Agnieszka Radwanska va a caccia del nono titolo in carriera, il più importante. “Contro la Sharapova dovrò essere aggressiva. Mio padre è qui, ma ora ho un altro coach”
Il saluto tra Agnieszka Radwanska e Marion Bartoli
TennisBest – 30 marzo 2012
E’ giunto il momento. Finalmente Agnieszka Radwanska non ha più “tra i piedi” Victoria Azarenka. Nel 2012, la polacca ha vinto 25 partite e ne ha perse 4, tutte contro la bielorussa. C’è stato anche un vivace alterco verbale dopo la semifinale di Doha, in cui la Radwanska ha apertamente accusato la Azarenka di simulare un infortunio. Dopo le polemiche, le due si sono affrontate nei quarti a Indian Wells ed è stato un massacro. Un’eventuale semifinale a Miami sarebbe stato un match molto “succoso”. Invece la bielorussa si è bloccata contro Marion Bartoli, battuta facilmente dalla polacca in semifinale. Nel match-clou, programmato per le 18.30 di sabato (diretta su Eurosport) se la vedrà con Maria Sharapova. Ci ha perso sette volte su otto, ma si sente pronta per acchiappare il nono titolo in carriera. Sarebbe il più importante. Ecco le parole della polacca dopo la vittoria in semifinale, uno dei match più curiosi della sua carriera anche per la pausa di 17 minuti dovuta all’improvviso spegnimento delle luci.
E’ stato uno dei match più strani che hai giocato?
Sicuramente, soprattutto per la vicenda delle luci. E’ successo all’improvviso…sei concentrata, vuoi chiudere la partita in due set, e all’improvviso le luci si spengono. E’ stato molto strano. Ma sono felice di essere rimasta concentrata mentre ero negli spogliatoi. Ho cercato di tenermi calda e di essere pronta a tornare in campo in qualsiasi momento.
In finale troverai la Sharapova: sensazioni?
Prima di tutto sono molto felice di essere in finale a Miami per la prima volta. E’ un grande torneo. Ho giocato ottime partite: spero soltanto di giocarne un’altra.
Se osservi un match in televisione, i commentatori dicono sempre che è difficile giocare contro un avversario infortunato. Sei d’accordo?
Si, sono d’accordo. Soprattutto quando l’avversario ha un infortunio oppure avverte un dolore. E’ strano. In realtà la Bartoli stava ancora giocando bene, si muoveva bene. Ho dovuto dare il 100% fino alla fine.
L’anno scorso hai cambiato coach. Da allora hai iniziato a giocare molto bene. Ti ha dato qualche consiglio in particolare?
Si, ho intensificato la collaborazione con Tomasz (Wiktorowski, ndr). Aveva già viaggiato per anni insieme a mio padre. E’ un coach federale, capitano di Fed Cup, e ci segue sin da quando eravamo junior. Ma ora, lavorando insieme, il rapporto si è intensificato. C’è anche mio padre, ma è qui come turista.
Tuo padre è qui?
Esatto. Come ho appena detto, è qui come turista. Guarda i miei match, ma gli allenamenti e tutto il resto li faccio con Tomasz. Credo sia giusto separare i ruoli di padre e allenatore. In verità, quando sono a casa mi alleno ancora con mio padre. Insomma, non è stato un grande cambiamento. Ma funziona, quindi va bene così.
Come va con tuo padre? Lui trova difficioltà a separare le due cose quando è a un torneo?
Beh, di certo è una situazione diversa rispetto a prima. Mio padre ha sempre viaggiato con me per, e ci siamo allenati insieme per 17-18 anni. E’ dura cambiare dopo così tanto tempo. Ma funziona, sto giocando bene, ed è questa la cosa importante. Forse lui vorrebbe viaggiare un po’ di più, vedremo. Ma di una cosa sono certa: adesso la mia guida tecnica è Tomasz.
Contro la Sharapova hai vinto un match su otto. Cosa hai imparato da quelle sconfitte? Cosa ricordi?
E’ sempre difficile giocare contro di lei, soprattutto quando è in grande forma. Colpisce la palla molto forte e lo fa sin dal primo punto. Quindi dovrò cercare di essere aggressiva e variare il gioco. Vedremo se funzionerà.
Hai subito qualche fischio dopo che hai provato qualche smorzata. La cosa ti ha dato fastidio?
Oggi ho provato a fare diverse cose. La Bartoli aveva ottime risposte per i miei schemi, allora ho pensato che fosse una buona idea. Ho provato a giocare qualche slice e alcune palle corte.
Tornando alla Sharapova, l’hai battuta allo Us Open 2007 quando avevi 17 anni. Cosa ricordi di quel match?
E’ stato tanto tempo fa. Adesso è un altro torneo, un’altra partita, è tutto diverso. Ovviamente ricordo quel match, all’epoca ero classificata intorno alla 30esima posizione. Eravamo sul campo centrale, lei doveva difendere il titolo. Ho grandi ricordi, ma penso che non abbia niente a che fare con queso torneo. Diciamo che vorrei prendermi la rivincita per le ultime sconfitte che ho patito contro di lei.
Ti ha sorpreso vedere la Bartoli indossare i tuoi stessi vestiti?
Ma no, lei aveva gonna e t-shirt. Io avevo l’abito…insomma, erano diversi (ride)
Hai vinto il 25esimo match della tua stagione. Quanto sei orgogliosa di aver raggiunto una tale solidità?
Sinceramente non me l’aspettavo. Sono lieta di aver giocato il mio miglior tennis sin dall’inizio dell’anno. Ho vinto ottimi match contro buone giocatrici, e fino ad oggi ho perso solo contro Vika. Sono anche molto felice di essere giunta per la prima volta tra le top 6 e poi tra le top 4. Cos’altro posso dire? Continuerò a lavorare duro e, passo dopo passo, cercherò di andare ancora più in alto.
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