Dopo oltre dieci mesi lontano dal tour, Juan Martin Del Potro può tornare a sorridere: "Un gran momento, non pensavo di essere già su questi livelli". E potrebbe aver finalmente risolto anche il problema racchette.
Di Marco Caldara – 13 gennaio 2015
Ufficialmente ha deciso soltanto mercoledì, ma in cuor suo Juan Martin Del Potro lo sapeva già da un pezzo. Voleva a tutti i costi tornare in campo per il via del 2015, e ci teneva a farlo a Sydney, per difendere il titolo di dodici mesi fa. Quando anche gli ultimi fastidi al polso sinistro operato a marzo se ne sono andati, ha preparato le valigie per l’Australia, prima tappa della terza fase della sua carriera. La prima si è chiusa del 2010, crack al polso destro e operazione, la seconda nel 2014, stessi problemi ma all’altro braccio, e nuovo appuntamento sotto i ferri. Acqua passata. Quando l’ucraino Sergiy Stakhovsky ha scentrato un rovescio spedendo la palla di poco larga, l’argentino ha potuto finalmente alzare le braccia al cielo come non faceva da undici mesi, raccogliendo l’applauso della Ken Rosewall Arena. Una vittoria dai tanti significati, che ha restituito al tour un giocatore apparso già in buona forma in chiave Australian Open, vero metro di giudizio sulle sue condizioni. Manca un pizzico di mobilità, ma dopo dieci mesi ai box non c’è nulla di strano. Il tennista albiceleste ne è consapevole, e non è un caso che domenica mattina, quando la pioggia caduta nel Nuovo Galles del Sud non gli ha permesso di allenarsi in campo, abbia svolto una sessione di lavoro fisico addirittura nella hall dell’hotel. La vittoria al rientro non era affatto scontata, invece, non solo ‘Delpo’ ha battuto un avversario non semplicissimo, che non dà ritmo e gioca molto d’attacco, ma l’ha fatto senza concedere alcuna palla-break, mostrando continuità e, a tratti, lo smalto dei tempi migliori.
“UN’ASSENZA FRUSTRANTE”
Il vero esame arriverà domani contro Fabio Fognini, numero uno del seeding, ma nel frattempo l’argentino vuole godersi il momento al 100%. “È stato bello – ha detto – e se si considera che ero fermo da dieci mesi penso di aver giocato bene. In tutta onestà, non pensavo di essere già su questi livelli. Servizio e diritto hanno funzionato alla grande, è un buon segnale, mentre devo ancora lavorare sul rovescio e sulla mobilità”. È presto per parlare di obiettivi, ma Del Potro è pur sempre un top player, e anche se è appena rientrato ha già le idee chiare. “Quest’anno vorrei giocare 15-20 tornei, completare una stagione senza farmi male sarebbe già un successo. Avrei voluto giocarmela con gli altri per vincere gli Slam, invece m’è toccato vederli in televisione mentre ero a casa a curarmi. È stato molto frustrante”. Per fortuna, per la seconda volta i problemi appaiono alle spalle, e ‘Delpo’ può tornare a sognare in grande. Per assurdo, i quasi due anni di assenza dal tour (fra 2010 e 2014) che avrebbero potuto pregiudicarne la carriera, potrebbero invece diventare in futuro un punto a suo favore, tradotti in mesi e mesi di logorio fisico in meno rispetto ai coetanei. Dopotutto, l’argentino è più vecchio della nuova generazione di top 10 (Nishikori, Raonic, Dimitrov) di un massimo di tre anni, ma due li ha lasciati per strada. Se a Del Potro andrà finalmente tutto per il verso giusto, insomma, i nuovi nomi del circuito mondiale avranno un big in più con cui fare i conti.
NUOVA RACCHETTA ALL’ORIZZONTE?
Non gli manca neanche l’affetto dei tanti fan. In fondo, è impossibile non voler bene a questo ragazzone di quasi due metri ma con gli occhi da bambino, che le sta provando tutte per chiudere il suo personalissimo conto con la sfortuna. Il tandilense ha ringraziato i sostenitori subito dopo il match, postando sulla propria pagina Facebook una sua foto negli spogliatoi, col ghiaccio di routine al polso sinistro e un’ampia fasciatura alla caviglia destra, ma anche un sorriso vero, sincero. “Oltre a condividere questo momento con famiglia e amici, ci tengo a farlo anche con voi. Grazie”. Oltre alla gente, a spalleggiarlo nella sua terza carriera potrebbe esserci finalmente anche una nuova compagna di viaggio. Per somma gioia di Wilson e dell’entourage del giocatore, pare infatti che ‘Delpo’ abbia risolto una volta per tutte i famosi problemi con le racchette, abbandonando le vecchie K-Factor fuori produzione da anni (gliene erano rimaste appena due) a favore di un nuovo modello, al momento celato dalla tinteggiatura carbon black. A onor del vero, anche dopo lo stop del 2010 tornò in campo per gli ultimi due tornei con un nuovo modello, salvo poi ripiegare di nuovo sulle armi che l’anno prima gli permisero l’incredibile trionfo allo Us Open. Il successo sul cemento di New York pareva il primo di una lunga serie, invece è rimasto l’unico in un torneo del Grande Slam. Fortunatamente, però, non è ancora detta l’ultima parola.
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