Il numero uno al mondo è già arrivato in Qatar per preparare il torneo in programma dal 17 al 22 febbraio
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DOHA – «Jannik è troppo bravo, è il mio giocatore preferito». Mohamed ha 11 anni, occhi e capelli nerissimi, è nato qui ma è di famiglia egiziana. Nel torneo è impegnato come raccattapalle ma intanto non stacca gli occhi dall’allenamento del suo campione, che – arrivato un paio di giorni fa – sta cercando di abituarsi al caldo del Qatar, dove non ha mai giocato (lunedì il via all’ATP 500). «E’ un muro, riprende ogni palla, e poi tira fortissimo! Nella mia famiglia tifano tutti per Alcaraz, ma sarà Jannik a vincere il torneo e farò festa davanti a mia sorella!».
Un’ora e mezzo di allenamento abbastanza serrato, insieme con Vagnozzi, Panichi e Badio, poi dopo lo scherzo finale – dove a pagare pegno è Ulises, il fisioterapista argentino, costretto a rischiare pallate sul didietro – l’azzurro firma qualche autografo poi comincia una serie di stretching e di massaggi alla schiena, dietro il campo dove aveva giocato. Stiamo andando via quando ci ferma una mamma piuttosto affannata, con bambino al seguito. Sbircia il passi. «Lei è italiano, ha visto dove è andato Jannik?», ci domanda. «Forse di là – rispondiamo – non è passato con gli altri del suo gruppo». «Per favore, mi aiuti. Ho promesso a lui – e indica il ragazzino, che sembra molto meno in ansia della madre – una foto con Sinner, può aspettare qui e vedere se passa? Io vado nell’altro angolo, non può sfuggirci». Ci prestiamo all’accerchiamento. Scorrono i minuti, la signora ogni tanto viene allo scoperto e mette le braccia a ics, a indicarci che il nostro eroe ancora non si è visto. Poi ecco, la vediamo saltellare, fa due passi verso di noi e urla, «Mister Massìmo, sta arrivando…». Raggiungiamo la coppia mentre i guardaspalle vorrebbero scansarla per far passare Sinner. Jannik invece si ferma, si presta alla foto con mamma e figlio, firma un altro paio di autografi e via, verso gli spogliatoi. Lei salta agitando il cellulare, vuole abbracciarmi. «Che bella giornata, sono felice. Pensi che mio marito è austriaco, dice di essere un vicino di casa di Sinner (questo forse sarebbe stato meglio ometterlo, nda). Ma lei non si è fatto una foto con lui? Vabbè, lei lo conoscerà bene…». «Beh, signora, insomma…», balbettiamo.
Bravo Jannik, hai reso sicuramente felice una mamma e, forse, anche un bambino.