Se Gunther Parche fosse vissuto nell'era di Facebook, chissà se sarebbe arrivato a tanto. Sono trascorsi quasi 22 anni da quel 30 aprile 1993 ad Amburgo, quando un disoccupato, fanatico di Steffi Graf, colpì alle spalle Monica Seles durante un cambio di campo. Mancò per pochi centimetri gli organi vitali e Monica se la cavò con una ferita tutto sommato superficiale. Ma le botte psicologiche la tennero fuori dai campi per più di due anni. A parte la vergognosa sentenza, che giudicò Parche un “soggetto innocuo, a parte il fanatismo per Steffi Graf” e lo condannò ad appena due anni di libertà vigilata, sostenendo che non voleva uccidere la Seles ma soltanto aiutare la Graf a tornare al numero 1 (ma le indagini appurarono che pianificava l'aggressione da mesi, attuandola dopo quattro giorni di stalking. Tra l'altro, aveva in tasca 650 dollari e un biglietto aereo per Roma, successivo impegno della Seles), il suo nome torna in voga a causa delle minacce di morte subite da Simona Halep, che peraltro si trova in Germania, al torneo WTA di Stoccarda (affronterà Sara Errani nei quarti di finale). La rumena, prossima numero 2 WTA, è stata presa di mira via Twitter da un sedicente danese di nome Jesper Andreassen, 46 anni, facilmente definibile come “psicopatico”. Nella giornata di mercoledì, destabilizzato dalla notizia (che era chiaramente un pesce d'aprile) dell'imminente matrimonio della Halep, ha dato di matto e ha scritto un'ottantina di messaggi contro la tennista, alcuni decisamente minacciosi. Tutto è nato la scorsa estate, quando Andreassen ha aperto il suo account Twitter. Inizialmente ha preso di mira Amanda Cerny, Playmate di Playboy. Poi a novembre ha iniziato il suo dialogo immaginario con la Halep. Per qualche mese ha “scritto” a entrambe, poi a gennaio si è focalizzato sulla Halep. Da allora ha scritto circa 2.000 messaggi alla tennista, circa 15 al giorno. L'uomo, che dovrebbe avere una figlia, risiede a Skibby, cittadina di 3.000 abitanti nella Danimarca orientale. E ha mostrato una venerazione malata per la Halep.
LE SCUSE DI JESPER: "NON LO FARO' PIU'"
Quando ha letto la storia del presunto matrimonio è andato fuori di testa, scrivendo di tutto contro la giocatrice. I media rumeni, in particolare il sito Pro Sport (primo diffusore della notizia), ha interpellato alcuni psicologi chiedendo se tali minacce possono tramutarsi in in realtà. In teoria è possibile, ma l'impressione è che la vetrina di internet, che tiene sotto monitoraggio qualsiasi azione, sia sufficiente per Andreassen. Per questo viene il dubbio che un tipo come Parche, forse, nel 2015 avrebbe avuto più difficoltà a mettere in atto quel che combinò nel 1993. La “Principessa” di Andreassen è diventata un bersaglio da colpire. Quando la storia è diventata pubblica, ha fatto un passo indietro. Ha cancellato tutti i post minacciosi e ne ha scritto uno di scuse. “Simona, scusami per quello che ho fatto, non lo farò mai più, chiedo scusa a tutti i rumeni, mi dispiace” e ha aggiunto di aver ricevuto diverse minacce di morte. Ma ormai la bolla era scoppiata. Persino la polizia danese è stata messa in allerta. “Se riceveremo una denuncia dalla Halep, dal suo manager o dalla polizia rumena, avvieremo subito le indagini”. La giocatrice non ha effettuato commenti pubblici sulla vicenda, ma è trapelata la voce che il torneo di Stoccarda ha aumentato le misure di sicurezza. L'impressione è che Andreassen sia un mitomane, una personalità problematica, ma con un'indole violenta tutta da verificare. Ad ogni modo, è importante che la vicenda sia venuta fuori per stroncare sul nascere qualsiasi problema. A parte il clamoroso caso della Seles, non è così raro che i personaggi famosi siano vittime di persecuzioni più o meno pesanti da parte di stalker. E' accaduto a Richard Gere, a Steven Spielberg, e nel tennis hanno avuto problemi di questo tipo le sorelle Williams, Maria Sharapova e Anna Kournikova. Nel frattempo, Andreassen continua a millantare presunte minacce di morte che avrebbe ricevuto. Nel momento in cui scriviamo, sarebbero diventate 48.