L’avvocato di Sinner ha raccontato alcuni retroscena sui momenti che hanno preceduto l’accordo con la WADA, respingendo al mittente ogni accusa di favoritismo

Foto di Ray Giubilo

Un accordo che continua a far discutere quello tra Jannik Sinner e la WADA, che lo stesso altoatesino ha fatto fatica ad accettare in un primo momento. L’aneddoto arriva direttamente da Jamie Singer, avvocato di Sinner, che in un’intervista rilasciata a Sky News ha raccontato come il suo assistito si è approcciato alla proposta della WADA. Ci è voluto un po’ di tempo per convincere Sinner che era la cosa giusta da fare. Accettare l’offerta della Wada piuttosto che andare davanti al Tas”. Lo stesso Sinner ha spiegato, nel comunicato emesso poco dopo la notizia della sospensione di tre mesi, che ha accettato la proposta della WADA per evitare che la vicenda si prolungasse ulteriormente, e mettere così definitivamente la parola fine alla vicenda.

Singer si è poi espresso in merito alle tante opinioni che i colleghi di Sinner stanno rilasciando in questi giorni, soprattutto rivolgendosi a chi crede ci siano stati dei trattamenti di favore. “Penso che i tennisti siano sempre falchi quando è un altro giocatore a essere coinvolto in una situazione simile e cercano di nascondersi quando sono invece loro a essere coinvolti. Tutto questo è molto ingiusto. Sinner è stato giudicato in un processo ‘da manuale’ sin dall’inizio. Non ci sono stati favoritismi. Semplicemente, le circostanze della sua positività sono state molto insolite” .In effetti con parole simili si è espresso qualche giorno fa Ross Wenzel alla “BBC Sport”, consigliere generale della WADA, che aveva spiegato come il feedback scientifico ricevuto mostrasse chiaramente come non poteva trattarsi di doping intenzionale.

Ma come ha preso la sospensione Sinner? Non benissimo, chiaramente, nonostante in questi mesi non abbia mai risposto a nessuna delle tante – e pesanti – accuse ricevute. “Jannik dice di sentirsi trattato in modo piuttosto duro ma accetta che ognuno abbia diritto alla propria opinione. I tennisti non hanno l’opportunità di conoscere tutti i dettagli della vicenda, quindi semplicemente esprimono delle opinioni. Ma forse i fatti meriterebbero di essere approfonditi maggiormente”.