di Daniele Rossi – foto Getty Images
Si sa, il circuito femminile rappresenta adesso un grande punto di domanda. Ogni torneo può avere una vincitrice diversa e schiere di carneadi si sono ritagliate momenti di gloria assolutamente imprevedibili, come la Paszek a Wimbledon o la Kerber agli Us Open.
Col ritorno in grande stile di Serena Williams sembrava tornata la «normalità» e invece Samantha Stosur ha sorpreso tutti schiantando l'americana in finale.
Quattro vincitrici diverse nelle quattro prove del Grande Slam, non è proprio una novità nel tennis femminile, ma non capitava dal 2008, quando la Sharapova vinse gli Australian Open, la Ivanovic il Roland Garros, Venus Wimbledon e Serena gli Us Open. Quattro vincitrici, che seppur per cause diverse, tra infortuni, cambi di coach, improvvisa notorietà e un pò di appagamento, dopo la conquista del trofeo hanno combinato poco o nulla.
In realtà per giudicare Sammy Stosur è ancora presto, visto che dopo Flushing Meadows ha giocato un solo match al torneo di Tokyo perdendo con la Kirilenko, ma l'inizio non promette nulla di buono e si sa che la continuità e la solidità mentale non sono proprio il piatto forte della muscolosa australiana.
Cominciamo da Kim Clijsters. La belga aveva iniziato il 2011 come aveva finito il 2010: vincendo. Finale a Sydney e poi il primo sospirato Australian Open, vinto alle spese proprio di Na Li. Una vittoria che pareva presagire una stagione di successi per Mamma Kim, che invece trascorre una mediocre estate sul cemento americano (ottavi a Indian Wells e quarti a Miami), prima del fattaccio. Ad un matrimonio di un parente, si scatena nelle danze e si infortuna ad una caviglia. Una grave leggerezza che le costerà il resto dell'anno. Al Roland Garros perde al secondo turno con la semisconosciuta olandese Rus, a s'Hertogenbosch viene sconfitta da Romina Oprandi, poi salta Wimbledon per tentare un ritorno a Toronto che finisce con un ritiro. Adesso i tempi di recupero sono ancora un mistero, ma è molto probabile che la rivedremo nel 2012, quando tenterà l'ultimo assalto a Wimbledon e alla medaglia olimpica prima del ritiro definitivo. Inoltre, ha recentemente interrotto il rapporto con il coach Wim Fissette, per tornare con Carl Maes, il suo allenatore ai tempi del debutto tra i pro.
Storia analoga per Na Li. La cinese raggiunge la finale a Melbourne, poi compie il suo capolavoro al Roland Garros battendo con una partita perfetta la nostra Francesca Schiavone.
Diventata una celebrità in Cina, Na dopo Parigi non ne azzecca una, perdendo al secondo turno con la Lisicki a Wimbledon e vincendo solo quattro partite nell'estate americana. A New York perde subito al primo turno dalla rumena Halep. La cinese ha dunque deciso, dopo aver dato il benservito al marito Jian Shan che ha comunque tenuto il suo ruolo di compagno nella vita, di licenziare Michael Mortensen. Visti i deludenti risultati post-Roland Garros, l'orientale ha deciso di cambiare guida tecnica, affermando che: «Michal ha un modo poco stimolante di allenare, è troppo calmo e cortese».
Chissà se questo avvicendamento di panchina le servirà a cambiare marcia; probabilmente i risultati più immediati li vedremo al Masters di Istanbul.
Una campionessa in rampa di lancio, la prossima numero 1, la nuova dominatrice del tennis mondiale. Petra Kvitova, dopo la vittoria a Wimbledon è stata travolta da notorietà, complimenti e grandi aspettative. Forse troppe per una ragazza ventunenne timida e allergica alle luci della ribalta. Presentatasi in scadentissima forma fisica negli States, Petra ha raccolto due secondi turni a Toronto e Cincinnati (battuta entrambe le volte dalla Petkovic), prima di perdere al primo round con la Dulgheru a Flushing Meadows.
Un rendimento che deve far scattare un campanello d'allarme per la ceca, che se vuole davvero puntare al numero 1 deve avere più continuità. La giovane età e un indubbio talento però, fanno ben sperare per un pronto ritorno ad alti livelli per la mancina di Bilovec, che forse ha solo bisogno di un pò di tempo per assorbire l'inaspettato trionfo.
Adesso tocca a Sam Stosur non finire nel «tritacarne» che ha coinvolto Kim, Na e Petra. Ce la farà?
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