Le parole dell’azzurro a pochi giorni dall’esordio agli US Open contro Mackenzie McDonald
Jannik Sinner è arrivato a New York e sta continuando a preparare l’esordio contro Mackenzie McDonald agli US Open. Il numero uno al mondo ha parlato nel consueto media day del caso doping e del suo momento di forma: “Sono contento della vittoria di Cincinnati, è stata una vera iniezione di fiducia, non vedo l’ora di giocare questo torneo. Non è ideale dover gestire una questione come quella della mia positività prima di uno Slam. Non ho fatto nulla di sbagliato, ho giocato per mesi con questa cosa in testa. È un sollievo aver avuto questo risultato. Cercherò di giocare e divertirmi in questo splendido torneo. È stato un processo molto lungo, ho dovuto gestirlo per mesi, sappiamo tutti di quanto stiamo parlando. Ho dovuto prendere decisioni nel corso di questo periodo. Ci sono scadenze da rispettare in questo processo, non si può scegliere quando completare le varie fasi. Sono felice che sia finita e sono felice di aver ottenuto un risultato positivo. Sono felice che sia finalmente finita, che sia venuto fuori, un sollievo per me e il mio team. Chiaramente, la preparazione per questo torneo non è stata ottimale per alcune circostanze“.
L’azzurro ha anche confermato la fine del rapporto con Giacomo Naldi e Umberto Ferrara: “Umberto e Giacomo hanno dato un contributo molto importante alla mia carriera finora. Ora, però, a causa di questo errore, non ho più la fiducia per continuare a lavorare con loro, e c’è bisogno di un po’ di aria nuova nel team. Quando mi hanno informato che ero positivo, inizialmente abbiamo cercato di capire che sostanza fosse, e Umberto ha capito immediatamente che era il suo spray. In base a quella rivelazione, abbiamo risposto immediatamente alle autorità e quello è stato il motivo per cui sono riuscito a giocare. Sapevamo tutto, sapevamo da dove veniva la sostanza e come era entrata nel mio corpo. Ovviamente ero preoccupato, perché sono sempre stato molto attento, e ho sempre cercato di comportarmi onestamente in campo“.
Una situazione diversa dalle altre: “Ogni giocatore che viene trovato positivo deve attraversare lo stesso processo, non ci sono scorciatoie o trattamenti diversi. Capisco la frustrazione degli altri giocatori che magari hanno dovuto aspettare tanto tempo per essere giudicati, ma può darsi che loro non sapessero da dove veniva la sostanza e come era entrato nel loro organismo. Noi abbiamo capito tutto immediatamente. Sono stato sospeso per due o tre giorni, non potevo neanche allenarmi, ma il ricordo è stato accettato in fretta, per questo ho potuto giocare“.