Con la vittoria schiacciante su Daniil Medvedev, Jannik Sinner si è regalato una finale che vale il numero due al mondo. Affronterà Grigor Dimitrov, con una buona riserva di energie
Semmai chiedessimo a un trader rampante di illuminarci circa il concetto di ‘rendimento‘, il tizio attaccherebbe bottone con allusioni a tassi, ratei e ad altre diavolerie tese a sbarrarci ogni via di fuga. A dipanare l’arcano, invece, giunge a fagiolo la vittoria di Sinner su Medvedev maturata con innegabile disinvoltura presso l’Hard Rock Stadium di Miami.
Difficilmente il senso di tale termine ha avuto nel gioco dimostrazione migliore di questa semifinale dominata dal nostro portabandiera in modo tanto netto da suscitare a tratti punte di imbarazzo più o meno velate. Tanto da chiedersi se in campo fosse sceso un Medvedev con problemi al seguito piuttosto che un Sinner ormai tanto superiore da permettersi il disbrigo di una pratica col numero 4 del mondo in un’oretta o poco più. E allora, torno a bomba per dire, con maggiore certezza, che a partire da questo venerdì santo dell’anno Domini 2024, il rendimento risponde alla somma di qualità tecniche, fisiche e mentali incanalate in tattiche di gioco facenti capo a un più ampio disegno strategico. E se con tale termine si allude a qualcosa che lievita nel tempo, vale la pena notare che se nel 2021 il nostro eroe maturava il 65% di vittorie, l’anno successivo saliva al 75 e quello dopo ancora all’81 fino a issarsi, nell’anno in corso a un 95% senza macchia che fa di lui il giocatore più performante del momento.
Un andazzo che non offre il fianco a dubbi, condotto con fare umile e usando le energie giuste: non un grammo dì più non uno in meno. E siccome anche la parsimonia fa reddito, le risorse non utilizzate nella sgambata odierna sono già in cascina pronte a tornare utili per la prossima finale.