Tre settimane fa, Sloane Stephens aveva superato Victoria Azarenka a Indian Wells. Si è ripetuta nella semifinale del Miami Open, mettendo fine a una striscia vincente della bielorussa, che in questo torne andava avanti da 11 partite. L'anno scorso, di questi tempi, la Azarenka stava cullando un bambino di tre mesi, mentre la Stephens stava recuperando da un'operazione: sono rientrate entrambe per la stagione sull'erba, ma se la Stephens è stata fenomenale (almeno fino allo Us Open…), la Azarenka si è bloccata di nuovo per ragioni extratennistiche. Sul centrale di Miami, Vika è partita meglio (3-0) ma si è fatta riprendere fino al 3-3, peraltro con uno splendido game di 10 minuti e condito da cinque parità (quello del 3-2). Ma finché la Azarenka ha avuto benzina in corpo, il suo tennis è stato particolarmente efficace, soprattutto in risposta. Ha conquistato nove dei primi undici punti con la Stephens al servizio, con l'americana capace di intascare un misero 29% di efficacia con la prima palla. Nel complesso, giocava meglio Victoria. Il rovescio lungolinea faceva male, si portava 5-3 con uno schiaffo al volo e poi usufruiva di tre errori gratuiti di Sloane a conquistare il primo set. Sullo slancio saliva 2-0 nel secondo, ma a quel punto si sono aperte enormi fessure nel suo gioco. Un doppio fallo e un paio di erroracci hanno ridato vigore alla Stephens, che lunedì entrerà per la prima volta tra le top-10. Il dritto ha iniziato a funzionare, poi ha capito che prendersi qualche punto a rete sarebbe stata una buona idea. Ciò che ha rovesciato la trama della partita, tuttavia, è stato il crollo al servizio della Azarenka, tra doppi falli e palle sempre più tremebonde. “Onestamente non sono stata bene per tutto il match – ha poi detto Vika – ero un po' lenta. Nel primo set avevo ancora un po' di energia e colpivo la palla al momento giusto, poi ho smesso di colpire nel modo in cui vorrei. E lei è salita: d'altra parte, ha due ottimi fondamentali”.
Per Vika resta un torneo quasi miracoloso, essendo il secondo dopo una lunga assenza. “Ho fatto un notevole miglioramento da Indian Wells a Miami e adesso spero di trovare la giusta continuità per poter portare dalla mia parte situazioni come quella che ho vissuto oggi”. Per un set e mezzo, Vika ha spinto duro sul rovescio della Stephens, ma non appena i giri del motore hanno perso intensità, la tattica non ha più pagato. Si spiega così il 3-6 6-2 6-1 finale. La Stephens ha raccolto 12 degli ultimi 13 game (di cui dieci consecutivi): la Azarenka ha provato a fare resistenza in avvio di terzo, ma ormai il baricentro del suo tennis era pericolosamente arretrato. In tutto questo, ovviamente, ci sono i meriti della Stephens: a tratti è sembrato di rivedere quella dello Us Open, soprattutto nella sua straordinaria fase difensiva. Quelli che nel primo set era rovesci vincenti, per la Azarenka, diventavano palle in più da giocare. E inevitabilmente arrivava l'errore. Alla fine, non aveva più benzina e il fisico le ha chiesto il conto. “Negli ultimi due game mi faceva male il flessore dell'anca e non riuscivo a piegare le gambe nel modo giusto”. Normale, quasi ovvio. Il 40esimo errore di Vika ha sigillato la sfida dopo 2 ore e 9 minuti, dando all'americana la prima finale in carriera a Miami, nonché la prima in un Premier Mandatory. La striscia di otto sconfitte consecutive post-Us Open sembra ormai alle spalle. Giocare negli Stati Uniti, a quanto pare, le fa bene: nell'ultimo anno ha vinto 17 partite su 19 (mentre è 6-3 tra Canada e Messico). Al contrario, zero vittorie e nove sconfitte nel resto del mondo. Il suo rendimento nei prossimi tornei andrà monitorato: intanto si gode una forma ritrovata. E la finale si giocherà ancora nel suolo americano.
WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Semifinale
Sloane Stephens (USA) b. Victoria Azarenka (BLR) 3-6 6-2 6-1