L’azzurro domina Giraldo con una facilità che fa ben sperare. Pur essendo imprevedibile, sa anche essere molto affidabile. Contro Bautista Agut per la nona finale ATP.
Di Riccardo Bisti – 11 luglio 2014
Fabio Fognini è il protagonista di un piacevole ossimoro: è un giocatore imprevedibile, nel senso che non si sa mai cosa succederà nelle sue partite. Può sfoderare una prestazione maiuscola ma anche cadere in preoccupanti pause agonistiche. Tuttavia, ha sta mostrando affidabilità e continuità quasi inedite nel panorama italiano. Non è un caso che sia stabile tra i top-15, anche se i conti saranno più precisi il 28 luglio, quando gli saranno scaduti i punti della grande estate 2013. Nel frattempo proverà a conservarne il più possibile, e per ora gli sta riuscendo alla grande. Dopo Andrey Golubev, ha battuto anche Santiago Giraldo ed è in semifinale alla Mercedes Cup di Stoccarda. Per lui è il settimo successo di fila al TC Weissenhof, dove lo scorso anno si prese il primo titolo in carriera. Pur essendo imprevedibile, Fognini non sbaglia praticamente mai contro i giocatori di medio, medio-alto livello. Sulla terra battuta, poi, è una garanzia assoluta. Il 6-4 6-3 contro il colombiano ha grande valenza perché Fabio ha vinto senza patire, ma anche senza spingere al massimo. Era tranquillo, rilassato, come se sapesse che non fosse necessario tirare tutte le marce per vincere. Eppure l’avversario era di tutto rispetto, vuoi perché sta vivendo la sua miglior stagione (attualmente numero 34 ATP, ha eguagliato il suo best ranking già centrato un paio di mesi fa), vuoi perché a Barcellona c’era stato un sanguinoso precedente, con Fognini costretto al ritiro dopo aver perso i primi dieci giochi. La rivincita è stata particolarmente dolce, poiché Fabio ha mostrato un'evidente superiorità. Anche il meno esperto, forse persino il neofita, avrebbe capito chi era il più forte.
VERSO GAUDENZI E VOLANDRI
Giraldo ha grandi ambizioni: qualche mese fa, seguendo la moda che vuole tanti ex campioni nel ruolo di coach, ha inserito nel suo team Fernando Gonzalez. A Stoccarda l’ex “Mano de Piedra” non c’era, mentre non mancava l’head coach Felipe Beron, vero artefice del nuovo Giraldo. Pur di crescere, ha persino rinunciato al torneodi Bogotà della prossima settimana, dove sarebbe stato molto atteso. Insomma, Fabio ha battuto un avversario motivato e in palla. c'è stato un pizzico di fortuna nel momento clou del primo set, quando sul 5-4 ha brekkato grazie a un nastro fortunato e a un clamoroso smash sparato da Giraldo in mezzo alla rete. Nel secondo ha gestito con facilità i turni di battuta e avrebbe potuto brekkare ben prima dell’ottavo gioco. Tanto è bastato per acciuffare la semifinale, dove se la vedrà con Roberto Bautista Agut. Sarà un test interessante, poiché lo spagnolo sta vivendo una stagione straordinaria che lo ha portato al numero 23 ATP. Tuttavia, Fabio ha vinto cinque dei sei precedenti, compreso l’ultimo a Miami (dove si era procurato il piccolo infortunio che aveva tenuto in apprensione prima della Coppa Davis contro la Gran Bretagna). Dovesse vincere, conquisterebbe la nona finale in carriera, eguagliando Andrea Gaudenzi e Filippo Volandri, gli italiani che ne hanno giocate di più negli ultimi 35 anni. Numeri a parte, l’augurio è che Fabio tenga bene negli ultimi tornei sul rosso e poi raccolga punti pesanti nella trasferta americana, dove l’anno scorso arrivò piuttosto scarico. Forte di quell’esperienza, adesso non può sbagliare.
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