A Jannik basta vincere un set per accedere alle semifinali delle Atp Finals, ma c’è da giurare che in campo non farà sconti, specie con un avversario come Medvedev

foto Ray Giubilo

Ignoro il numero oltre il quale un confronto diretto tra due giocatori sia da ritenersi dualismo. Stando ai grandi tête à tête dell’era open, i 34 disputati tra Connors e McEnroe a cavallo tra gli anni ’70  e ’80, valgono i 35 condivisi da Becker e Edberg una decade più tardi o i 35 di Agassi e Sampras lottati lungo la durata degli anni novanta. Numeri importanti che tuttavia impallidisono dinanzi ai 60 strappati l’un l’altro da Djokovic e Nadal in questo terzo millennio. Ma siccome il tennis non è soltanto una somma di diritti e di rovesci ci sarebbero da considerare anche i 14 tra Borg e McEnroe troncati in perfetta parità per l’uscita precoce dello svedese dalla scena tennistica dei secondi anni settanta. Una cifra che l’immaginario collettivo potrebbe considerare insufficiente per costruirvi intorno un possibile dualismo da dare in pasto al pubblico. Un numero invece che acquisterebbe ben altro valore se, superando l’arida logica dei numeri, buttasse un occhio alla qualità oltre che alla quantità dei match disputati da questi due grandi campioni che in barba a tutto hanno segnato un’epoca.
Trainando al seguito il loro h2h all’Inalpi di Torino, Jannik Sinner e Daniil Medvedev si ritroveranno in serata occhi negli occhi, per il loro quindicesimo faccia a faccia. Stando così le cose, quella tra Medvedev e Sinner è sicuramente da considerarsi rivalità per il numero dei confronti fin qui condivisi ma soprattutto per le prove offerte in campo, non ultima la finale dello scorso Australian Open.
Difficile dire quali riflessioni tattiche faranno ingresso in serata al seguito dei due fuoriclasse, giacché, seppure trattasi di  scontro tanto reiterato, é trito e ritrito che ogni match è storia a sé. Se può servire a una buona causa, ricordo solo che sul duro outdoor Sinner ha vinto 5 volte, il russo 1, mentre indoor ha vinto 2 e perso 5. Insieme non hanno provato il brivido della terra, mentre l’unica volta sull’erba ha premiato il marcantonio moscovita.
Basta per fare un pronostico? Forse no ma poco importa, avremmo comunque tifato Sinner.