Un Sinner visibilmente deluso analizza lucidamente i motivi della sconfitta e rilancia per il resto della stagione. A cominciare dai Giochi di Parigi

foto Ray Giubilo

Jannik Sinner non cerca scuse. Non per il malore accusato all’inizio del terzo set del quarto di finale a Wimbledon contro Daniil Medevedev, non per gli errori, su qualche punto importante e magari anche su qualche scelta tattica.

Inevitabilmente, la conferenza stampa di fine match prende le mosse da quella pausa all’inizio di terzo set, quando Sinner è stato costretto prima a chiamare il fisioterapista e il medico (e si è visto bene in campo che faceva segno che gli girava la testa) e poi a rifugiarsi negli spogliatoi per dieci minuti abbondanti. “Già stamattina non mi sentivo troppo bene – rivela – Non ho dormito tutte le ore che avrei voluto, ma questa è una cosa che può capitare a tutti. Non volevo lasciare il campo, ma poi il fisio mi ha convinto che era bene che facessi una pausa. Non ho veramente pensato di ritirarmi, se si può evitare è una cosa che uno non vorrebbe mai fare nei quarti di finale di uno Slam. In ogni caso dopo mi ero ripreso”.

Il numero 1 del mondo precisa subito che non vuol togliere niente ai meriti di Medvedev. “Con lui è sempre dura. E’ stato numero 1, gli piacciono gli scambi lunghi, sa come affrontare certe situazioni. Ha meritato di vincere. Non ci sono scuse, lui ha giocato bene, ma non essere al massimo fisicamente è un limite contro un avversario che ti fa correre tanto. In ogni caso sono tornato in campo, ho avuto le mie occasioni alla fine del terzo set, con due set point. Poi nel quarto ho giocato bene, nel quinto ho avuto le mie occasioni sull’1 pari, ma poi ho accusato il break, e quando si prende un break all’inizio del quinto, è difficile recuperare. Diciamo che il mio livello di energia non è stato costante”.

Sinner ammette una buona dose di frustrazione. “Fin qui avevo giocato bene – dichiara – ho superato avversari difficili da battere sull’erba, ero in fiducia. Questa è dura da digerire. Non toglie niente però a una stagione che sta andando molto bene, tante vittorie e pochissime sconfitte”. E guarda già al resto dell’annata. “Oggi chiudiamo con l’erba e torniamo sulla terra rossa per le Olimpiadi, un appuntamento importantissimo, poi si passa sul cemento, che è una superficie che mi piace molto”.

Forse anche accettare gli scambi lunghi da fondo campo, spesso sulla diagonale del rovescio preferita da Medvedev, non è stata la scelta ideale, così come aver fatto uso solo a sprazzi della smorzata, con la quale ha riportato diversi punti. “E’ un colpo che devo migliorare – riconosce Sinner – e sul quale sento un po’ di più la tensione”. Le molte sconfitte arrivate al quinto set (con la eccezione del successo all’Australian Open) sono un altro punto “su cui dobbiamo lavorare”, l’eterno mantra del giocatore altoatesino.

Sinner ha una parola anche per gli altri azzurri che sono andati avanti fin qui a Wimbledon. “Jasmine Paolini  sta avendo un’ottima stagione. E’ in semifinale e speriamo faccia un altro passo. Sono molto contento per lei. Lorenzo Musetti è arrivato qui in un ottimo momento anche mentale grazie alla finale raggiunta al Queen’s. Se la può giocare”.