L’azzurro dopo il primo successo Slam: “Ho pensato a tutti i momenti difficili e tutto il lavoro fatto per arrivare fin qui”

Jannik Sinner ha scritto una pagina indelebile per il tennis e per lo sport italiano: in Italia dopo 48 anni è infatti tornato uno Slam, al termine di una leggendaria rimonta su Daniil Medvedev in cinque set. Un’emozione enorme per tutti coloro che sono appassionati di questo sport e hanno seguito anche i periodi più bui. Jannik in conferenza stampa ha parlato e ha raccontato le emozioni di questa impresa: “Prima del match point c’erano tante emozioni, ho pensato a tutto il lavoro che ho fatto in questi anni per arrivare fino a qui. Due anni fa mi sono ritirato spesso e ho avuto diversi tipi di problemi, l’anno scorso abbiamo fatto dei buoni risultati per tutto l’anno e adesso arriva questa coppa. Abbiamo fatto un’ottima preparazione e abbiamo preso la decisione di non giocare nessun torneo perché preferivo allenarmi un po’ di più per arrivare pronto. So già che dovrò continuare a lavorare perché gli avversari mi conoscono e prenderanno delle contromisure”.

Sul match odierno: “All’inizio non è stato semplice per via del fatto che fosse la prima finale Slam e c’è stata un po’ di tensione. In generale però mi è piaciuto tutto, non vedevo l’ora di scendere in campo e di giocare questo match. Solitamente quando si perde si impara, oggi ho vinto e ho comunque imparato qualcosa dai primi due set. Lui ha cominciato molto bene, mi anticipava sempre e spingeva tanto. Il game in cui ho brekkato nel secondo set è stato importante anche se ero 5-1 sotto perché mi ha dato la sensazione che potessi giocare sul suo servizio, poi nel terzo ho sentito di essere nella partita e nel quarto ho avvertito che stavamo giocando alla pari. Non potevo immaginare una cosa del genere: quando mi sono sdraiato in terra non ho pensato al trofeo, ma al fatto che ho fatto una grande partita. Adesso che la situazione si è tranquillizzata so che devo ancora lavorare, devo andare in palestra e irrobustirmi. Il lavoro non è finito, è appena cominciato. Nei primi due set non ho visto palla e quindi è là che devo migliorare“.

Una battuta sui suoi genitori, citati anche nell’intervista in campo: “Purtroppo non li vedo così spesso, ma quando sto con loro è sempre bello. Sono andato via di casa quando avevo solo 14 anni, quindi ho dovuto crescere in fretta, ma forse è stato il modo migliore per maturare. Per me è stata dura soprattutto all’inizio, ma anche per i miei genitori lasciare un figlio andarsene a 14 anni non è stato semplice. Mi hanno sempre dato fiducia, non mi hanno mai messo pressione, forse è la chiave per cui sono qui oggi. Sono un ragazzo semplice, mi piace semplicemente giocare a tennis. Per me loro sono i genitori perfetti, fantastici. E anche mio fratello mi ha dato tanto e continua a darmi tanto“.