WIMBLEDON – Pur senza esaltare, il serbo agguanta la finale. Dimitrov fa e disfa, ma sciupa quattro setpint che lo avrebbero portato al quinto set.

Di Cosimo Mongelli – 4 luglio 2014

 
Per Grigor Dimitrov non sarà facile dormire questa notte. No, non c'entra nulla Maria Sharapova. A togliere il sonno al bulgaro saranno i rimpianti. I rimpianti per l'occasione sprecata. Non sarà l'ultima, il futuro appare comunque luminoso, ma non sarà facile ritrovare un Djokovic nella peggior versione possibile, peraltro in un match così importante. Un Djokovic mai visto, nemmeno agli esordi, così fuori fase. Così falloso. Così impalpabile. Sempre con lo sguardo rivolto in tribuna a cercar conforto in quello di Boris, chissà quanto resosi conto della condizione, precaria, del suo allievo. E nonostante un'esibizione mediocre, Nole è per la terza volta in finale a Wimbledon. Perchè peggio di una prestazione mediocre c'è soltanto il non saperne approfittare. Eppure Nole entra in campo con il piglio del campione. Del campione che non può farsi impensierire pur avendo di fronte un fenomeno sulla via dell'esplosione. E il primo set è condotto in agilità e con superiorità. Grigor sembra rendersi conto di dove si trova e della posta in palio solo nel secondo set, quando tutto sembra già compromesso. Sotto 6-4 e 3-1 si ricorda di tutti i fondamentali gentilmente concessi dalla natura e comincia a spingere, aggredire, disegnare, inventare. In un attimo mette a fila 5 game e pareggia i conti. Con Nole che, sul set point, ci mette la ciliegina della chimata di un falco con la palla dentro di almeno 30 centimetri. E' il momento di mettere i puntini, e le palline, sulle ì. Nole sembra accusare il colpo e arranca. Ma Grigor non infierisce. Il serbo, praticamente inchiodato a fondo campo nelle prime due frazioni, comincia un'insensata ricerca del punto a rete. I numerosi errori fanno scaturire occasioni su occasioni. Ma li bulgaro non è minimamente intenzionato a sfruttarle.
 
OCCASIONI BUTTATE VIA
L'incontro non è un bel vedere, lo spettacolo latita e tra un Nole sempre più frustrato che cerca consolazione in Bum Bum e Grisha che non vuole infierire ci si trascina al tiebreak. E se il set appena trascorso non ha strappato un applauso che sia uno, il tiebreak è la sagra degli orrori. Da parte di Dimitrov. Doppio fallo e palla corta senza alcun senso affossata in rete e Nole si ritrova in regalo il terzo set. E, probabilmente, la partita. Il probabilmente diventa certezza nel terzo game del quarto set. Il bulgaro tenta il game perfetto al contrario e per poco non gli riesce l'impresa. Ma sono “solo” tre i doppi falli (e un dritto vietato a minori) che sembrano mettere la parola fine a quest'incontro. Sembrano, perché Djokovic conferma di essere, oggi, il parente di se stesso. Il controbreak è immediato e Dimitrov si porta addirittura avanti. Ma non ne vuol sapere. Spreca tre palle break per ipotecare il quinto set e il capolavoro lo compie nell'ennesimo tiebreak. Sale 6-3 scatenando il pubblico e l'amata Maria. Tre set-point per portare la partita al quinto set, dove probabilmente avrebbe la meglio. Nemmeno uno trasformato. Quattro punti consecutivi danno a Djokovic un match-point. Dimitrov annulla il primo ma non il secondo. E si avvicina mestamente alla rete, e all'avversario, con quell'espressione un po' così di chi sa di aver buttato via il biglietto per la partita più importante della sua vita. Gli ricapiterà, crediamo. Nole va dunque in finale e ha il merito di esser rimasto comunque a galla. Ma nell'atto conclusivo, qualsiasi esso sia l'avversario, dovrà presentarsi in condizioni decisamente migliori.

WIMBLEDON 2014 – UOMINI
Semifinali

Novak Djokovic (SRB) b. Grigor Dimitrov (BUL) 6-4 3-6 7-6 7-6
Roger Federer (SUI) vs. Milos Raonic (CAN)