di Daniele Rossi – foto Getty Images
L’avevo visto al trofeo Bonfiglio un paio di mesi fa: portamento elegante e un pò snob, ciuffo da scostare davanti agli occhi, fisico minuto, ottimo diritto, discreto rovescio bimane, eccellente tocco a rete e movenze un po’ alla Federer.
Marton Fucsovics dall’Ungheria al Bonfiglio era la testa di serie numero 1, partiva con i favori del pronostico e anche con qualche anno in più rispetto agli avversari, ma non aveva certo entusiasmato. Aveva faticato per battere un piccolo qualificato cileno, tale Sborowitz, e poi aveva perso nettamente ai quarti di finale dall’austriaco Thiem, giocatore ben più solido e agonisticamente cattivo.
Ora invece il buon Marton può fregiarsi della vittoria nel torneo “Junior” di Wimbledon, conseguita battendo in finale l’australiano Benjamin Mitchell con un doppio 6-4.
Fucsovics ha qualità innegabili, è infatti arrivato in fondo a quasi tutti tornei in cui ha partecipato quest’anno, benchè il trionfo londinese sia solo il primo nel 2010. Ma l’impressione è che per sfondare gli manchi ancora una buona dose di rabbia agonistica, di umiltà e di animus pugnandi, cosa che tra l’altro traspare evidente dal suo scarno profilo sul sito dell’ITF, in cui indica come hobby principale le ragazze (chiamalo scemo!) e come obiettivo diventare il migliore del mondo.
Tralasciando per un attimo Fucsovics, il cui avvenire è tutto da verificare, sorge spontanea una domanda: che valore hanno gli Slam “juniores”? Quanti dei vincitori delle ultime edizioni si sono poi ripetuti fra i grandi?
Analizzando i risultati degli ultimi 20 anni – dal 1990 ad oggi – scopriamo che pochissimi vincitori di Slam Junior sono stati in grado di bissare l’impresa nel tour maggiore; molti sono scomparsi, altri hanno fatto o stanno facendo una carriera di vertice senza picchi e altri ancora sono diventati dei buoni giocatori di media-bassa classifica.
Partendo dagli Australian Open, possiamo notare come dal 1990 al 1999 solo due dei vincitori nel torneo maschile hanno fatto strada nel tour maggiore: Tomas Enqvist (1991) e Nicklas Kiefer (1995). Discorso diverso per l’ultima decade, in cui troviamo un futuro vincitore di Slam, Andy Roddick (2000) e attuali protagonisti del circuito come Tipsarevic (2001), Baghdatis (2003) e Monfils (2004). Negli ultimi anni invece hanno trionfato promesse, o presunte tali, ancora in attesa di spiccare il volo, come l’americano Donald Young (2005) e Bernard Tomic (2008). Per la cronaca quest’anno ha vinto il brasiliano Tiago Fernandes, battendo in finale l’australiano Berman.
Anche fra le ragazze vincitrici di un certo rilievo solo dal 2000 in poi: Jankovic (2001), Peer (2004) e Azarenka (2005). Quest’anno ha vinto la Pliskova, vincitrice anche ai “Championships”.
Quindi riassumendo, negli ultimi 20 anni, considerando maschi e femmine, solo un vincitore del torneo juniores si è poi confermato tra i grandi, Andy Roddick.
Nomi importanti, ma nessun vincitore di Slam nell’albo d’oro del Roland Garros Junior maschile. Si passa da Gaudenzi (1990), Medvedev (1991), Gonzalez (1998), Coria (1999), fino ad arrivare a Gasquet (2002), Wawrinka (2003), Monfils (2004) e Cilic (2005).
Fa una certa impressione vedere anche il nome del bielorusso Ignatik (2007), distrutto quest’anno dalla nostra squadra di Davis.
A giugno invece ha vinto l’argentino Augustin Velotti, che ha battuto Andrea Collarini (non vi fate illusioni, è americano).
Ben più qualificato l’elenco delle vincitrici in gonnella: Hingis (1993 e 1994), Mauresmo (1996), Henin (1997), Petrova (1998), Szavay (2005) e Radwanska (2006).
Riassumendo, dal Roland Garros Junior, sono emerse ben tre vincitrici di Slam (Hingis, Henin e Mauresmo) tra le donne e nessuno tra gli uomini.
L’albo d’oro di Wimbledon invece tra gli uomini mette in luce solo un futuro vincitore di Slam – ma che vincitore! – Roger Federer (1998). Poi ancora Enqvist (1991), Melzer (1999), Mahut (2000), Monfils (2004), Chardy (2005) e De Bakker (2006). Tra gli ultimi le giovani speranze Tomic (2007) e Dimitrov (2008).
Tra le donne ancora protagoniste Hingis (1994) e Mauresmo (1996), ma poi bisogna aspettare il 2004, anno in cui vince Kateryna Bondarenko, per ritrovare vincitrici di un certo livello. Dopo l’ucraina, ecco le sorelle Radwanska (Agnieszka nel 2005, Urszula nel 2007) e Caroline Wozniacki (2006).
I “Championships” dunque hanno tenuto a battesimo un solo futuro vincitore, Federer tra i maschi, e due tra la femmine, Hingis e Mauresmo.
Infine gli Us Open, che vedono solo Andy Roddick (2000) e Lindsay Davenport (1992), anche vincitori tra i grandi, benchè ci siano nomi di tutto rispetto in entrambi gli albi d’oro, come Gaudenzi (1990), Rios (1993), Nalbandian (1998), Muller (2001), Gasquet (2002), Tsonga (2003) e Murray (2004) fra gli uomini e Dokic (1998), Bartoli (2001), Kirilenko (2002) e Azarenka (2005) fra le donne. A nota di curiosità, nel 1993 vinse Maria Francesca Bentivoglio, giovanissima enfante prodige del tennis italiano, ritiratasi purtroppo prestissimo a “vita privata”.
L’anno scorso hanno vinto Bernard Tomic (ancora lui) e Heather Watson.
Tirando le somme, negli ultimi 20 anni solo 2 giocatori hanno vinto uno Slam Juniores e (almeno) uno Slam nel tour maggiore, Andy Roddick e Roger Federer.
Sono invece 4 le donne che hanno concesso il bis: Martina Hingis, Lindsay Davenport, Amelie Mauresmo e Justine Henin.
Se ne deduce che davvero raramente i protagonisti del tour “Junior”, si trasformano in campioni a tutti gli effetti anche nel tennis dei grandi, vedasi Monfils, che nel 2004 ha realizzato il Grande Slam, mentre attualmente vivacchia solo a ridosso della Top Ten.
Per altri il discorso è ancora prematuro, vista la giovanissima età (per esempio Tomic e Dimitrov), altri ancora invece hanno saltato il tour giovanile perchè a 17-18 anni erano già abbastanza forti per il tour maggiore, come Djokovic e Nadal.
Evidentemente la forbice fra i due mondi è ancora molto ampia, sopratutto nel tennis maschile, dove l’aspetto fisico è dominante e la concorrenza più spietata.
Detto ciò, un pensierino su Fucsovics ce lo facciamo, prendesse in prestito un po’ di “garra nadaliana”…
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Marton Fucsovics in azione
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