Primo titolo in carriera per la giovane Maria Teresa Torro Flor. Concittadina di Juan Carlos Ferrero, si allena da 10 anni nella sua accademia. Una diagnosi superficiale aveva rischiato di metterla KO, ma si è fermata in tempo.

Di Riccardo Bisti – 28 aprile 2014

 
Per qualche strana ragione, il tennis spagnolo al femminile non tiene il passo del maschile. Tra gli uomini hanno ben quattordici top-100, mentre in campo femminile sono appena quattro. E una di loro è la veterana Lourdes Dominguez Lino. Se consideriamo che Carla Suarez Navarro, numero 1 indiscussa, non ha giocato lo spareggio di Fed Cup con la Polonia, è facile capire perché il team di Conchita Martinez sia sprofondato nel World Group II. Eppur qualcosa si muove. Qualcuno ha esagerato, definendole un “Trio Meraviglia”, eppure Garbine Muguruza, Maria Teresa Torro-Flor e Lara Arruabarrena sono le tre frecce per il futuro, nella speranza di avvicinare i tempi d’oro di Arantxa Sanchez e Conchita Martinez. La più attesa è la Muguruza, ancora indecisa se giocare per la Spagna o il Venezuela, ma oggi è il momento di Maria Teresa “Tita” Torro-Flor. La biondina di Villena compirà 22 anni venerdì prossimo, e sarà un compleanno dolcissimo. Battendo Romina Oprandi in finale, si è aggiudicata a Marrakech il primo titolo WTA in carriera. Un successo inatteso, ma che l’ha spinta tra le top-50 WTA. Il giusto premio a una ragazza che ha già dovuto soffrire, anche se il tennis era nel destino sin da piccola. In teoria, nascere a Villena, 35.000 abitanti a due passi da Valencia, potrebbe non essere un vantaggio. Meglio Barcellona, dove pullula di accademie e possibilità. Ma la sventura diventa fortuna se Juan Carlos Ferrero, ex numero 1 ATP, decide di investire in un’accademia proprio nella città natale. E che accademia: il progetto Equelite è recentemente sbarcato a Shenzhen per esportare il metodo anche in Cina. La piccola Maria Teresa non poteva che finirci dentro, specie dopo che i genitori Francisco “Paco” e Marita Teresa avevano già provato a far giocare la sorella maggiore, senza successo.
 
PAURA E RINASCITA
Da quando ha 12 anni, la Torro-Flor si allena presso il quartier generale di JCF ed è cresciuta piano piano. “I ricordi più belli della sua gioventù sono due: il titolo giovanile spagnolo nel 2006 e la finale al Roland Garros junior in doppio con la Arruabarrena” racconta il padre. Tuttavia, l’attività junior non è stata molto intensa. Al massimo, è stata numero 154 ITF. “Perché in quel periodo bisogna pensare a svilupparsi fisicamente: dopo non c’è più tempo”. La crescita procedeva a dovere, quando c’è stato uno stop di sei mesi tra maggio e novembre 2011. “Ma non è stato un guaio improvviso. Avevo problemi al ginocchio già da tempo”. A fine 2009, dolorante alla rodilla, le dissero che poteva essere una tendinite. Ma decise di andare avanti e giocarci sopra, tra alti e bassi. Nella primavera 2011, dopo un anno e mezzo in queste condizioni, vinse il suo titolo più importante al 25.000$ di Civitavecchia, poi capì che non ce la poteva più fare. Stop di sei mesi, di cui tre senza toccare racchetta. Ma all’accademia Equelite ti insegnano anche a soffrire, così non si è persa d’animo. Decine di sedute in palestra, le pause trascorse a scrivere il proprio nome e cognome sul retro delle scarpe…ed ecco un 2012 da favola, in cui ha collezionato una vittoria dopo l’altra nei tornei ITF, un po’ come fece lo scorso anno Pablo Carreno Busta.
 
LEZIONE DI UMILTA' A GARBINE
Ma adesso Tita vuole di più, forte di un dritto violento ed efficace. Non sarà la più elegante del circuito (e pensare che è cresciuta nel mito di Justine Henin…), però la scuola della sofferenza le ha insegnato a lottare su tutte le palle. Seguita come un ombra da Cesar Fabregas, uno dei tanti coach spagnoli giovani e pieni di motivazioni, si è tolta una bella soddisfazione in semifinale, lasciando appena tre giochi alla Muguruza. L’altra è più talentuosa, ma è meno abituata a soffrire. E si è presa una punizione niente male. In finale ha disinnescato il talento di Romina Oprandi. Dopo un brutto secondo set, ha chiesto l’intervento di Fabregas: un discorsetto motivazionale è bastato per ridarle lucidità e dominare alla distanza. Con questo risultato è salita al numero 50 WTA, non troppo distante dalla 37esima posizione della Muguruza, nettamente più avanti rispetto alla ex-gemella Arruabarrena. Tita è la sesta giocatrice a vincere il primo titolo WTA nel 2014, ma è convinta che Marrakech sia un punto di partenza. E visto che il ferro va battuto finchè è caldo, si è già spostata a Oeiras, dove esordirà contro Shuai Peng. La Spagna piange ancora per la tragica scomparsa di Tito Villanova. Forse non è un caso che pochi giorni dopo sia nata la stella di Tita Torro Flor. Dal calcio al tennis, il passo può anche essere breve.