di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Diciassette vinte su diciotto. E’ questo lo strepitoso bottino stagionale di Robin Soderling che a Marsiglia centra il terzo alloro in sei settimane, stabilendo il suo primato di tornei vinti in un anno, lui che solo nel 2010 era riuscito per la prima volta ad aggiudicarsene due. Per farlo aveva, però, dovuto attendere l’ultimo Masters 1000 della stagione, quello di Parigi Bercy. Un torneo sicuramente più prestigioso, quello ottenuto in riva alla Senna, il cui valore in termini di punti (1000), è stato eguagliato dal gruzzolo messo assieme dal gigante di Tibro nei tre tornei vinti sotto la guida del nostro Claudio Pistolesi: un “500” (Rotterdam) e due “250”, Brisbane e Marsiglia.
In realtà quello giocato nella più grande città della Francia meridionale, malgrado la non sempre veritiera classificazione Atp, è stato un evento di livello tecnico nettamente superiore al “500” di Memphis, in programma questa settimana. A Marsiglia erano ai nastri di partenza ben 5 Top 15, a differenza dei soli due presenti in Tennessee.
L’alta competitività dell’”Open 13” è stata confermata da un ultimo atto di grandissimo spessore in cui lo svedese ha dovuto fare i conti con un redivivo Marin Cilic, tornato finalmente a vestire i panni del giocatore che solo dodici mesi fa, aveva messo in cassaforte ben due titoli e una semifinale agli Australian Open.
Dopo il successo nei quarti contro Berdych (il primo ai danni di un Top 10 da Melbourne 2010), il nativo di Medjugorje ha superato in semifinale Youzhny, al termine di un finale thrilling, in cui aveva dovuto annullare un matchpoint. Le fatiche dell’incontro vinto contro il russo, si sono riverberate sul match odierno. C’è stata partita, infatti, per un set e mezzo.
Nel primo parziale, conclusosi al tiebreak, è l’ex numero 9 del mondo (adesso precipitato al n. 28) a partire meglio, strappando il servizio all’avversario e mantenendolo fino all’ottavo gioco, quando giunge inatteso il controbreak della testa di serie numero 1.
Lo svedese sfrutta tre errori gratuiti del pupillo di Bob Brett, per riportarsi in linea di galleggiamento e forzare l’epilogo del set al tiebreak. E’ Cilic a operare quello che sembra lo strappo decisivo, sul 4-3. Peccato che il croato, come sovente gli capita, non sfrutti le occasioni a disposizione, fallendo i primi due setpoint, sul punteggio di 6-4. Rispetto alle ultime uscite, Marin non si demoralizza per le opportunità sciupate e, al quinto tentativo, porta a casa il primo set con il punteggio di 10-8.
Soderling non ci sta e, già nel terzo game, strappa il servizio all’avversario. Cilic, sfruttando i copiosi errori gratuiti del suo avversario, si riporta in parità sul 3-3. E’ l’ultimo sussulto del giocatore croato che, nel game successivo, cede nuovamente la battuta. Troppo deficitario il rendimento sulla seconda di Cilic che, a zero, subisce il break che consegna il secondo set (6-3) allo scandinavo.
Marin si muove sempre peggio e sulla diagonale di rovescio non riesce più a fare la differenza. Il break decisivo giunge nel sesto gioco al termine di una lunga serie di errori gratuiti del lungagnone croato. Il punteggio dell’ultima frazione è lo stesso del secondo set, malgrado il divario tra i due sia nettamente più evidente. Dopo 2 ore e 6 minuti, Robin Soderling può sollevare le braccia al cielo per quello che è il suo nono titolo in carriera, su 19 finali. Una di queste l’aveva giocata, perdendola, proprio a Marsiglia nel 2004. A sconfiggerlo era stato Dominik Hrbaty per 4-6 6-4 6-4.
Quella odierna era la 13esima finale indoor disputata dal numero 4 del mondo, che porta a 7 il numero di tornei vinti al coperto. Per Cilic si tratta invece della quinta sconfitta su 9 finali, lui che non giungeva nell’ultimo atto di un torneo, dall’Atp di Monaco di Baviera. Grazie a questo risultato guadagnerà 7 posizioni, issandosi al numero 21, in una posizione di classifica che sicuramente gli è più consona.
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