per strada e adesso è pronto per la consacrazione definitiva nel circuito Atp. Mentre la sorella maggiore Hakyung incanta la Corea diventandone reginetta di bellezza, il giovane Kwon investe sulla propria formazione trasferendosi all’età di 16 anni a Seul e frequentando la stessa scuola di Duckhee Lee, ritrovato poi in nazionale.

Il nemico n.1 dell’Italia

Intravisto il proprio talento e abbandonato definitivamente il sogno di diventare un calciatore, il classe 1997 centellina le proprie apparizioni tra gli junior limitandosi alle tappe asiatiche e australiane e per questo non va oltre la posizione numero 46 del ranking dei ragazzi, ma la striscia di dodici vittorie di fila con ventidue set consecutivi intascati con cui si congeda dal circuito nel 2015 è un chiaro segnale del suo progetto a medio termine. La transizione nei ‘pro’, come noto, non è affatto semplice e l’esplosione tanto attesa a livello Challenger arriva nel 2019 con i titoli di Yokohama e nella sua Seul. Nel frattempo, tuttavia, Kwon aveva già assaggiato uno dei quattro palcoscenici più importanti della stagione, solcando i campi degli Australian Open nel 2018 grazie alla wildcard della zona Asia-Pacifico.

Il coreano ha superato il tabellone cadetto anche a Wimbledon e agli Us Open della stagione successiva, tornando a Melbourne per diritto di classifica nel 2020 ma sempre rinviando l’appuntamento con il primo successo a livello Slam, nonostante l’essersi inerpicato sino al quinto set con un top-30 come Basilashvili in Australia. Decisamente più incoraggiante l’attuale record nei tornei Atp con il miglior risultato piazzato proprio in questi giorni a New York sciorinando un tennis di grande livello e il biglietto per la prima finale sfuggita solamente al tie-break del terzo contro Edmund. Prima dell’evento americano, Kwon si era fatto notare nella seconda metà di 2019 con l’ingresso in top-100 e i quarti raggiunti a Los Cabos, oltre che per la vittoria più prestigiosa in termini di ranking a Zhuhai contro Pouille (numero 24 al mondo).

Sarà lui, dunque, a guidare la spedizione coreana a Cagliari. Con uno Hyeon Chung scomparso per il momento dai radar e alle prese con diversi infortuni e l’ex compagno di scuola Duckhee Lee probabilmente ancora acerbo per certi palcoscenici, Soonwoo vestirà i panni del nemico numero uno per gli azzurri in Sardegna. La terra rossa outdoor non rientra al momento nelle superfici preferite di Kwon, mai al via in un evento del circuito maggiore sul rosso e con appena undici partite all’attico tra Challenger e qualificazioni del Roland Garros, con sole quattro vittorie. Guai, però, a sottovalutarlo: gli exploit sono ampiamente nelle sue corde.