Il francese è candidato alla presidenza dell’ATP Council. In un’intervista al Berner Zeitung espone idee interessanti: “Va cambiato il sistema di classifica. Quel giocatore che ha voluto omologare i campi…”
TennisBest – 29 luglio 2014
“Sarei curiosa di sapere quanti spettatori sceglierebbero di seguire una partita di Gilles Simon piuttosto che una mia”. Fu la piccata reazione di Maria Sharapova quando le riferirono i commenti “sessisti” del francese, che si lamentava della parità dei prize-money e – più in generale – dei tornei combined che creano difficoltà logistiche per gli uomini. Dopo le dimissioni di Roger Federer, il francese si è candidato per salire alla presidenza del Consiglio Giocatori. La scorsa settimana, il transalpino era impegnato a Gstaad e ha rilasciato un’intervista molto interessante al Berner Zeitung. Vale la pena riportarla: in coda c'è una mezza frecciata a un giocatore che molti avrebbero identificato in Rafael Nadal…
Federer è stato presidente del vostro consiglio per sei anni. Cosa ha ottenuto?
Io ne faccio parte da due anni. La cosa più importante sono state le trattative con i tornei del Grande Slam. Li abbiamo obbligati a raddoppiare i montepremi nei prossimi quattro anni. Senza Federer, sarebbe stato impossibile.
Perchè?
Il supporto dei più forti era molto importante. Federer non ha certo bisogno di più soldi, ma ha lottato per questa causa e ha corso il rischio di apparire come cattivo e avido presso i media e il pubblico. Ha davvero fatto un ottimo lavoro.
Non sarebbe importante che anche i tornei challenger, al pari degli Slam, ottenessero un sostanzioso aumento del prize money?
La priorità era condurre la battaglia con i quattro Slam. La percentuale dei ricavi destinata ai giocatori era qualcosa di ridicolo. Quel che è successo va a vantaggio di tutti, anche di quelli che perdono al primo turno.
Che adesso intascano 30.000 euro.
Può sembrare una grossa somma, ma bisogna considerare le spese di un professionista. Se il numero 90 ATP perde per quattro volte al primo turno, questi 120.000 euro gli servono giusto per pagarsi le spese per sè e per il coach. Dobbiamo cercare di ridurre il gap. I grandi giocatori come Federer e Djokovic hanno due allenatori, un preparatore atletico, un fisioterapista… tutto quello di cui hanno bisogno. E poi c’è chi non può nemmeno permettersi un allenatore. Non c’è da stupirsi se poi raccolgono le briciole ai primi turni. I giocatori che non possono permettersi un coach hanno poche chance d migliorare e quindi sono distrutti dai vari Nadal e Federer. Non è un buon segnale. I giocatori non devono mettere soldi in tasca con questi tornei, ma devono investirli per pagarsi un fisioterapista valido.
Chi è fuori dai top-120 come fa a tirare avanti?
L’idea è che anche i tornei più piccoli seguano l’esempio degli Slam, ma c’è un problema: molti tornei del circuito non realizzano alcun profitto, ma non lasciano spazio ad altre realtà che potrebbero essere importanti sul piano commerciale.
Quasi mai i giocatori partecipano agli ATP 250. Come si può risolvere il problema?
Il problema principale sono i Masters 1000. Sono tutti tornei obbligatori, così come gli Slam. Se sei tra i primi 50 al mondo, il calendario è sostanzialmente stabilito a priori. 13 tornei sono obbligatori, poi ci sono quattro ATP 500 da inserire, senza dimenticare almeno un torneo di preparazione per Australian Open e Wimbledon. Sono già 19 tornei. Tutti apprezzano tornei come Gstaad, ma c’era un solo top-20 in tabellone. Oltre il 50% degli ATP 250 ha il bilancio in perdita. Il problema è evidente.
Quale può essere la soluzione?
Ci vogliono meno tornei obbligatori. Scendere da 9 a 6 sarebbe positivo, inoltre toglierei l’obbligatorietà ai tornei 500. Chi gioca un torneo piccolo, spesso si mette in difficoltà da solo. Se io volessi a giocare a Nizza, la mia città, sarebbe difficile giocare dopo Madrid e Roma, subito prima di Parigi. Inoltre si potrebbero sostituire i punti. Se magari perdi al primo turno a Miami, non sarebbe male poter recuperare da un’altra parte. Se i giocatori fossero più flessibili nella programmazione, i tornei più piccoli avrebbero un migliore campo di partecipazione.
Molti si sono lamentati della lunghezza e della durezza del calendario. Adesso è un po’ più breve, e in Asia è nato un circuito di ricche esibizioni a fine anno. Cosa è successo? Da fuori, i giocatori sembrano molto avidi…
E’ vero. Non mi piace il modo in cui si è sviluppata la situazione. Secondo me, la stagione non è troppo lunga. I giocatori peggio piazzati in singolare e i doppisti devono avere a disposizione tutto l’anno per guadagnare. Tuttavia, vedo un paio di problemi: in primis, ci sono molte persone che vorrebbero investire nel tennis, ma non trovano spazio nel circuito. E così nascono esibizioni che consentono di guadagnare molti soldi, e questo non va bene. Inoltre non credo che giocare delle esibizioni sia il modo migliore per preparare una stagione. Ma il tennis è un lavoro: perchè rinunciare a un mese in Asia se ti consente di guadagnare quanto in tutto il resto dell’anno?
Wawrinka vorrebbe essere eletto come presidente del consiglio giocatori. Sfiderà proprio te: chi sarà eletto?
Molti colleghi mi hanno chiesto di assumere la carica. Sono rimasto sorpreso dalla candidatura di Wawrinka, perchè non ha mai fatto parte del consiglio. Penso che per lui sia meglio acquisire le necessarie competenze di base prima di ambire a un posto così importante. D’altra parte, devo riconoscere che il Council guadagna in credibilità e importanza se tra i suoi membri ci sono giocatori importanti. Il ruolo di presidente non conferisce più potere o altri vantaggi. Diversi colleghi mi hanno chiesto di assumere l’incarico dopo le dimissioni di Federer.
Come si fa a migliorare il prodotto del tennis maschile? Secondo Federer, ad esempio, le superfici sono troppo simili tra loro.
Questa cosa ha sempre dato fastidio a Federer: ritiene che si adatterebbe con più facilità alle diverse condizioni rispetto ai suoi avversari, Nadal, Djokovic e Murray in particolare. Ma se i campi in terra battuta fossero molto lenti e l’indoor super-veloce, tutti avrebbero vinto la metà dei titoli.
Perchè?
Se Federer gioca contro Nadal sull’erba, due giorni dopo un torneo su terra, è sicuro di vincere. Ma magari gli capiterebbe Raonic, che si era allenato alla grande sull’erba perchè sulla terra era uscito ai primi turni. E allora avrebbe la vita molto complicata. Le stelle avrebbero certamente più problemi.
Come si spiega la situazione attuale?
E’ stata una decisione politica. I migliori giocatori hanno spinto in questo senso, e così sono nate le stelle di oggi. Un giocatore in particolare, di cui non voglio fare il nome, aveva fatto pressioni in questo senso perchè così il tennis sarebbe stato più vendibile.
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