COPPA DAVIS – Bolelli gioca una partita più che dignitosa contro Federer, cedendo in tre set lottati. Ha avuto chance in ogni parziale e lascia il campo senza rimpianti. Era quello che gli si chiedeva.

Dall'inviato a Ginevra, Riccardo Bisti – 12 settembre 2014
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)

 

C'è stata partita, e forse non era così scontato. Simone Bolelli esce a testa alta dalla sfida contro Roger Federer, riuscendo nel compito più facile e difficile allo stesso tempo: uscire dal campo senza rimpianti. Per due ore abbondanti, il bolognese ha tenuto testa allo svizzero, contro cui aveva perso i due precedenti in misura decisamente più netta. Invece stavolta ha lottato, fino all'ultima palla, provando a ingegnarsi per trovare una soluzione, una chiave per mettere in difficoltà Re Federer. E c'è riuscito per lunghi tratti, arrivando ad insidiarlo e fin quasi ad agguantarlo. Ma se Federer ha vinto 80 tornei ATP e Bolelli neanche uno, beh, è facile capire perchè i punti importanti li ha vinti tutti il rossocrociato. Tutti, nessuno escluso. Simone ha avuto qualche occasione sparsa qua e là, in tutti i parziali, ma non ne ha sfruttata neanche una. A volte per bravura di Federer, a volte perchè esistono limiti che non possono essere superati. Si racconta così la storia di una partita che regala alla Svizzera il punto dell'1-0 e indirizza la sfida, anche se – sulla carta – questo era il punto meno favorevole per l'Italia. Adesso dobbiamo sperare in Fabio Fognini, chiamato a una mezza impresa contro Stan Wawrinka. Simone è stato bravissimo, perchè ha giocato nel modo giusto, “ordinato”, ed è stato un impeccabile nel comportamento. Quest'ultimo aspetto va sottolineato, perchè non gli era mai capitato di giocare davanti a un pubblico così numeroso tantomeno, contro un avversario così forte, in un match così importante.


MALEDETTO CHIP AND CHARGE

Simone ha tenuto benissimo nel primo set, dove non ha concesso l'ombra di una palla break a Federer. Sembrava quasi che volesse fare un dispetto a chi aveva fatto trovare migliaia di cartoncini rossi, con scritto “Hop Suisse” da una parte e “break” dall'altra, pronti ad essere esposti quando lo svizzero era ad un passo dal break. Simone aveva anche una minuscola opportunità in avvio, in uno di quei “punti preparatori” teorizzati da Brad Gilbert. Sul 2-2 si è trovato 30-30 sul servizio di Federer, ed ha sbagliato una risposta non impossibile sulla seconda palla. Il match si è trascinato fino al tie-break, deciso da un unico e crudele mini-break. Sul 2-1, Federer ha adottato la tattica del chip and charge e il passante di rovescio di Bolelli e volato via di un paio di metri. Federer teneva il vantaggio senza grossi problemi e intascava il primo set. La buona notizia, nel resto del match, è che Simone non ha mollato. Ha continuato a picchiare duro con servizio e dritto, infilando spesso e volentieri un Federer attento ma non così brillante. Nel secondo set, il break decisivo arrivava sul 3-3 dopo che Simone era stato avanti 0-30 nel game precedente (e aveva avuto un pizzico di sfortuna sul 30-30, quando il nastro aveva accompagnato in corridoio la sua risposta). Anche stavolta, il break era sigillato da un chip and charge dello svizzero. Il passante di Simone, stavolta, si infrangeva in mezzo alla rete. Ma le chance arrivavano comunque. Sul 5-4 si è vissuto il momento più emotivo del match: Bolelli ha risposto a occhi chiusi in più di un'occasione, cancellando tre setpoint e procurandosi due palle break. Sulla prima, ha cercato di anticipare una risposta di rovescio ma la palla gli è rimasta sul nastro. Sulla seconda, Federer ha tirato un gran dritto incrociato. Uno schiaffo al volo portava Roger avanti di due set.


EQUILIBRIO FINO ALLA FINE

Il terzo set, vissuto con minore intensità, era sigillato da un solo break al terzo game. La dea bendata, che aveva deciso già da tempo da che parte stare, è diventata sfacciata quando la palla ha colpito il nastro ed è morta, beffardamente, sul campo di Simone. L'equilibrio mentale e la ritrovata serenità del “Bole” si sono viste negli ultimi game, in cui ha continuato a giocare senza mai “sbracare”. Anzi, sul 3-2 si è procurato l'ennesima palla break. Poteva essere una scossa morale, un'ulteriore botta di fiducia per la partita, la serie e forse per il futuro. Anche stavolta ha potuto giocarsela sulla seconda palla, ma la risposta gli è rimasta sulla racchetta. Pochi minuti dopo, Federer poteva gioire in modo composto e tirare un sospiro di sollievo per non aver speso troppe energie. In fondo, meno di sei giorni fa era impegnato nel catino di Flushing Meadows in un match durissimo contro Marin Cilic. Adesso avrà tempo sufficiente per recuperare ed è probabile che venga schierato in doppio anche sull'eventuale 2-0. I dubbi si scioglieranno più in là, ma se contro la Serbia Severin Luthi aveva schierato Lammer-Chiudinelli in doppio, l'impressione è che contro l'Italia preferisca evitare di correre rischi.