53 minuti. Tanti ne sono bastati all'argentino per vincere Sydney su Bernard Tomic. E presentarsi come l’outsider principale all’AusOpen. DI LORENZO CAZZANIGA
Juan Martin Del Potro impegnato nel vittorioso torneo di Sydney
Di Lorenzo Cazzaniga – 11 gennaio 2014
Corrado Barazzutti deve aver tirato un bel sospiro di sollievo, se gli è capitato di vedere la finale di Sydney dove in 53 minuti Juan Martin Del Potro ha massacrato (massacrato) Bernard Tomic col punteggio di 6-3 6-1, che pure si presentava all’appuntamento come uno dei giocatori più hot di questo inizio di stagione. L’assenza di JMDP nel match di Coppa Davis del prossimo 31 gennaio offre buone chance all'Italia di passare il turno; con questo Del Potro, il pronostico sarebbe stato chiuso. Se la coppia Djokovic / Nadal (ed eventualmente Murray se troverà, cammin facendo, una buona condizione) resta la favorita per l'Australian Open, l’argentino è certamente il principale outsider. Prima di Roger, prima di Tsonga, inutile sottolineare prima di Ferrer.
Pazzesco al servizio (8 ace, 83% di punti con la prima), devastante col diritto, attualmente il colpo fondamentale che pare più definitivo tra i big del circuito, Del Potro sembra centratissimo: si è preparato con cura (“Non potevo provare a cambiare racchetta durante la preparazione invernale perché volevo presentarmi al top in Australia") e resta giusto qualche incognita (cronica) sulla sua condizione fisica e il dettaglio delle due sole racchette che gli sarebbero rimaste a disposizione, causa scarso adattamento ai nuovi modelli. Dallo US Open vinto nel 2009 (dall'Australian Open 2005, unico successo Slam di un giocatore che non faccia parte dei cosiddetti Big Four, peraltro denominazione diventata anacronistica), Del Potro ha sempre perso con i più forti nei major: qualche volta è uscito con le ossa rotte, sempre più spesso con qualche rimpianto (come dopo le 4 ore e mezza della semifinale di Wimbledon 2013 contro Djokovic). Il tabellone di Melbourne gli metterà di fronte Nadal nei quarti, se i pronostici verranno rispettati. E siamo certi che il mierda tirato da Rafael appena visto il sorteggio, non si riferisse al primo turno con Tomic.
Va detto che, secondo quanto dichiarato dallo stesso Del Potro, i campi di Sydney erano particolarmente veloci (“Mi sono preparato per giocare su campi diversi, come quelli che abbiamo sempre trovato all’Australian Open, ma penso di potermi adattare bene”), mentre a Melbourne giurano che tutto sarà come al solito: è quello che spera anche Nadal e, vista la finale di Sydney, non si augura l’argentino. In ogni caso, quel che pare evidente dai primi tornei stagionali, è che se a fine anno parleremo ancora di Big Four, tra questi ci sarà anche JMDP.
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