Oggi a Madrid Jannik esordisce contro il suo compagno di squadra e di doppio. In quattro precedenti Lorenzo è riuscito a strappare appena un set all’amico, ma questa sarà la prima volta sulla terra. Fra Fifa e burraco, Toro e Diavolo, la storia di due ragazzi che si assomigliano molto.
Nemici, mai. Al massimo avversari: come accade oggi, a Madrid, per la quinta volta in carriera, secondo match dalle 11 sul centrale della Caja Magica (diretta tv su Sky Sport). Jannik Sinner contro Lorenzo Sonego è un derby al quadrato, perché la Volpe e Sonny non solo connazionali e compagni di squadra, ma anche compagni di doppio. A Malaga hanno portato mattoni importanti per l’edificazione di un monumento storico, la seconda Davis vinta dall’Italia, battendo insieme sia il doppio olandese sia quello serbo, a Parigi fra giugno e luglio saranno una delle coppie italiane alle Olimpiadi.
Si stimano, si piacciono, stanno bene insieme. «Siamo due persone semplici», dice Jannik, e dietro quell’aggettivo c’è un mondo. La passione per il lavoro, la cazzimma da lottatori, la capacità di prendere le cose sul serio ma di sapersi lavare via i malumori – oggi si dice: la negatività – con un sorriso. Il poco peso dato ai social, ai lustrini, all’apparire senza essere, la voglia di difendere il privato: il proprio e di chi sta loro accanto.
Quando si ritrovano dalla stessa parte della rete si divertono, ridono, scherzano, si completano. Sonny doppista lo è da sempre, Jan sta imparando anche quel mestiere. Jan ha divorziato dal suo padre tennistico Riccardo Piatti due anni fa, Lorenzo ha appena seguito la stessa strada separandosi da Gipo Arbino, un secondo padre tout court. Lorenzo l’ex calciatore, Jan lo sciatore mancato, Santa Rita contro Sesto Pusteria, Nord Ovest contro Nord Est. Lore il cantante rap a tempo perso, che se la cava mica male su Spotify con le sue hit in compagnia dell’amico AlterEdo, Jannik che ha rifiutato il palco dell’Ariston.
«Io e Jannik non parliamo di musica, piuttosto giochiamo a Fifa insieme», dice Sonego. «Anche se lui tiene per il Milan e io per il Toro. Poi giochiamo a carte (a burraco, vecchia abitudine importata dalla squadra di Fed Cup) e ce la spassiamo. Perché Jan è un gran tipo, il più simpatico che c’è nel circuito».
Tranne che quando te lo ritrovi dall’altra parte della rete. Per ora Lore e Jannik si sono incontrati quattro volte, tutte nel 2023 e ha sempre vinto Jannik. Due volte indoor (Montpellier e Vienna) una sul cemento all’aperto (Us Open), una sull’erba di Halle: l’unica in cui a Sonego è riuscito di portare a casa un set. Del resto nei derby giocati in un tabellone Atp Jannik ha un record scoraggiante (per gli altri): 12-0.«Questa però è la prima volta sulla terra – dice Lorenzo – Quindi c’è qualcosa di diverso, poi ovviamente dovrò adattarmi al suo gioco. E’ un tennista incredibile, quest’anno sta giocando in maniera fantastica, dovrò metterci tutta l’energia che ho in corpo, giocare al meglio ed essere sempre aggressivo. Quando gioco non guardo tanto a cosa succede dall’altra parte del campo, cerco di restare concentrato su me stesso, ma ogni volta che incontro Jannik imparo qualcosa». I rimbalzi alti di Madrid, dove si gioca a 700 metri di altitudine, sono un piccolo assist per Lorenzo, che oltre a servire bene dovrà rispondere al massimo, limitando gli errori gratuiti. Facile da dire, difficile da fare. Anche, forse soprattutto, davanti ad un amico.