Ad Acapulco ha messo fine a un'emorragia di sei mesi, ma i problemi restano. Da quando ha vinto lo Us Open, Sloane Stephens è piombata in una preoccupante crisi di risultati. In Messico è arrivata nei quarti battendo Parmentier e Rus, salvo poi arrendersi a Stefanie Voegele. Il BNP Paribas Open di Indian Wells poteva segnare un ritorno su buoni livelli, invece si è arresa al terzo turno contro Daria Kasatkina, dopo che all'esordio aveva raccolto una vittoria – più di prestigio che di sostanza – contro Victoria Azarenka. Dopo quel successo, le avevano chiesto quanto fosse cambiata la sua vita dopo lo Us Open. “Non molto, a dire il vero. Sono semplicemente più occupata” aveva detto Sloane. Hanno insistito: pubblicità, servizi fotografici? “Dico occupata perché sono passata dal non giocare a tennis per 11 mesi fino a vincere lo Us Open. Credo che tutti sappiano quali conseguenze ci sono dopo la vittoria in uno Slam, ma per un americano che vince lo Us Open è ancora di più. Ho cercato di sfruttare tutte le occasioni, e questo ha un po' riempito la mia vita”. Non lo dice e non lo dirà mai, ma la sensazione è che quel successo sia arrivato all'improvviso, senza che fosse davvero preparata. “Non dico che fosse un problema, però andare in Cina subito dopo non è sempre qualcosa di divertente. Adesso sto ritrovando la voglia di giocare a tennis. Non vedo l'ora che arrivi la stagione sulla terra battuta, è da parecchio che non ci gioco e spero di raccogliere qualche buon risultato”. Un attimo di rilassamento era comprensibile, poi è arrivato qualche problema fisico.
CINQUE ANNI DI CARRIERA
Quando era emersa nel circuito, facendosi notare con una bella semifinale all'Australian Open 2013, qualcuno l'aveva accostata alle sorelle Williams: non solo per il colore della pelle, ma anche per lo stile di gioco. Se le sorellone sono ancora in pista e competitive ben oltre i 35 anni, lei non pensa di prolungare la sua carriera oltre i 30. Dopo la sconfitta contro la Kasatkina, le hanno fatto una domanda sul futuro e la risposta è stata sorprendente. “Non penso di giocare oltre i 30 anni, ma ammetto che sto tenendo d'occhio il rientro di Serena Williams dopo il parto". Quando un giornalista ha quasi esclamato: “Soltanto cinque anni?”, lei ha approfondito: “Se va tutto bene, nei prossimi 5 anni spero di vincere altri tornei e, spero, fare altre belle cose sia dentro che fuori dal campo. Questo non definisce che la mia carriera stia per finire”. Ma quando gli hanno fatto presente che Roger Federer ha 36 anni, è stata più esplicita: “Non giocherò assolutamente così a lungo. Sicuramente no. Vedremo. Serena ha avuto un figlio, e anche a me piacerebbe vivere un'esperienza del genere. Se lei vincerà un altro paio di Slam dopo il rientro ci penserò, ma mi limiterò a valutarlo in base a quello che fa lei, poi vedremo”. Insomma, Sloane Stephens come Nick Kyrgios: anche l'australiano non pensa di dedicarsi troppo a lungo al tennis, di sicuro non oltre i 30 anni. D'altra parte, una volta raggiunta la solidità economica, senza il sacro fuoco della passione e della competizione, si può anche pensare di lasciar perdere. E Sloane non sembra avere certe ambizioni. Poi si può sempre cambiare idea.