Alla fine non voleva più uscire dal campo. Dopo aver corso e lottato per 148 minuti, Alessandro Giannessi ci aveva preso gusto, a vivere da protagonista il Louis Armstrong Stadium. Non c’era troppa gente, anche perché la pioggia aveva convinto parecchi a scappare via, ma gli assenti hanno avuto torto. Alessandro si è arreso a Stan Wawrinka con un onorevolissimo 6-1 7-6 7-5 e avrebbe meritato di portare a casa almeno un set, se non altro per la grinta e per l’atteggiamento. Non si è mai scomposto e ci ha provato finché ha potuto, con tutte le sue armi. Bravo, bravissimo, 8+. Il suo Us Open sembra dare ragione a Eduardo Infantino, che un anno e mezzo fa – quando siamo andati a visitare il Centro FIT di Tirrenia – aveva pronosticato un suo ingresso tra i top-100 “entro 2-3 anni”. Questo Giannessi può farcela perché può raccogliere punti e vittorie anche sul cemento. Dando un’occhiata alla sua carriera, fortemente incentrata sul rosso, si pensava che sul cemento non potesse essere troppo competitivo. Anche lui, forse, non ci credeva troppo. Quando si è presentato a New York non aveva troppe ambizioni, invece ha raccolto quattro vittorie e nella notte del Louis Armstrong (i casi delle vita: papà Giovanni è un appassionato di jazz) ha dimostrato di poter fare ottime cose sul duro. Serve bene, e poi si muove come una gazzella. E’ davvero rapidissimo e si è adattato perfettamente alle necessità del duro, così diverse dalla terra battuta. Dopo un inizio non semplice, dove l’emozione e un Wawrinka in palla hanno sigillato il 6-1 del primo set, Alessandro ha preso fiducia e ha fatto l’unica cosa che poteva: cercare di far giocare male l’avversario e fargli colpire tante palle. Il piano ha funzionato e sul 4-1 Giannessi, chissà, qualcuno avrà strabuzzato gli occhi. Ancora di più sul 5-2 e poi sul 5-3 e 40-30, quando si è procurato un setpoint.
I COMPLIMENTI DI WAWRINKA
Lì ha sentito la tensione e un rovescio (suo storico tallone d’achille) gli è rimasto un po’ corto, consentendo a Wawrinka di sparare un drittone anomalo. Molto bene anche sul punto successivo, e il break di vantaggio volava via. Però Alessandro non si disuniva, conquistava il tie-break e lo perdeva per dettagli. Quei dettagli che fanno la differenza tra Wawrinka e Giannessi, laddove Wawrinka è un fenomeno e Giannessi un ottimo giocatore. In questi casi, di solito il meno forte si disunisce, vuoi per la delusione, vuoi per l’appagamento, invece Giannessi ha giocato un ottimo terzo set, peraltro vincendo il punto più bello della partita, sul 3-3 e 40-40, dopo aver annullato un paio di palle break. Prima recuperava una palla dal bidone della spazzatura, poi tirava un passantino in slice che metteva in difficoltà lo svizzero. Il passante successivo era comodo ma non definitivo, però si faceva perdonare con un rovescino che mandava su tutte le furie Wawrinka. Non si capacitava, il numero 4 del mondo, di aver perso un punto del genere. Sullo slancio, “Gianna” saliva 0-40 sul 4-4. Nel momento del bisogno, tuttavia, Wawrinka ristabiliva le gerarchie. Ma è importante che Alessandro le abbia messe in discussione. E alla fine, come detto, si è goduto il sincero applauso della gente. Mentre lui era già nella pancia del Louis Armstrong, Wawrinka gli ha fatto i complimenti: “E’ un ottimo giocatore, corre molto e ha un buon tocco. E’ stata dura e me lo aspettavo”. Adesso sarà importante non buttare via questa grande esperienza: Alessandro dovrà metabolizzarla, ragionarci su e arrivare alle giuste conclusioni. Dovranno essere conclusioni importanti, da cui trarre forza per raggiungere gli obiettivi di una carriera che è appena arrivata a metà. La prossima settimana si giocherà il Challenger di Genova, appuntamento mai banale nel suo calendario: adesso è fuori di tre posizioni dal main draw. Dovesse entrare in tabellone, potrebbe essere una buona occasione per sfruttare l’onda lunga di New York. La città dove tutto è possibile.
US OPEN 2016 – Secondo Turno Uomini
Stan Wawrinka (SUI) b. Alessandro Giannessi (ITA) 6-1 7-6 7-5
Solo applausi per Giannessi nel campo del jazzista
Alessandro gioca una buonissima partita contro Stan Wawrinka: è piaciuto sia sul piano tecnico che comportamentale, ed esce addirittura con qualche piccolo rimpianto per il setpoint sciupato nel secondo set. Ma ha tenuto duro fino all’ultimo punto con un top-player. La sua carriera può e deve ripartire da qui.