BRESCIA – Il serve and volley dell'americano mette KO Arnaboldi. "Amo l'Europa, poi in America avevo giocato abbastanza". E' un lontano parente di Richard. Vanni, che rimpianti!

Da Brescia, Riccardo Bisti – 12 novembre 2014

 

Tutti aspettavano il ragazzo di Cantù, è spuntato lo Yankee della Florida. Andrea Arnaboldi puntava molto sul Trofeo Città di Brescia, sperava di ripetere la semifinale di nove mesi fa a Bergamo. Invece si è trovato di fronte un muro giallo e nero, un serve and volley che ad alti livelli è quasi scomparso. Il 24enne di Tampa si è imposto 6-4 3-6 6-3, mantenendo la calma nei momenti importanti. Al contrario, Arnaboldi si è deconcentrato su una palla dubbia sul 3-3 al terzo. Puntualmente, al game successivo è arrivato il break fatale. “E' stata una partita dura, lui era sicuramente favorito – ha detto Krajicek – poi giocare contro un italiano a casa sua è sempre complicato. Tuttavia il campo veloce mi ha aiutato e mantenere il controllo nei game di servizio. Andrea ha giocato un ottimo secondo set, ma io sono rimasto calmo”. Curiosamente, Krajicek ha scelto di giocare in Europa anziché sfruttare i tanti tornei organizzati dalla USTA, la federazione americana. Ad esempio, in questi giorni avrebbe potuto giocare a Champaigne, in Illinois. “Ma mi piace molto l'Europa – confessa – poi negli ultimi due anni avevo giocato tanti tornei in America. Volevo affrontare avversari nuovi, poi ho trovato campi molto veloci che mi hanno aiutato. E comunque non è un problema stare qui, anche se sono l'unico americano”. Con un ottimo servizio e volèe molto incisive, Austin (lontano parente del campione di Wimbledon 1996) può essere molto insidioso sui campi rapidi. Sei anni fa ha vinto i Campionati Nazionali Americani, che mettono in palio una wild card per il tabellone principale dello Us Open. Resta la sua unica partecipazione Slam. “Cerco di migliorare settimana dopo settimana, l'anno prossimo proverò a concentrarmi ancora di più sul singolare ed entrare rapidamente tra i top-100. Poi vedrò che obiettivi pormi”. Top-100 già raggiunti in doppio: con le ATP World Tour Finals in contemporanea, era ovvio chiedergli se per un giocatore come lui il Masters di doppio può essere un obiettivo. “Assolutamente. Purtroppo è un processo molto lungo. Quest'anno ho giocato bene, anche se con compagni diversi, e l'anno prossimo potrò giocare gli Slam. Andare a Londra sarebbe fantastico, anche se sarebbe meglio in singolare!”. Krajicek tornerà in campo già mercoledì, alle 12.30, contro il croato Mate Delic.

 

VANNI E I DUE DRITTI SBAGLIATI

Grande delusione per Luca Vanni. Si sapeva che il toscano, dall'alto della sua potenza che ne fa una specie di Isner nostrano, avrebbe potuto giocarsela contro Filip Krajinovic. E' andata proprio così: l'azzurro ha sparato 32 ace ed è arrivato a un passo dall'impresa da copertina. Quando ha brekkato il serbo ed è volato 4-2 nel terzo set, ha perso un pizzico di concentrazione e si è fatto riprendere da un Krajinovic un po' nervoso, forse stanco dopo una stagione molto faticosa. Ma questa partita si è decisa su due punti, simbolo di quel che manca a Vanni per effettuare il definitivo salto di qualità. Vale la pena raccontarli. Tie-break del primo set, 6-5 Krajinovic, servizio Vanni. L'azzurro tira una gran prima e la risposta del serbo è alta, lenta e corta. In un'altra situazione avrebbe scaraventato il drittone a occhi chiusi, invece ci ha pensato per una frazione di secondo e ha tirato nell'unico punto in cui Krajinovic poteva tirare il passante. E infatti lo ha infilato. Dopo aver vinto il secondo set (anche se si era complicato la vita con un doppio fallo nel tie-break), Vanni ha sciupato il vantaggio e ha incassato un sanguinoso break sul 5-5 (con un pizzico di sfortuna: Krajinovic ha colpito un nastro vincente sulla parità). Sul 6-5, ecco la grande occasione per tornare in partita. Sul 30-40 ha giocato un gran scambio, si è costruito il drittone vincente…e lo ha clamorosamente sbagliato. Meno di un minuto dopo, la partita era finita. L'aretino ha giocato una grande stagione, entrando per la prima volta tra i top-200, ma continua ad avere difficoltà nei momenti importanti. Pensa troppo e commette errori banali. Gli stessi errori che gli hanno fatto perdere la finale di Kaohsiung, a Taiwan, contro il top-50 Yen Hsun Lu. Se troverà un briciolo di cattiveria nei momenti importanti potrà arrivare ad alti livelli e diventare un elemento interessante anche in chiave Coppa Davis, soprattutto sui campi veloci. Nessun italiano serve a 230 km/h come lui.