Il coach del numero 1 del mondo ha raccontato dettagli inediti del suo rapporto con Jannik e molto altro ancora

Allenare un fuoriclasse come Jannik Sinner rappresenta sia un onore che un onere. Simone Vagnozzi ha gestito questa pressione nel migliore dei modi, dimostrando di avere la stoffa giusta per far crescere un cavallo di razza nonostante lo scetticismo generale quando preso il posto di Riccardo Piatti nel 2022. Il campione di Sesto Pusteria è migliorato sotto tutti i punti di vista grazie all’aiuto di Vagnozzi e Cahill, che gli hanno permesso di salire in vetta al ranking ATP sistemando tutti quei dettagli che gli avevano impedito di esprimere tutto il suo potenziale.

Nonostante sia arrivato al vertice e abbia dominato il circuito maschile nell’ultimo anno, il sentiero è ancora molto lungo e impervio per Jannik che vuole fare la storia di questo sport. Il 3 volte campione del Grande Slam sta finendo di scontare i tre mesi di sospensione frutto del suo accordo con WADA, prima di tornare in azione agli Internazionali BNL d’Italia dove assisteremo sicuramente a momenti davvero intensi.

In una lunga intervista concessa a ‘La Repubblica’, Vagnozzi ha parlato del suo rapporto con Sinner e di come si è evoluto nel tempo: “Passiamo così tanto tempo assieme che è normale che si sviluppi un rapporto che vada oltre il lavoro. Tuttavia, è importante non diventare troppo amici perché ciò potrebbe impedire di prendere le decisioni con lucidità. Se abbiamo mai litigato? No, ma ci sono stati alcuni confronti accesi. Mi viene in mente quello dopo la sconfitta contro Altmaier al Roland Garros 2023: il suo linguaggio del corpo era troppo negativo e l’avversario ha sfruttato quella chance. Non si è mai più ripetuto un episodio simile.”

Non poteva mancare un commento su tutta la vicenda doping che ha riguardato Jannik: “Quando abbiamo appreso la notizia della sua positività, è stato uno shock. Abbiamo sempre ripetuto a Jannik di andare avanti a testa alta, perché non ha fatto nulla di sbagliato e basta leggere le certe per rendersene conto. Questo periodo lontano dal circuito non è stato totalmente negativo, perché ci ha consentito di staccarci un attimo da quella giostra che non si ferma mai. Abbiamo cercato di estrapolare il massimo da questo stop.”