Era davvero felice, Roger Federer. Vincere il 18esimo Slam, in questo modo, contro il suo più grande avversario, è il coronamento di una fiaba. In conferenza stampa, lo svizzero ha toccato svariati argomenti: la strana sensazione di vincere l'ultimo punto con occhio di falco, l'importanza di Nadal nella sua carriera e il valore di questo successo. “Lo posso paragonare solo alla vittoria al Roland Garros”. Roger ha respinto le critiche di Pat Cash sul medical time out: l'australiano aveva detto che si tratta di una scorrettezza legalizzata. “Avevo problemi all'inguine sin dal terzo set”. Roger ha poi spiegato che la frase detta durante la premiazione (“Se non dovessimo vederci l'anno prossimo…”) non era pianificata, e che la sua speranza è di presentarsi a Melbourne Park anche nel 2018. Ecco le parole della leggenda svizzera.
“Aver distanziato i miei avversari nella classifica degli Slam è la cosa meno importante. La cosa grande è essere tornato e aver giocato un match epico contro Rafa. E poi l'ho fatto in Australia, la terra di persone a cui devo molto come Peter Carter e Tony Roche. E poi l'aver vinto di nuovo uno Slam dopo non esserci riuscito per quasi cinque anni. Il conto degli Slam, onestamente, non mi interessa”.
“Vincere uno Slam con un challenge? Ci sta . Mettetevi nei panni di Rafa: quali altri opzioni aveva? E' un po' difficile vincere così, ma le emozioni sono ugualmente arrivate. Come potete immaginare, ero incredibilmente felice. Ho guardato il mio team, Mirka, tutti gli altri. In quel momento ho capito che avevo vinto. E' stata una grande sensazione”.
“Vincere il 18esimo Slam sarebbe stato speciale ovunque, ma qui in Australia è cominciato tutto. Ho giocato il torneo junior nel 1998, le qualificazioni nel 1999. Forse ho vinto il mio primo match contro Chang nel 2000. Mi è sempre piaciuto venire qui. Quando vinci, il viaggio di ritorno non è un problema. Quando perdi, è brutale. Per questo, stasera mi sento molto fortunato”.
“Sotto di un break nel quinto, mi sono detto di giocare libero. Ne avevo discusso con Ljubicic e Luthi prima delle partite. Devo giocare la palla, non gli avversari. Devo essere libero di testa, libero nei colpi. Il coraggio sarebbe stato premiato. Ho avuto delle chance in avvio di quinto: avrei potuto demoralizzarmi e accettare la sconfitta. Ma ho continuato a lottare e a crederci. Ho sempre pensato che ci fosse la possibilità di vincere. Credo sia la ragione che mi ha fatto giocare così bene nelle fasi finali”.
“Rafa il mio più grande rivale? Lo è anche Djokovic, lo sono stati anche Hewitt e Roddick. E di sicuro avrò dimenticato qualcuno. Però Rafa è stato speciale nella mia carriera. Ha contribuito a farmi diventare un giocatore migliore. Lui e un altro paio di tennisti mi hanno permesso di crescere perché il loro gioco è complicato per me. L'ho detto prima della finale: 'se dovessi vincere contro Rafa, sarebbe dolce e speciale perché non lo batto in una finale Slam da molto tempo'. L'ultima volta era stato a Wimbledon 2007. Adesso ce l'ho fatta. Siamo entrambi tornati dopo un periodo difficile. Come ho detto in campo, sarebbe stato bello vincere per entrambi, ma nel tennis non esiste il pareggio. A volte è brutale”
“Posso paragonare questo successo soltanto al Roland Garros 2009. Volevo vincere a Parigi: ci ho provato, ho combattuto. Ci ho provato di nuovo e non ce l'ho fatta. Finalmente ce l'ho fatta. Questo successo è simile, sì”.
“Non so se le vittorie di giocatori non più giovani come me, Rafa, Serena e Venus aiuterà lo spirito delle persone. Si tratta pur sempre di sport, anche se lo sport è uno strumento potente. Rende felice tante persone. A volte dimenticano i loro dispiaceri. Sento che finali come questa siano una festa per il tennis. Per questo è stato bello avere Rod Laver durante la premiazione. Io mi aspettavo Ashley Cooper, ma Rocket va benissimo. Al di là del risultato, è stato un po' come il Super Bowl: il grande protagonista è il tennis. Sono felice che fossimo rappresentati da Rafa. E' sempre grande. Spero che resti nel tour ancora a lungo e continui a rappresentare il tennis come sta facendo”.
“Per Ivan Ljubicic era la prima finale Slam, sia da giocatore che da coach. E' stato nervoso per tutto il giorno. Ho provato a calmarlo! (ride, ndr). Stessa cosa con il fisioterapista. Penso fosse dovuto al fatto che non ha vissuto così spesso una situazione del genere. Per esempio, Severin era molto rilassato. E' stato bello per tutti: so quanto siano felici perché rappresentano di più di un coach, fisioterapista o qualsiasi altra cosa. Sono tutti amici e abbiamo trascorso molto tempo a discutere su come farmi tornare al 100% e, se l'avessi fatto, come tornare a vincere uno Slam. Ora ce l'abbiamo fatta: stanotte festeggeremo come rockstar”.
“Il medical time out? La gamba mi crea problemi sin dal match contro Noah Rubin. Per qualche motivo, contro Wawrinka ho avuto qualche problema sin dall'inizio, a entrambi i lati dell'inguine. Dopo che lui ha chiesto un medical time out, ho pensato che avrei potuto prenderne uno anche io per vedere se un massaggio mi avesse dato una mano. Potenzialmente lo ha fatto, non ne sono sicuro. Oggi l'inguine ha iniziato a darmi fastidio a metà del terzo set. Mi sono detto che esistono delle regole, quindi le posso utilizzare. Ma penso anche che non si dovrebbe abusarne. Credo di aver aperto la strada in questo senso negli ultimi 20 anni. Per questo ritengo che le critiche siano esagerate: sono l'ultimo che chiamerebbe un medical time out. Per questo, non so di cosa parli Pat Cash”.
“Dovessi essere infortunato, potrei anche saltare la prossima edizione. Chissà cosa può succedere. Quello che ho detto in campo è stato un modo di dire….non sai mai quando sarà il tuo prossimo Slam. Allora ho sentito che fosse una bella occasione per ringraziare tante persone in una volta. C'era tanto pubblico, è stato un momento per apprezzare il loro affetto. L'anno scorso ho avuto una stagione difficile. Tre partite di cinque set non hanno aiutato. Non c'era nulla di pianificato in quello che ho detto, che questo è il mio ultimo Australian Open. Spero di poter tornare, in questo momento è la mia speranza”.
“Per stasera abbiamo organizzato una festa. La cosa buona è che ho tanti amici, anche tra le persone del posto. Alla fine saremo, non so, 20, 30, 40 persone. E' più bello festeggiare in tanti piuttosto che da solo, con un bicchiere di champagne. Sono sicuro che sarà molto divertente. Mi piaceva quando in Australia si giocava la finale di giorno, come nel 2004, quindi non dovevo aspettare le 2 di notte. E devo ancora fare il test antidoping!”